TESTA CALDA

TESTA CALDA, soprannominato così, per i suoi capelli rosso fuoco e per il caratterino estroverso e focoso, era un bambino di sei anni che sprizzava gioia ed allegria soltanto a guardarlo.

Non molto alto per la sua età, con il viso cosparso di efelidi minuscole ed un paio di occhialetti tondi ricadenti su un nasino a patatina era la felicità per i suoi genitori che riponevano in lui molte aspettative.

Essendo figlio unico, Roy questo era il suo nome, si contornava di animali, cani, gatti, piccoli insetti… che adottava dopo averli recuperati dalla strada.

Da poco aveva iniziato la scuola che già uno stuolo di amici voleva accaparrarselo per trascorrere insieme le ore pomeridiane del gioco.

La mattina prendeva l’autobus della scuola e sedeva negli ultimi posti in fondo dove aveva conosciuto Rosemary, una ragazzina dalle trecce rosse, simpaticissima e sempre pronta allo scherzo.

Roy il pomeriggio, dopo aver eseguito i compiti, in compagnia del suo fidato Pilù, andava a chiamare Rosemary che abitava poco distante dalla sua abitazione.

Anche Rosemary, aveva un cane, Molly una femmina meticcia di piccola taglia molto affettuosa e vivace che alla vista di Pilù correva “a più non posso” per fargli le festa.

In compagnia di altri bambini della loro età, il papà di Roy, preparava uno spuntino e tutti facevano merenda in giardino di “Testa calda”.

 

Rosemary, amante dei selfie e delle foto, immortalava con il suo cellulare i ragazzi mentre si abbuffavano di dolci e merendine accompagnate da tazze di cioccolato. 

 

Un pomeriggio di piena estate gli amici di sempre erano andati a giocare nel nuovo parco giochi che il Comune aveva allestito e Roy si era appartato per prendere dal suo zaino da bere quando con un balzo un Grillo saltò sulla panchina e gli parlò:

 

“Ciao TESTA CALDA ti stai divertendo?”

Roy sconcertato che quel Grillo parlasse gli chiese:

“Chi sei? Da dove vieni? Cosa vuoi da me?”

“Piano, piano disse il Grillo, una cosa per volta ora ti darò tutte le informazioni che mi hai chiesto e continuò:

 

Io, sono la tua coscienza, cioè il mio compito è di mettere ordine ai tanti stimoli e sensazioni che ti arrivano per incanalarli in modo tale da pianificare il tuo futuro senza che tu dimentichi che cosa ti eri prefissato. Io controllo i tuoi pensieri e i tuoi comportamenti e visto che sei abbastanza, un bravo ragazzo ti devo suggerire ciò che tu ancora non fai o ti sei dimenticato di fare per diventare in futuro un uomo saggio ed apprezzato dagli altri.”

Il Grillo si avvicinò a Roy e gli disse:

“Vedi in questi giorni con i tuoi amici ti diverti in molte attività di gioco coinvolgendoli ma ti sei chiesto se la tua compagna di scuola Mery che sta nell’ultima fila vorrebbe anche lei partecipare ai vostri giochi?”

TESTA CALDA si toccò il ciuffo, si strofinò con le mani il viso e disse:

“Caro grillo tu mi hai spiegato che sei la mia coscienza e devo darti atto che oggi mi hai fatto trasalire perché non mi sono occupato di Mary che è disabile e dev’essere coinvolta nei nostri giochi. Ti prometto che manterrò la parola data e Mery da oggi sarà sempre con noi”.

Roy terminò quelle parole e come una bolla di sapone che scoppia, il GRILLO PARLANTE si smaterializzò.

Mary da quel giorno diventò una carissima amica del gruppo e condivisero insieme giochi, attività, studi sino alla laurea.

Roy grazie ad aver sempre ascoltato la sua coscienza divenne l’uomo che il grillo si aspettava.

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