MEMO e KYLA – Due amici inseparabili

Erano appena le sei del mattino e Memo, si stava infilando il cappello di lana munito di un grosso pon-pon.

Un inverno rigidissimo è quel che gli si presentava a Memo, che nonostante si vestisse a “cipolla” era sempre intirizzito con pezzi di ghiaccio attaccati al cappotto.

Memo, non solo aveva un nome Bizzarro, ma anche la sua fisionomia era particolare.

Capelli rossi, lentiggini ed un grande sorriso, era un ragazzino che viveva in un vecchio casale in un paesello in mezzo ai monti bellunesi.

I genitori possedevano oltre alla casa, alcuni pascoli con stalle di mucche ed una malga dove mamma Sofia faceva prodotti caseari.

Memo frequentava la scuola del paese intitolata ad un grande della nostra letteratura “Giacomo Leopardi”.

Il primo approccio con lo studio non fu entusiasmante; anche perché non aveva frequentato l’asilo ed era rimasto nella cascina con gli animali giocando con loro o nei prati che circondavano la casa.

Memo, aveva da poco compiuto i sei anni e intimidito, si trovò spaesato da tutti quei ragazzini e dal maestro.

La sua esistenza fino a quel momento era di un ragazzino solitario che grazie alla sua fervida fantasia si costruiva e si inventava giochi, viaggi immaginari e varie stranezze per trascorrere la giornata.

I genitori essendo quasi sempre impegnati con il lavoro, l’avevano educato da quando aveva mosso i primi passi a far pascolare un gruppo di cuccioli alpaca.

Sofia, la mamma di Memo, aveva acquistato 2 adulti di alpaca e 5 cuccioli desiderosa di iniziare un nuovo allevamento di questi animali; considerata la redditività.

Memo per andare a scuola si era costruito delle particolari “ciaspole”, non da neve, ma munite di particolari rotelline che gli permettevano di “sciare sui prati”.

I ragazzi del paese quando lo videro arrivare il primo giorno a scuola si divisero in quelli che lo acclamarono e in quelli che lo sbeffeggiarono.

In questo gruppo c’era Kyla una bambina per certi aspetti simile a Memo.

Innanzitutto, il suo nome che significa “vittoria”, già faceva immaginare il carattere focoso della bambina che aveva chiome rosse ed efelidi su naso e guance.

Quel giorno infatti, quando tutti si accalcarono vedendo Memo scendere dai prati vicini la scuola con quelle strane cose ai piedi; Kyla si fece spazio tra i ragazzini gridando:

largo, largo…” sino a raggiungere la prima fila.

Quando Kyla fu in pole position fece un salto e si scaraventò abbracciandolo e facendolo cadere a terra.

Memo seduto a gambe divaricate, aggiustandosi “alla benché meglio” disse:

“Ciao chi sei?”

“Ciao amico sono Kyla! Non ti sarai spaventato ma quelle cose che hai ai piedi mi piacciono molto e sono sicura che me le fari provare, ma sbrigati la campanella ha già suonato e dobbiamo entrare a scuola!”

Memo, anche se un po’ frastornato per quel benvenuto si alzò raccolse le sue cose e si diresse verso l’entrata della scuola.

Proprio in quel momento, Kyla lo prese per la mano e lo trascinò come fosse un pupazzo nell’aula “F” e con voce abbassata gli andò vicino all’orecchio e gli disse:

“Fidati questa è la nostra aula ed io sono in classe con te”.

Memo la guardò come se fosse un’aliena ma fra sé e sé si convinse che Kyla doveva essere simpatica ed un po’ pazzerella come lui.

Seduti entrambi nei loro banchi, deposero all’interno di questi, quaderni ed astuccio e richiusi i banchi attesero in silenzio l’arrivo del Maestro.

L’insegnante era un ragazzo abbastanza giovane, magro e con una nota di rosso nei capelli tagliati corti e forse a “spazzola”.

Ripensando a quel paesino Memo s’interrogò se vi fosse una componente nell’aria o nel cibo perché quella mattina non vedeva altro che persone con i capelli rossi o che tendevano al rosso.

