AMORE FATALE

La nebbia quella sera, densa somigliante a del fumo denso impenetrabile, s’era incuneata in ogni pertugio e nulla aveva il suo aspetto originario.

Ogni anfratto era ovattato e non più identificabile dall’occhio umano.

Lucia, percorreva con la sua nuova auto, BMW serie 2 Active Tourer, la strada che come al solito la portava verso casa, ma a differenza delle altre sere, la nebbia aveva dato una visione completamente forviante del tragitto da percorrere, ed era la terza volta che si ritrovava al solito incrocio.

Non era la prima volta che le capitava una serata come questa, ma fortunatamente lungo la strada, le altre volte aveva incrociato un’altra macchina che grazie ai suoi fari, le aveva permesso di raggiungere casa, rimanendo a debita distanza dietro al fortunato viaggiatore che le aveva agevolato la vista della strada.

Sconsolata, per pochi attimi si fermò al ciglio della strada mettendo le quattro frecce.

Il destino o la buona sorte, volle che una Porsche Cayenne con fari fendinebbia ultrapotenti si affiancò alla vettura di Lucia.

Abbassato il finestrino, una figura non ben definibile per la poca luce con una voce mascolina, calda e profonda chiese:

“Ha bisogno d’aiuto?”

Udendo quelle poche parole a quel tono basso rese affidabile la persona che le aveva pronunciate e Lucia fattasi coraggio aprì il suo finestrino e rispose allo sconosciuto:

“Salve, con questa nebbia, è la terza volta che mi trovo in questo incrocio e mi sono fermata per farmi passare la rabbia e riprendere la via di casa.

Abito non molto lontano da qui tra Padova e la Riviera del Brenta, a NOVENTA PADOVANA e la mia casa è in centro al paese.

Se sei così gentile di precedermi fino all’inizio del paese te ne sarei veramente grata. A proposito non mi sono presentata mi chiamo Lucia”

L’uomo alla guida della Porche rispose:

“Salve Lucia, io sono Giorgio e non vi sono problemi a farti strada, ora seguimi!”

Riacceso il motore, Lucia si mise in coda alla Porche che, grazie ai suoi fanali fendinebbia non aveva problemi ad avere una visuale più nitida, percorse così, agevolmente la strada che l’avrebbe portata a casa.

Giunti all’inizio del paese la nebbia si era diradata e Giorgio diede un leggero colpo di clacson, poi dallo specchietto alzò la mano e salutò Lucia.

In un attimo, la Porche si dileguò e con essa, anche il suo proprietario.

Lucia, arrivò tranquillamente, sino al garage della sua abitazione e salita al secondo piano con l’ascensore, infilò le chiavi nella toppa ed entrò.

Stremata per una giornata assai faticosa e terminata con l’inghippo della nebbia e di quel misterioso Giorgio; si tolse il vestito, gettò sul pavimento i sandali con tacco dodici e rimasta con della lingerie di seta color panna balzò a pancia sotto nel suo lettone.

Lucia viveva in quella casa da poco tempo, infatti l’aveva acquistata e scelta con tutti i nuovi criteri di modernità e sostenibilità.

Il trasloco era stato fatto da poco e prova ne era che in alcune stanze, presenziavano ancora degli scatoloni da aprire.

Lucia aveva avuto poco tempo da dedicare alla casa, impegnata con un lavoro che la coinvolgeva onninamente e non le lasciava molto spazio per la vita da single a cui si era avvinghiata.

Laureata in Medicina, aveva scelto di non fermarsi, ma perseguire la strada più impegnativa, quella della specializzazione, ma sicuramente questo indirizzo le avrebbe fornito la possibilità di lavorare a tempo indeterminato nelle strutture del Sistema Sanitario Nazionale.

La specializzazione che Lucia aveva scelto era assai tosta e cosciente che non vi erano sconti, era pronta ad impegnarsi studiando e lavorando ancora cinque anni per specializzarsi in cardiochirurgia.

Lucia con una laurea in Medicina e Chirurgia con 110 e l’abilitazione all’esercizio della professione aveva tutti requisiti per decidere dove frequentare la specializzazione e la sua scelta fu Padova.

Alta m.1,78, capelli bruni lunghi, occhi verdi smeraldo, carnagione leggermente ambrata, gambe lunghe e snelle ed una terza di reggiseno; Lucia era da considerarsi “uno sballo” di ragazza.

Caratterialmente era una ragazza solare e predisposta all’amicizia e ad aiutare il suo prossimo; era dinamica e sempre pronta a nuove sfide e a mettersi in gioco.

Come ho detto, nonostante fosse molto impegnata, i suoi spazi di libertà erano sempre ben organizzati e coinvolgevano tanti amici.

Uno stretto gruppo di ragazze erano le vere amiche di Lucia.

