LA SFIDA

Dopo una notte di bisboccia in una taverna in un borgo medievale della Scozia, un gruppo di giovani Cavalieri dediti agli scherzi e agli scherni, s’inventò una sfida da farsi fra loro quattro.

Prese la parola ALEXANDER, conte di Moray:

“Cari amici, alzo il calice per suggellare la nostra sfida che si svolgerà fra tre notti. Noi dovremo recarci in camera di una donzella in piena notte e tagliarle i capelli sino alle spalle. Se la pulzella farà i capricci potremo legarla per poi slegarla a capelli tagliati. Il vincitore sarà colui che non solo riuscirà a tagliare i capelli; ma che vi riuscirà nel minor tempo.

Il giorno seguente al cospetto del Re al vincitore gli sarà conferita un’onorificenza.”

Gli altri cavalieri s’alzarono e suggellarono la sfida innalzando i calici, per poi darsi una vigorosa stretta di mano.

Il giorno seguente i cavalieri prepararono minuziosamente la strategia per prendere di “soppiatto” la ragazza scelta per il taglio di capelli.

Alexander aveva scelto una marchesina che abitava in una torre protetta da vari animaletti che la difendevano dagli attacchi di cattivi intenzionati.

Apollonio amava le brune così decise per una principessa Indiana

Ortensio scelse una dama dai capelli Rossi ed infine Modestino previlegiò una minuta principessa che viveva in un castello sopra un’alta rupe.

L’impresa era alquanto particolare e non di facile esecuzione perché tutte le ragazze erano ben protette a tutela della loro sicurezza e i genitori avevano progettato per ciascuna di loro dei veri e propri tranelli per disincentivare i pretendenti senza autorizzazione.

L’indomani si attrezzarono di corde, rampini, chiodi, forbici….misero il tutto in alcune bisacce e presi i loro destrieri, s’incamminarono verso la meta prefissata.

Il primo cavaliere ad affrontare la donzella, fu Alexander che si diresse verso la torre della sua prescelta, ma se dapprima fu accolto da animaletti ed uccellini innocui; quando lanciò il rampino sulla prima finestra della torre, uno sciame di CORVACCI NERI gli si scagliò contro facendolo desistere e fuggire.

Il secondo ad affrontare la sua brunetta fu Apollonio.

Apollonio pronto a conquistare le grazie dell’indiana per poi tagliarle i capelli secondo il suo punto di vista, era un gioco da ragazzi, ma purtroppo per lui, giunto alla meta una moltitudine di elefanti gli si parò difronte e dopo aver preso la carica gli si lanciò contro, facendolo scappare a gambe elevate.

Fu la volta di Ortensio che si diresse in una fortezza a strapiombo sul mare dove i venti imperversavano per trecentosessantacinque giorni all’anno.

Si arrampicò sulle mura, ma nonostante avesse legato il suo corpo ad una fune, questa fu recisa da uno spuntone di ferro che con l’ondeggiare del corpo per il vento, fu dapprima slabbrata per poi tranciarsi.

Ortensio fece un bel volo, ma la fortuna volle che il suo corpo s’adagiò su di un carro di fieno attutendo l’impatto.

L’ultimo rimasto era Modestino che arrivato al Castello, s’intrufolò nelle cucine e chiamato il Giullare gli fece dono di alcune monete.

Il Cavaliere, si fece promettere d’interpellare la bella castellana per una sua visita verso sera.

Il Giullare felice per le monete guadagnate dal cavaliere senza farsi accorgere riuscì a parlare con la dama dalla fluente treccia bionda che gli diede il permesso di visitarla.

All’imbrunire Modestino salite le interminabili scale della torre sino ad arrivare alla sua porta.

Bussò tre volte come concordato e la bella dama si affacciò.

Modestino entrò prendendo in mano la lunghissima treccia e chiese:

“Buonasera bellissima Dama con poche parole le racconterò la sfida fatta con i miei amici e se lei acconsentirà le taglierò questa meravigliosa treccia”

La Dama se dapprima era un po’ incredula a vedere quel viso sincero diede il benestare e per di più alla principessina l’idea di una nuova acconciatura la solleticava assai.

Tagliata la treccia le fu fatta una piega a boccoli e Modestino messa la treccia in una scatola si congedò ringraziandola.

I Cavalieri il giorno seguente furono chiamati dal Re che messo al corrente sull’esito della sfida, diede l’onorificenza a Modestino e l’omaggiò regalandogli un appezzamento di terreno con una magione.

La principessa a cui erano state tagliate le trecce, era la nipote del Re si e lei in quell’occasione si fece avanti ed invitò Modestino ad una serata danzante.

Dopo pochi mesi Modestino e la principessa dai lunghi boccoli convolarono a nozze.

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