ALCIBIADE

Notte tempestosa, il cielo illuminato con lampi e saette.

Un fulmine raggiunge il campo di grano dove ignaro si trovava ALCIBIADE.

Alcibiade strabuzza gli occhi e si gratta la testa impagliata sotto il cappello.

Sì, questo buffo personaggio non è che Lo SPAVENTAPASSERI del campo dello zio TOM.

Tom l’aveva costruito con tanta minuzia dandogli la forma umana e vestendolo con tanto di cappello a punta e stivaletti con la punta all’insù.

Il suo aspetto doveva indurre i vari uccelli a fuggire e a non dimorare nel campo facendo “man bassa” delle varie sementi.

Il fulmine caduto su Alcibiade grazie ad una magia diede vita al nostro spaventapasseri.

Ignaro di ciò che gli era successo fa i suoi primi passi, si appoggia al muro di cinta,

osserva quel mondo così strano ed ancora incredulo per quello che gli era capitato si sente chiamare da un uccello tutto nero e cicciotto che gli intima:

“Ehi fermati e gettati a terra”

Alcibiade terrorizzato ed ancora malfermo sulle gambe in “quattro e quattr’otto” si trova legato al tronco di un albero con un corvaccio vestito da sceriffo ai suoi piedi.

Il corvo con fare minaccioso gli chiede:

“Chi sei cosa fai nel mio campo?”

Alcibiade con voce tremolante e un po’ balbuziente per la paura gli risponde:

“So—no sta—to pre—so da un ful—mi—ne e non so co—sa mi sia ca—pi—ta—to”

Il Corvo impietosito rassicurò il malcapitato, lo liberò e gli diede una nuova missione.

L’atteggiamento di Alcibiade che ispirava solo simpatia e solarità avevano fatto riflettere il CORVO che decretò:

“Oggi per te inizierà una nuova vita tu dovrai trovare tutti gli Spaventapasseri e dandogli la vita tramite l’energia che c’è in te li renderai Le SENTINELLE dei campi.”

ALCIBIADE salutò l’amico e iniziò il suo nuovo lavoro.

Lo spaventapasseri riuscì nel tempo ad imprimere l’essenza vitale a quei fantocci facendone delle vere sentinelle a protezione dei raccolti.

Alcibiade conobbe ADELAIDE che gli diede tre figli e vissero felici e contenti proteggendo i campi dagli intrusi.

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