L’ALLEGRA FATTORIA

C’era una volta, una strana fattoria, dove vivevano tantissimi animali, erano davvero tanti che non so se definirla un’azienda agricola o uno zoo.

La Gente spesso la visitava e molte persone affascinate dall’interagire di tutti quegli animali si chiedeva come fosse possibile la loro vicinanza, visto che al parere di tanti questi erano incompatibili caratterialmente fra loro.

Un lungo viale alberato era il tragitto che si doveva percorrere per raggiungere il grande cancello ove sempre inspiegabilmente aleggiava una leggerissima nebbiolina.

Al di là di quel cancello forse un po’ di magia o perlomeno mistero aleggiava nell’aria.

All’ingresso t’accoglieva JUJU un sibilante serpentello che al confronto con i suoi simili non intimava alcun terrore che ti salutava attorcigliandosi nel melo vicino all’entrata.

Marco e Daniele, che si erano spinti a visitare quell’azienda tanto declamata per la sua originalità, furono accolti da Flic che dopo un lungo cinguettio gli parlò e disse:

“Ehilà tutto ok! Sono il vostro  steward e Vi accompagno.”

Flic era un buffo uccello dal becco un po’ sproporzionato ma assai simpatico.

Il suo compito era quello di accompagnarti a visitare la fattoria e tutti i suoi amici.

L’area era molto grande e dapprima Flic fece visitare un laghetto dove mamma Papera, chiamata Mummie, insegnava alle giovani papere a nuotare e a procurarsi il cibo.

Marco si avvicina al laghetto quando un sibilante vermicello gli salta sulla gamba e grida:

“SSSSSSSSSSSSSS…Ti sei ammattito! Non sai dove mettere i tuoi piedoni? Cosa cerchi di fare forse schiacciarmi?”

Marco tutto trafelato e un po’ scioccato posò gli occhi sulla gamba e risponse:
“ Amico non t’ho visto e non è colpa mia se tu ti nascondi nel prato!”

A quelle parole il vermicello accettò le scuse di Marco e con un saltello si posizionò sopra ad una roccia.

I due ragazzi visto un trattore decisero di salirvi e chiesero a Flic:

“Hei Flic che ne dici possiamo usarlo?”

Flic rispose:

“Ok ragazzi io vi seguirò ma dovete promettermi di non correre!”

Marco e Daniele saliti accesero il motore che incominciò a scoppiettare e con Flit sul tetto iniziarono a perlustrare la fattoria.

Vi erano diversi edifici e all’edificio principale fecero conoscenza con due famiglie d’agricoltori e con Baraldo e Papeete.

Baraldo, cane di taglia media, dall’espressione un po’ scanzonata era fedele compagno di Margot una cagnolina sempre meticcia come lui, che aveva trovato casa in quella fattoria.

I due anche se non si assomigliavano per nulla avevano stretto una specie di sodalizio fra loro, che li vedeva sempre uniti anche quando si trovavano in difficoltà o erano malati.

Fu proprio quella mattina, che Baraldo e Margot corsero incontro a Daniele e Marco tutti trafelati

In piedi su due zampe con la coda alta come fosse il pennone di una bandiera iniziarono a borbottare:
“C’è bisogno di voi la giumenta in stalla sta partorendo e non c’è nessuno che l’aiuti perché sono tutti nei campi! Quindi datevi una “mossa” ed aiutatela!”

Daniele quasi stizzito per quell’ordine perentorio rispose:

“Non c’è trippa per gatti” come puoi chiederci questo?

Baraldo allora molto arrabbiato sfoderò tutta la sua dentiera e ringhiò.

“Ragazzino qui ci si aiuta e non c’è posto per i fannulloni!!”

Le parole di Baraldo ebbero l’effetto di infuocare le mascelle di Daniele ed anche Marco si sentì investito da quei rimproveri.

A testa bassa i due amici seguirono Baraldo nella stalla ed aiutarono Stella alla nascita della sua puledrina.

Tutto andò per il meglio e dopo poco Stella e figlia poterono coccolarsi.

Tutti e dico tutti gli animali dell’azienda agricola e i contadini fecero festa per festeggiare Stella e la giovane puledrina, ma non si scordarono di far baldoria anche con quei ragazzi che avevano aiutato la cavalla.

Baraldo si mise al piano, la tartaruga Sonny ballò, la mucca Dolores forse “alzò un po’ il gomito”, furono sparati i fuochi artificiali e la festa s’inoltrò fino al mattino per la felicità di tutti.

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