SCIATORI ATTENTI
In una Località sciistica delle Alpi avevano costruito una nuovissima funivia con due stazioni.
La prima portava a delle piste di media difficoltà e sbucava in una valle con un paesino incantevole.
La seconda stazione terminava alla cima di una vetta ed il rifugio aveva una vista mozzafiato che ti faceva sentire “padrone” del mondo sottostante.
Le piste di questa seconda fermata, erano adatte a provetti sciatori che non temevano le difficoltà e le peculiarità di rocce e spuntoni che potevano apparire di tanto in tanto nella pista.
Anche questa pista, lunghissima, ti offriva diverse opzioni di fermata in rifugi, in piccoli borghi o sino alla località sciistica da dove si era partiti.
I due Gemelli, ormai provetti sciatori, cresciuti in un paesino poco distante erano stati allenati dal padre a questo sport ed ora al compimento del quindicesimo anno d’età avevano espresso la volontà di sperimentare le nuove piste appena aperte dalla nuova funivia.
Il padre, un ex campione olimpionico, prima di dare il consenso ai ragazzi per questa vacanza di una settimana, si assicurò di mettere in chiaro alcune disposizioni che avrebbero consentito una maggiore tranquillità a lui per alcuni dispositivi di sicurezza e nei riguardi del prossimo per i loro comportamenti.
Sasha, chiamò i figli e prima di concederli la vacanza diede queste disposizioni:
“Cari figli miei, dovete attenervi a queste regole e non transigo nessuna variazione”.
“Dovrete portare sempre il casco, para gomiti e ginocchia quando sciate e nello zaino un Kit di pronto soccorso”
Inoltre aggiunse:
“Sciate in coppia per aiutarvi in caso di necessità”
I due ragazzi, Peter e Yari promisero di rispettare le direttive date e prepararono i bagagli per la loro partenza all’indomani.
La partenza dei ragazzi il mattino seguente fu anticipata ed il pullman, partì alle quattro.
Giunti al Paese, Peter ed Yari portarono i bagagli alla Pensione e presi gli sci e snowboard si diressero alla funivia per “farsi un po’ le gambe”.
Iniziarono a sciare nelle piste meno impegnative per passare successivamente a quelle dove l’adrenalina andava a” mille”.
Furono giornate indimenticabili, sole e temperature non troppo rigide stimolarono i due fratelli a diversificare, sciando nella neve fresca o con lo snowboard e gareggiando fra loro.
Mancavano due giorni alla partenza, che i due gemelli decisero di commisurarsi nelle piste più difficili prendendo la funivia che li avrebbe portati in cima alla vetta.
Muniti di casco e protezioni e con alle spalle uno zaino si unirono ad una compagnia di tre ragazzi che come loro desideravano provare quei ripidi pendii.
Tutto si svolse nel migliore dei modi per la prima parte del percorso, ma attraversato un bosco, due ragazzi della compagnia non vollero unirsi agli altri e decisero di intraprendere un “fuori” pista.
Yari mise in guardia gli amici sapendo che quella decisione era alquanto rischiosa ma questi non l’ascoltarono.
La previsione di Yari come in un cartone animato si verificò e pochi metri più in là o forse meno, uno spuntone di roccia non vista dai ragazzi li fece volare e ricadere vicino a degli alberi.
I gemelli, accortisi immediatamente dell’incidente con le dovute cautele si diressero verso i malcapitati amici e come se il cielo, in un “nanosecondo” si aprisse, videro il volto di una donna, forse una fata che così si espresse:
“Attenetevi alle direttive di vostro padre e tutto andrà per il meglio!”
Preso dallo zaino il cellulare immediatamente chiamarono il soccorso alpino.
Furono momenti concitati, i ragazzi rimasero coscienti e riportarono ferite e fratture.
I gemelli rimasero lì accanto e rassicurandoli attesero l’arrivo dell’elicottero e degli addetti al soccorso.
Fortunatamente passati pochi minuti, l’elicottero trasportò al vicino ospedale uno dei due ragazzi, mentre l’altro fu trasportato in una barella con gli sci fino all’ambulanza.
Yari e Peter il giorno seguente s’informarono sul decorso dei loro amici e rassicurati dai medici poterono salutari e augurarli la più pronta guarigione.
L’indomani, i fratelli ritornarono a casa e raccontarono al padre tutto quello che gli era capitato nella vacanza ringraziandolo per gli insegnamenti ricevuti, che gli avevano preservati da incidenti.
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