MAX ed i ROBOT

Max, era giovane ragazzo come ve ne sono molti, allegro, vivace e con due grandi passioni la robotica e la lettura.

Se esteticamente, Max assomigliava a tanti giovani, lui era molto diverso.

Sin dai primi anni, aveva dimostrato un’intelligenza fuori dal comune e aveva “divorato” l’intera biblioteca del padre.

Non era paragonabile al gran poeta Leopardi che si consumò con gli studi; Max amava la vita e lo sport, aveva un carattere estroverso, pronto alle sfide e a mettersi in competizione.

I genitori dopo essersi consultati con insegnanti e medici decisero di far frequentare a Max, un Istituto di Milano riservato a talenti superiori alla media.

Proprio in questo istituto, unico nel suo genere, si programmavano scelte didattiche atte ad un percorso formativo diverso da quello per i normodotati e adatto a non far isolare Max dagli amici.

Pur essendo un ragazzo dalle doti speciali, Max voleva vivere la sua infanzia e rapportarsi, scherzare e giocare con i coetanei.

Dopo le classi Elementari e Medie, frequentate in pochi anni; Max all’età di dieci anni aveva completato i due cicli, si sentiva pronto ad affrontare altre sfide.

Un pomeriggio, dopo il pranzo, un po’ annoiato per la mancanza di amici e di stimoli, si recò in un laboratorio per fare qualche piccolo esperimento.

Gettato il libro che teneva tra le mani, sopra uno sgabello, accesa la musica “a palla” e dopo aver fatto alcuni calcoli con il gessetto su di una lavagna; raccolse in una cassetta di legno, vari componenti di metallo, fili elettrici, componenti elettronici ed altro, si mise al lavoro.

Max quel pomeriggio si dedicò completamente al suo progetto e nonostante l’avessero chiamato per la cena, non si fece distrarre e continuò sino quasi l’alba a creare qualcosa di straordinario.

L’assembramento dei vari componenti, i microchip, per creare quell’intelligenza artificiale era negli obbiettivi di Max.

Solar era un mini robot umanoide capace di diverse funzioni e di cambiare perfino espressione questa era la vera sfida che Max si era dato.

Erano circa le tre del mattino, quando in un silenzio tombale, si sentì una voce:

“CIAO MIO CREATORE!”

Solar, aperti gli occhi, aveva parlato e benché non vi fossero ancora tutti gli elementi assemblati, era già in grado di comunicare.

Terminato l’assemblaggio, avrebbe dato una svolta a diverse mansioni per ora di sola competenza umana.

Max, fece un balzo nello sgabello a sentir parlare il suo robot, ma continuò a montare componenti per dare una vera figura al suo robot.

Spuntava dalla finestra un pallido sole, quando Max disse a Solar di seguirlo.

Ragazzo e Robot correvano per i corridoi dell’istituto bussando alle porte per svegliare studenti e insegnanti.

Vi fu un parapiglia generale e ragazzi ed insegnanti si ritrovarono in pigiama a rincorrere Max e il suo umanoide.

Max fu portato sulle spalle degli amici ed osannato per il suo robot.

Di lì a qualche giorno Max si dedicò a portare delle modifiche a Solar ed altrettanto a costruire altri mini robot utili all’agricoltura e alla medicina.

Vista ancora la giovane età aveva anche un sogno nel cassetto creare un robot supereroe.

MAX, fu anche l’oggetto di un Premio a lui come scienziato e alla Scuola per l’ape robotica capace di impollinare i fiori. Fu questa una grande scoperta che diede nuovo impulso all’economia dell’agricoltura.

Da quel giorno Max e Vanessa, amica ed amante della robotica del giovane scienziato, si dedicarono a progettare Droni e vari generi di robot utili per assolvere applicazioni dall’assistente domestico a impianti industriali.

Negli anni a seguire Max e Vanessa, proseguirono studi universitari ad Harvard e frequentarono diversi Master nel campo della robotica consci che lo studio della robotica e dell’intelligenza artificiale doveva essere finalizzata non a sostituire l’uomo, ma finalizzata ad una tecnologia atta ad aiutare e supportare l’uomo.

 

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