NINA SUPERGIRL

Nulla faceva presagire cosa di lì a poco sarebbe capitato a Nina.

Nella campagna inglese, molti anni or sono, un’agente atmosferico davvero non spiegabile in quegli

anni, sovvertì la routine e la vita di una ragazza di appena dodici anni.

In una notte stellata e molto rigida, Nina percorreva un viottolo che l’avrebbe condotta alla sua abitazione dove l’attendevano i fratelli e i genitori.

Un frammento di un asteroide proveniente dalla galassia era entrato nella nostra atmosfera ed ora, si sarebbe schiantato al suolo.

Anche il telegiornale ne aveva parlato il mattino, ma nessuno ne aveva dato la giusta importanza in quanto, si presumeva che la caduta di qualche piccolissimo frammento, non avrebbe procurato alcun danno a persone o cose.

Nina dopo aver acquistato, frutta e verdura ed alcune specialità alimentari al mercato, tornava a casa in sella alla sua amata bicicletta, frettolosamente pedalava per arrivare più in fretta a casa.

Quel piccolissimo sassolino così si potrebbe chiamare, null’altro che un pezzo di roccia, proveniente da nucleo di una cometa o di un pianeta sfiorò Nina e si depose all’interno del suo cappuccio.

Nina, ebbe un momento di sbandamento, con la sua bicicletta; ma non diede importanza all’accaduto; se non aver percepito un intenso calore che le attraversava tutto il suo corpo.

Giunta a casa, dopo aver scaricato dal cestino la spesa, entrò in cucina ed il fratello maggiore visto il suo viso le chiese:

“Nina cosa ti è successo? Sei paonazza? Hai le gote violacee?”

Nina allora rispose:

“Ho visto cadere dal cielo un sasso che mi ha sfiorato e se non stavo attenta sarei caduta dalla bici, poi ho sentito un grande caldo ma nulla più.”

Il fratello, si avvicinò alla sorella perché aveva intravisto qualcosa che illuminava il cappuccio della ragazza e s’accorse che una specie di roccia bluastra che emanava una luce fosforescente, s’era conficcata tra le pieghe del cappuccio del giubbotto della sorella.

Senza pensarci si avvicinò per prendere quel “sasso” davvero particolare, ma una leggera scossa gli fece indietreggiare la mano.

Max, allora decise di riprovare a riprendere quella roccia aiutandosi con una tenaglia e questa volta ci riuscì.

Depose la roccia sopra il davanzale della finestra e la osservò poi esclamò:
“ Perbacco! Questa pietra è assai strana ha qualcosa di misterioso e solo il tempo ci dirà la sua origine e perché sprigiona luce ed energia. La conserveremo nella tua stanza Nina visto che quel sasso è caduto proprio su di te.”

Nina leggermente frastornata, si fece carico di portare quella roccia nella sua libreria e si congedò dalla famiglia adducendo che era stanca ed aveva sonno.

Nina, si spogliò ed indossato un pigiama s’infilò sotto alle coperte. La giornata era stata piena d’emozioni ed ora ci voleva un bel sonno riparatore.

Di lì a poco Nina s’addormentò per svegliarsi in un mattino già assolato.

Dopo essersi seduta nel letto ed aver intrapreso dei piccoli esercizi di ginnastica; s’accorse che in lei qualcosa d’indefinibile era cambiato, ma non riusciva a capacitarsi cosa le stesse capitando.

Tutto ciò che lei faceva lo poteva svolgere ad una velocità stratosferica e non accusando alcuna fatica.

Man mano che passavano i giorni ed i mesi Nina accresceva la sua forza e tantissimi altri “poteri” o “virtù” vennero alla luce anche se per lei apparivano incomprensibili e divenivano più difficili da nascondere ai suoi familiari ed agli amici.

Trascorse qualche anno, era estate e nella fattoria dove Nina abitava, in quei giorni una calura così alta non era mai stata registrata, si era arrivati a circa 45° gradi.

Un lavorante in un momento di riposo si sedette su una balla di fieno e dopo aver fumato una sigaretta, si addormentò.

Tra le mani quel mozzicone sfiorò la paglia e velocemente innescò un fuoco.

Il malcapitato svegliatosi di soprassalto da una secchiata d’acqua della moglie che vedeva già la camicia prendere fuoco; s’alzò bruscamente e cercò in ogni modo assieme ad altri lavoranti di spegnere l’incendio, che ormai s’era propagato ovunque.

