Fiabe: BADDY e SQUIZZY

Fiabe di Nicoletta

In un fantastico zoosafari nelle Puglie, un gran numero di animali viveva felice in un ambiente, che gli permetteva un’esistenza paragonabile a quasi come fossero stati allo stato brado.

Lo zoo, vicino ad Alberobello, paese famoso per i Trulli, null’altro che bianche abitazioni coniche in pietra a secco particolarissime ed antichissime; era meta dei turisti, per l’affascinante varietà d’animali, regno della biodiversità, un’oasi naturale che accoglie e conserva, in piena libertà, animali di tutte le specie.

Questo luogo di ben 140 ettari, dove svolge un ruolo di primo piano nell’attività di conservazione delle specie minacciate di estinzione è la partenza per la narrazione di questa fiaba.

La nostra storia, inizia un mattino verso l’alba, gli animali della savana sono in fermento.

Leoni, tigri, zebre, giraffe, elefanti alle specie tipiche di altri ecosistemi come cervi, cammelli, orsi dal collare, fenicotteri…Tutti in libertà erano in grande agitazione per la nascita di BADDY, un elefantino.

Tutti gli amici elefanti, s’erano messi in cerchio a protezione di mamma Kala che doveva partorire e visto che la gestazione per gli elefanti è di circa ventidue mesi, l’evento era sicuramente un avvenimento.

Nato Baddy, tutti gli elefanti alzarono la loro proboscide in segno di contentezza e felicità.

Il piccolino, forse no, così non si può definirlo, al momento della nascita pesava 110 Kg. ed aveva una particolarità era a Pois.

Dopo qualche tentativo fallito, il cucciolo si mise in piedi e si alzò.

Mosse i primi passi lui che era appena nato, un’impresa che richiese coordinazione e uno sviluppo cognitivo avanzato.

Gli amici elefanti vedendolo si misero a ridere a “crepapelle” per poi scappare via.

Chi mai avrebbe accettato allo zoo un elefante a pois?

Solo, abbandonato da tutti, anche dalla madre si trovò in quella radura senza l’apporto di nessuno.

Seduto, pianse talmente che ai suoi piedi formò una piccola pozzanghera.

Desolato e solo cercò con tutte le sue forze di rialzarsi.

Fece qualche passo stentato e all’improvviso da un cespuglio uscì Squizzy un topolino assai grazioso dalle grandi orecchie.

Gli elefanti, nonostante la loro mole hanno una paura smisurata dei topi e le reazioni possono essere le più disparate.

Baddy, alla sua vista fece un salto talmente alto da cadere rovinosamente a terra a pancia in giù con le quattro zampe aperte al suolo.

Squizzy allora riempì i polmoni ed urlò:

“Fermo non aver paura non ci crederai ma ti sono amico e ti aiuterò!”

 

Baddy, ripresosi dallo spavento gli disse:

“Ciao Amico, ho paura, ho fame e tutti mi hanno abbandonato perché?”

Squizzy allora indicò all’amico di specchiarsi in una piccola pozzanghera e lì s’accorse di come fosse buffa la sua pelle.

 

Il topo allora gli disse:

“Baddy, sei unico e non ti devi avvilire anzi la tua unicità sarà un punto di forza. Ora affidati a me e ti aiuterò.”

Squizzy chiamò la moglie e le indicò di portare una foglia magica anche per l’amico.

Il Topolino, fece sedere l’elefantino sopra la foglia e tutti magicamente si diressero dal guardiano dello zoo.

Squizzy raccontò a Leone, la guardia del parco, le sorti del povero elefantino e lo invitò a svezzarlo per non farlo morire di fame.

Leone si attivò immediatamente fornendo a Baddy del buon latte che lo rifocillò e gli diede la forza per ringraziare i suoi nuovi amici.

Leone ligio al suo lavoro svezzò Baddy per tre lunghi anni anche se l’elefantino iniziò ad usare propriamente la sua proboscide e a nutrirsi parzialmente da solo con i vegetali ed altro dopo alcuni mesi.

Felice Baddy perlustrò le varie zone dello zoo sempre accompagnato dai suoi insostituibili amici e divenne la mascotte dello zoosafari.

Un giorno confidò a Squizzy di avere un gran desiderio quello di rincontrare gli elefanti che lo avevano abbandonato e soprattutto la madre.

Il topo organizzò tutto e propose all’amico quella gita che li avrebbe fatti incontrare con la madre e gli altri elefanti del gruppo.

Baddy arrivati ad un lungo spiazzo bagnato da un fiumiciattolo dove dovevano incontrare gli ex amici, volle prendersi gioco di loro e complottò con l’amico il mettergli paura tramite l’invasione di piccoli topi.

Squizzy chiamò molti amici e li radunò dietro a delle rocce vicino l’insediamento degli elefanti.

Alle prime luci dell’alba, Squizzy diede il via all’operazione e fece invadere dai topi, la posizione dove si trovano la mamma di Baddy e i loro amici.

Vi fu un “fuggi – fuggi” generale, barrendo all’impazzata con il classico “iiiiiih” tutti gli elefanti correvano in maniera scomposta di qua e di là, terrorizzati da quei minuscoli esseri.

Fu allora che Baddy si presentò al cospetto della madre e disse:

“Hai forse paura di pochi topolini minuscoli mentre tu ti atteggi ad essere un’elefantessa grande e grossa e non ti curi dei più deboli? Mi riconosci? Sai chi sono? Hai forse tanta paura di accettare chi è diverso da te senza chiederti il perché?”

La madre solo allora piegò le gambe e singhiozzando chiese scusa al figliolo e si dichiarò pentita delle decisioni prese avventatamente.

Baddy perdonò le azioni della madre e del gruppo di elefanti e disse:

“Anche gli adulti possono sbagliare ma se sono consapevoli dei loro errori è giusto perdonare”.

Baddy aiutò la madre a rialzarsi.

Tutti gli animali dello zoosafari, acclamarono quel grande elefante a pois e gli amici topi che avevano creduto in lui.

 

 

 

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