Pietro, così si chiamava il maestro, si presentò ai suoi alunni dando dei cenni a chi fosse e da dove provenisse.

Eseguito l’appello, introdusse la spiegazione delle lavagne interattive multimediali introdotte per la prima volta, in quella scuola.

Insegnante – Lavagna interattiva multimediale (foto Pixabay)

La mattinata passò in un baleno e Kyla prima che Memo si dileguasse tra i prati e le colline lo salutò e disse:

“Ciao io abito in centro al paese ma se posso nel pomeriggio vengo a trovarti”

Memo la ringraziò e forse bastò quel primo incontro per capire che quell’amicizia appena nata sarebbe diventata indissolubile.

Quell’affinità, simpatia dimostrata nei primi attimi della loro conoscenza li avrebbero portati a condividere tante vicissitudini della loro esistenza.

Memo tornò a casa e come un fiume in piena durante il pranzo, raccontò la sua prima giornata di scuola ai genitori.

Terminato il pranzo si cambiò ed indossata una camicia ed un paio di bermuda di jeans, uscì a controllare e a pascolare gli alpaca.

Seduto a ridosso di un pino, giocava con il suo tablet ad un entusiasmante gioco quando in lontananza vide arrivare Kyla che non camminava, non saltava ma sembrava volasse talmente era felice e piena d’entusiasmo che salutò Memo con:

“ehi là hai visto sono arrivata”

 

 

 Kyla

Vestita con una salopette ed una camicia con maniche a palloncino ed arricciate, non aveva ancora terminato l’ultima parola che iniziò a fare una serie di capriole.

Arrivata vicino all’amico, lo salutò dandogli un puffetto sulla guancia e lui per contraccambiare le diede un Kiss(bacio)sulla guancia.

I due ragazzini si divertirono a correre, fare capriole, giocare a nascondino e di tanto in tanto, riunivano gli alpaca che si allontanavano.

Il pomeriggio trascorse veloce ed in allegria, ma quando Memo s’accorse che iniziava ad imbrunire, sollecitò l’amica ad incamminarsi verso casa.

Si salutarono e si diedero appuntamento a scuola.

Giorno dopo giorno la loro amicizia si consolidò a tal punto che Kyla aiutò Memo nei compiti di scuola fin tanto che i due ragazzi gareggiavano per avere il miglior punteggio scolastico.

La loro infanzia se rinfrancata dalla loro amicizia, ebbe momenti bui e dolorosi quando Memo, perse entrambi i genitori in un grave incidente automobilistico.

Tutto avvenne il giorno del suo tredicesimo compleanno mentre la mamma ed il babbo si recavano a consegnare dei prodotti caseari ad una cooperativa.

Un grosso camion investì per la troppa velocità, i due conducenti dell’auto che spirarono all’istante dell’impatto.

Memo fu devastato dal dolore per la perdita e per le difficoltà incontrate a vivere da solo; ma essendo un ragazzo intelligente si buttò a capofitto nello studio ed in pochi anni si laureò in veterinaria.

Kyla negli anni, seppe rimanere sempre a fianco di quel ragazzino dai capelli rossi ed entrambi si accorsero che quella loro amicizia s’era tramuta in amore.

Anche Kyla si laureò e di comune accordo con Memo, aprirono un ambulatorio dove Kyla si occupava di piccoli animali e Memo si recava nelle varie fattorie a curare grandi e piccoli animali.

I due ragazzi, in breve tempo apprezzati per il loro lavoro dai paesani, decisero che era giunto il momento di convolare a nozze.

Tutti i preparativi furono studiati nei piccoli particolari affinché la festa risultasse unica per gli sposi e gradevole e stimolante per gli invitati.

Le damigelle furono selezionate tra le amiche di Kyla ed avevano abiti davvero invidiabili.

La cerimonia si svolse all’aperto nel mese di settembre in una giornata di pieno sole e fu davvero un matrimonio ben riuscito dove l’amore di Memo e kyla aveva trionfato.

 

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