Nina uscita nel cortile e vedendo quel disastro che di lì a poco avrebbe recato danni a tutta la proprietà dei suoi genitori, non esitò si mise a correre in maniera circolare e modificando anche il suo aspetto, innescò un vortice e soffiando dell’aria gelida paragonabile al ghiaccio riuscì a spegnere l’incendio.

Fortunatamente, in quel frangente non erano presenti molte persone e nel trambusto avevano visto “SUPERGIRL” in azione e non avevano capito la trasfigurazione di Nina.

Solo Max, aveva visto ciò che era accaduto e passata la “buriana”, dopo che i genitori quella sera si andarono a coricare, cercò di parlare con la sorella.

Nina, dapprima reticente e cercando di dribblare le incalzanti domande di Max, in un secondo momento anche lei sfinita ed amareggiata per non potersi confidare con qualcuno, cedette e gli raccontò cosa le stava capitando.

Come un “fiume in piena” parlò della sua forza, del potersi elevare e volare, del produrre caldo, freddo, fuoco dalle sue mani e molto altro; chiudendo che quella era la prima volta che cambiava aspetto.

Il fratello conscio dell’immenso sforzo della sorella a nascondere tutto ciò, cercò di rassicurarla e di trovare assieme una soluzione affinché Nina potesse vivere quasi normalmente e non fosse additata come un “Personaggio da Fiera”.

Nina ora era maggiorenne ed era una ragazza con tratti somatici non indifferenti:

Capelli neri leggermente ondulati e lunghi

Occhi verdi

Bocca carnosa

Alta 1,78 cm.

Con questi presupposti non era certo una ragazza indifferente al genere maschile; tuttavia quando si trasformava diventando Supergirl, era davvero completamente diversa.

Biondissima, con occhi tendenti al giallo come l’ambra labbra con rossetto vivace ed il suo sinuoso corpo, imbrigliato in una tuta aderentissima nera ed oro.

I due fratelli dopo quell’episodio, si parlarono a lungo per poter estrapolare una strategia idonea a non far conoscere al pubblico la vera identità.

Le due figure: Nina e Supergirl dovevano rimanere distinte ed al contempo separate.

Nina e Supergirl non dovevano essere accomunate. Solo così Nina avrebbe continuato ad avere una vita pseudo normale e Supergirl sarebbe comparsa solo in caso di estremo bisogno o in situazioni di pericolo per la popolazione.

Nina così d’accordo con Max, si trasferì a Milano e fu assunta da un’agenzia investigativa molto nota nella città.

Trascorsi i primi mesi, Nina si fece benvolere dai colleghi di lavoro e fu apprezzata per le sue notevoli capacità investigative che lasciavano i capi dell’agenzia a volte spiazzati per la lucidità e tempestività nel risolvere la questione sottoposta.

Trascorsero alcuni mesi senza avvenimenti rilevanti e Nina ormai ben integrata nell’ufficio e con i suoi colleghi si occupava di spionaggio industriale insieme ad Andrea, un giovane laureato che al suo attivo aveva anche frequentato diversi master con il massimo dei voti.

Andrea e Nina in poco tempo, avevano conseguito dei rilevanti risultati riguardanti due o forse tre persone all’interno di una multinazionale che avevano sottratto dati e progetti di quest’azienda riguardanti un farmaco innovativo che avrebbe rivoluzionato e guarito da una patologia attualmente mortale.

Le spie che erano riuscite ad intrufolarsi nella multinazionale, facevano parte della mafia cinese ed erano pronte a tutto pur di riuscire a rubare ed appropriarsi della formula di questo nuovo farmaco.

Nina ed Andrea una mattina, erano pronti a smascherare le spie in questione ma queste, avvisate da una talpa, pagata profumatamente, iniziarono una guerriglia all’interno della sede, con armi automatiche, bombe… per fermare ed uccidere Andrea e Nina.

Nina vista la malparata, si nascose in una piccola rientranza e senza farsi accorgere da nessuno, si trasformò in Supergirl.

Supergirl, uscì dal suo nascondiglio e munita di un laccio riuscì a legare alcuni, poi schivando le pallottole, disarmò gli assalitori che consegnò alla polizia.

Fu proprio con quell’intervento che la popolazione conobbe Supergirl e le sue fantastiche doti.

Da quel giorno, Nina decise che Supergirl sarebbe intervenuta solo in caso di estrema difficoltà dei cittadini per proteggerli.

 

 

 

 

 

 

 

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