TABATA

TABATA era uno “scricciolino”, di appena quattro anni.

Benché ancora piccolissima e bisognosa di cure ed amore venne abbandonata da una ragazza madre dedita all’alcool e alle droghe, ai confini di un bosco con uno stratagemma.

La madre di Tabata, una ragazza vezza al malaffare per procurarsi la droga non poteva mantenere la piccolina o perlomeno prendersene cura e così senza pensare ad un’alternativa più consona per Tabata le raccontò una bugia.

Condusse Tabata lontano dal paese montano dove vivevano e la portò ai confini di un grande bosco consegnandole un sacchetto con del cioccolato e dei biscotti e il suo amato orsacchiotto.

Dopo averla fatta sedere su di un tronco la rassicurò dicendole che di lì a poco sarebbe tornata a riprenderla e sparì lasciandola sola alle intemperie.

Eravamo in pieno inverno e la bambina ubbidiente, rimase lì a lungo speranzosa, ma poi intirizzita dal freddo si alzò e disperata iniziò a camminare.

Fiocchi di neve gelata scendevano copiosi e Tabata smarrita, continuava a stropicciarsi gli occhietti pieni di neve ed inciampò.

Cadde sulla neve fresca e prima di rendersi conto alzando il viso vide davanti a sé un uomo dimesso.

L’uomo seduto su di una panchina chiese:

“Ciao io sono affamato non avresti qualcosa da sgranocchiare?”

La bambina ancora inginocchiata dopo la caduta, aprì il piccolo sacchetto ed offrì i biscotti all’uomo.

L’uomo che volle mettere alla prova la piccola per capirne l’indole farfugliò una frase magica:

“FRRRRRRRRRRRRR! Fata dei ghiacci vieni qui!”

Una città, sì una città di ghiaccio.

Tabata vide davanti a sé una fata che la invitò ad entrare in quel palazzo gelato.

Impaurita prese l’angolo del vestito della fata e tirandolo energicamente e disse:

“Tu vivi qui? Perché è tutto di ghiaccio?”

La fata presole la manina ed accovacciandosi vicino disse a Tabata:
“ Cara Tabata devi sapere che io vivo qui da moltissimi anni e questa città ghiacciata è il frutto di un maleficio del Gigante del Ghiaccio geloso che io me ne andassi, m’intrappolò qui in questa prigione ghiacciata e solo se riuscirò a far vivere felicemente una ragazza mi libererà”.

La fata proseguì:

“Tu non devi aver timore di me io ti aiuterò, ho ancora molti poteri magici e forse così facendo potrò riconquistare la libertà”.

Fata Mariella rifornì la piccola di abiti nuovi e la fece riposare su un letto di ghiaccio ricoperto da soffici coperte di lana morbidissima.

La piccola dopo essere stata rassicurata dalla fata, fece un lungo sbadiglio, posizionò l’orsacchiotto vicino al cuscino e si abbandonò ad un sonno foriero di magnifici sogni.

Giunse il mattino e Tabata si alzò infilò le scarpette e si diresse verso il salone alla ricerca della fata.

Mariella, aveva preparato una copiosa colazione ed invitò la bambina al tavolo imbandito.

Tabata non credeva ai suoi occhi, spremuta d’arancia, fette, biscotti, marmellata, dolci in quella tavola non mancava proprio nulla e con tanta fame arretrata la ragazzina si abbuffò di tante leccornie.

Soddisfatto il palato, la fata fece preparare Tabata dalla servitù e una volta pronta, la invitò a seguirla.

Fata e ragazzina s’incamminarono e fata Mariella dopo pochi passi disse a Tabata:
“Cara bambina, io tra poco dovrò lasciarti perché mi è vietato oltrepassare la mia proprietà, ma ti affiderò ad un Mago, che non ha un bel aspetto, ma è una persona buona che ti aiuterà. Io anche se non ci sarò ti seguirò e saprò ogni cosa del tuo futuro. Abbi fiducia e il mondo ti sorriderà!!”.

Tabata non fece quasi il tempo a salutare Mariella che il Mago OZ si parò davanti a lei.

Descrivere OZ mi risulta veramente difficile, poiché oltre al Saio con cappuccio ed una spada enorme, il suo viso era così indefinibile che pareva quasi uno spirito.

OZ con voce ferma e squillante disse:

“Carissima Tabata, ti farò un regalo molto prezioso che ti accompagnerà nei prossimi anni e che ti proteggerà dalle persone cattive; ti presento FULMINE”.

In una frazione di secondo, Fulmine un alicorno, si materializzò all’istante.

OZ riprese la parola e disse:

“Nei prossimi anni io veglierò su di te, ma tu incontrerai altri ragazzi e vivrete insieme sino a compiere un progetto di vita in comune e così dare la libertà a Mariella. Dovrai cavartela da sola e solo se avrai estremo bisogno di me potrai chiamarmi in soccorso!”

L’alicorno si abbassò e Tabata poté salire in groppa.

In un “battibaleno” arrivarono in una distesa, con uno chalet illuminato.

Fulmine prima di atterrare fece un giro intorno allo chalet e dietro nella parte posteriore della casa, Tabata vide seduti sotto la neve due ragazzine ed un bambino che chiacchieravano.

Tabata scese da Fulmine gli mise una coperta sulla groppa, salutò e si presentò ai suoi nuovi amici e tutti insieme dopo un lungo abbraccio entrarono in casa.

Passarono alcuni inverni ed i ragazzi uniti da un’amicizia profonda crebbero e si dedicarono alla coltivazione di fiori che con l’aiuto di fulmine per il trasporto, vendevano ad un mercatino di un paese limitrofo.

Tabata ed i ragazzi si specializzarono nella coltivazione della lavanda e riuscirono dopo alcuni anni a commercializzare essenze e profumi di questo fiore.

Fata Mariella seguì il percorso di Tabata e finalmente il Gigante del Ghiaccio liberò dall’incantesimo la fata.

Mariella un mattino si presentò a Tabata ormai donna, e dopo un lungo abbraccio vissero per un piccolo periodo insieme; sino a che una voce di bambina in difficoltà non la chiamò in aiuto.

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