Il GIARDINO MAGICO

Molti e molti anni fa, in un Maniero vivevano due fratelli, un ragazzo ed una bimbetta. I giovani erano stati affidati ad istruttori e servitù perché i genitori erano malati. Il ragazzo di appena quattordici anni era considerato con un carattere assai bizzarro. Ezio si dilettava a fare piccole magie ed aveva un’immaginazione straordinaria.

Le sue giornate erano contraddistinte da mille attività. Amava cavalcare il suo Furore, cavallo d’indubbie qualità.

Furore era un cavallo dal corpo agile e possente.

Ezio aveva instaurato con il suo cavallo un rapporto davvero speciale e forse grazie alle sue attitudini di piccolo mago riusciva a comunicare con lui. Furore infatti scuoteva la testa quando voleva parlare con Ezio e poi borbottava e nitriva.

Finito di galoppare Ezio, portava il cavallo nelle scuderie dove veniva spazzolato e nutrito.

Il ragazzo spesso si aggirava tra le stanze del castello, e si recava nella torre dove aveva adibito il suo laboratorio.

Tra alambicchi, candele, incenso, pentacolo (stella a cinque punte), il calderone, bacchette, calici…. e l’athame coltello con il manico nero a doppia lama (simbolo della vita e della morte); il piccolo mago lontano da occhi indiscreti, sperimentava vari intrugli facendo piccoli e grandi test.

Tutti gli oggetti che si trovavano in questo laboratorio erano stati consacrati al BENE e non certo al male. Il nostro giovane mago, era un ragazzo buono e tutta la sua magia era volta ad aiutare i suoi simili.

Una domenica mattina, dopo aver fatto un nuovo intruglio lo bevve per vederne gli effetti. Sedette sulla sua poltrona vicino al focolare e alle parole: “Bibbidi Bobbidi Bu la poltrona iniziò a muoversi.

Aggrappato ai braccioli Ezio iniziò il suo viaggio straordinario.

La poltrona si muoveva ad una velocità incredibile, oltrepassando scale,stanze e corridoi del Maniero.

D’un tratto in una sala la poltrona si fermò davanti ad un enorme portone con una grande lampada.

Ezio ebbe un attimo di panico ma subito si riprese perché un immenso scintillio di luci ed un vortice li abbracciò e si trovò in un GIARDINO MAGICO. Come d’incanto, apparve un grande bosco illuminato da una luce sul fondo con un sentiero.

Ezio si ritrovò in piedi. La sua poltrona non c’era più. Dopo aver fatto qualche passo, davanti a sé vide un unicorno.

L’unicorno s’abbassò ed il ragazzo vi saltò in groppa.

D’un balzo il cavallo prese il volo e si diresse verso un lago.

La visione era meravigliosa. La luce che si specchiava nel lago era evanescente ma la meraviglia era la presenza di angeli.

Ezio s’accostò alla riva del lago e qui incontrò Il Grande Mago del Lago di nome TELESIUS che lo investì di nuovi ed incredibili poteri.

GRANDE MAGO DEL LAGO
EZIO

Telesius si assicurò di alcune regole da rispettare prima di rimandare Ezio alla vita di sempre.

REGOLE:

  • Le tue magie dovranno essere indirizzate solo ed esclusivamente a persone buone che nella vita hanno dato prova di rettitudine e onestà.
  • Le arti magiche potrai usarle solo il mattino
  • Nessun compenso potrai ricevere dalle persone che tu aiuterai con la magia
  • Se non osserverai queste regole io ti tramuterò in una statua di pietra.

Ezio ascoltò quelle parole e rassicurò il grande mago e dopo averlo salutato, sotto una pioggia incessante formulò delle parole magiche per fare ritorno al suo castello.

Il mago Ezio negli anni s’imbiancò e si fece crescere una folta barba ma mantenne fede alle promesse del Mago del Lago ed aiutò con i suoi poteri tante, tante persone.

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