LILIAS ed EDUARD

Tanto tempo fa, nel castello di Dunnottar (il suo nome deriva appunto dalla parola “Dun”, che significa fortezza, luogo di forza.), situato nei pressi della cittadina di Stonehaven in Scozia e posizionato su un magnifico promontorio, che guarda il Mare del Nord è a par mio fantastico, per la struttura ed ubicazione.

In questo luogo infatti, inizia il nostro racconto.

Nel medioevo, un influente famiglia Scozzese dimorò proprio in questo castello.

Lilias (Nome scozzese di Lily, che simboleggia purezza e bellezza.) è una giovane di appena diciannove anni fu rapita e portata nel castello.

La ragazza benché fossimo nel medioevo; si credeva che come le altre donne ricoprisse un ruolo subalterno all’uomo e destinata a realizzarsi all’interno delle mura domestiche, costretta a subire ingiustizie ed angherie solamente in quanto moglie e madre.

Lilias al contrario, anche se cresciuta in quel periodo storico, riuscì a ritagliarsi spazi di azione e di autonomia.

Lei, amava studiare ed anche se in numero molto esiguo, desiderava arrivare ad esercitare la professione di ostetrica; forse fu questo il motivo che venne commissionato il suo rapimento con l’intento di sposarla.

Giunta al castello legata e imbavagliata da dei rozzi energumeni (uomini violenti) fu portata in una torre ed introdotta in una sorte di stanza come prigione.

Lilias non era altissima ma snella ed agile, entrata nella stanza le furono sciolte le mani dalle corde che la tenevano legata e con un balzo prese un attizzatoio vicino al camino e con fare da spadaccina mise a KO i suoi rapitori.

Abile spadaccina, legatasi le lunghe chiome rosso fuoco in una coda e raccolta la gonna alla vita si precipitò nella lunga scalinata che la portò sino all’uscita della torre.

Solo allora incontrò l’uomo che l’aveva fatta rapire insieme con la sua fidata maga-fattucchiera che lo accompagnava e lo proteggeva grazie alle sue magie ed intrugli.

Lilias senza esitare gli sferrò un fendente con l’attizzatoio che aveva ancora tra le mani; ma non l’uccise anzi lo ferì e lo sfregiò al viso.

Mezzo tramortito, Edgard così si chiamava, cadde al suolo portandosi le mani al volto.

Lilias allora urlò a gran voce:

“Maga da strapazzo aggiustalo tu con i tuoi intrugli ma non riuscirai a cancellare la cicatrice al volto perché tutti dovranno sapere che lui mi ha fatto rapire non avendo il coraggio di farlo di persona e la sua condanna sarà che a tutti risulterà un codardo che non rispetta le donne!”

La maga e della folla che in quel frangente s’era accalcata per la curiosità; iniziarono ad applaudirla e fu osannata e ricevuta con gli onori dai proprietari del castello.

Dopo un paio di giorni Lilias tornò a casa dove terminò i suoi studi diventando un’ostetrica e aiutando amiche e conoscenti a farsi valere come donne.

Eduard, lontano cugino del padrone di casa, fu incarcerato in una stanza angusta del castello e fu costretto con catene ai piedi, a lavorare facendo girare una Macina (macchina per triturare) di pietra.

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