Conosciute al liceo scientifico, erano quattro le ragazze che erano riuscite negli anni tra alti e bassi a mantenere integra un’amicizia fondata sul rispetto reciproco, nella disponibilità ad ascoltarsi, all’essere sincere e a dare per ricevere.

Queste norme o fondamenti furono i cardini dell’impianto della loro amicizia e questo non esulava il fatto che erano tutte ragazze amanti della vita, creative e talvolta inclini a qualche stramberia per divertirsi e far divertire.

Trascorrono un paio di mesi da quell’evento con lo sconosciuto e la nebbia, Lucia non aveva dimenticato l’incontro sibillino, ma sicuramente l’aveva riposto in qualche cassetto della sua mente.

Lucia finalmente poteva godere di un pomeriggio libero da dedicare a sé stessa e concedersi alle sue amiche per uno sfrenato shopping.

Una serata particolare le avrebbe dato poi, quello sprint per affrontare la settimana successiva dove sarebbe entrata nella Scuola di specializzazione a Padova.

È sabato ed è periodo di liquidazioni e Lucia con le quattro amiche decidono che avrebbero fatto razzia d’abiti scontati per rimpinguare il guardaroba.

Felici e a braccetto, dopo aver fatto una vasca in centro per tastare le offerte dei negozi d’abbigliamento e di intimo a Padova decidono di acquistare alcuni capi che le avevano rapite.

Munite di pacchetti e pacchettini, era l’ora dell’aperitivo e d’istinto decisero di dirigersi alla “CORTE SCONTA” un’enoteca con spunciotti e vini di ogni regione d’Italia e birre per tutti i gusti.

È impossibile non far visita a questo locale padovano, assai caratteristico, dove i giovani si ritrovano per far “quatro ciacoe (quattro chiacchere)”, unico difetto è che in questo locale il tempo passi alla velocità della luce.

Le amiche trovato un tavolo si liberano delle varie borse e prima d’ordinare posano l’occhio in una targa lignea del locale che riporta questa scritta “VIAGGIAR DESCANTA MA CHI PARTE MONA TORNA MONA”(viaggiare ti fa crescere e ti libera, ma chi parte sciocco torna sciocco senza aver imparato nulla) e leggendola scoppiarono in una sonora risata.

Ricomposte, ordinano i seguenti aperitivi:

1 CORTE NERA (Porto Rosso-chinotto-F. Arancia).

1 CORTE ROSSA (Porto Rosso- gingerino- F. Arancia)

1 CORTE BIANCA (Porto Bianco-tonica-F. Limone)

1 AMERICANO CLASSICO (Vermut Carpano-Bitter Nardini-Angostura)

1 AMERICANO SPECIAL (Vermut -Bitter)

Terminate le ordinazioni iniziano a chiacchierare e a raccontarsi ultimi flirt, aspettative e qualche piccolo pettegolezzo.

Vanessa, Carla, Camilla, Cristina raccontano liberamente che ultimamente sono state anch’esse molto impegnate nel lavoro e solo Vanessa si era fidanzata, mentre le altre avevano avuto relazioni brevi che erano terminate per piccole incomprensioni.

Vanessa stimola Lucia, che sino a quel momento non aveva proferito parola a raccontarsi.

Lucia ormai intrappolata dalle amiche menziona l’episodio capitatole alcuni mesi prima con lo sconosciuto di nome Giorgio dalla voce suadente e da un fisico apprezzabile anche se nell’oscurità e nella nebbia non era riuscita a ben definirlo.

Le amiche incuriosite, le fanno mille domande, ma Lucia un po’ disorientata non riesce a soddisfare la curiosità di quell’incontro alle amiche, perché non sapeva nulla di lui, anche se trapelava un interesse rimasto nell’oblio.

La serata terminata a cena in una Osteria a Padova in Via San Pietro nel centro della città, diede alle ragazze l’input per darsi un ulteriore data per stare insieme visto, che il pomeriggio e serata erano passate in un “baleno” e come sempre lo stare assieme, aveva consolidato la loro unione ed amicizia pari a delle sorelle.

È l’inizio di una nuova settimana e con essa, Lucia inizia il suo percorso di specializzazione in cardiochirurgia pari a 38 ore settimanali dove dovrà apprendere le conoscenze di base e l’esperienza necessaria per riconoscere e curare o intervenire in patologie che riguardano l’ambito cardiochirurgico.
Nella scuola di specializzazione che aveva scelto Lucia, questi erano alcuni aspetti che le sarebbero stati presentati e a cui doveva sottoporsi sia a livello di studio sia a livello pratico.

Iniziò così un nuovo percorso per la ragazza, conscia che ci sarebbero state poche distrazioni goderecce o sentimentali dovute all’impegno che doveva assumersi per rispettare i tempi ed esami.

I primi tempi non vi furono inghippi e la frequenza alla scuola fu intensa nei reparti di chirurgia generale.

Trascorso questo periodo, Lucia doveva frequentare per almeno un trimestre i reparti di chirurgia toracica e di chirurgia vascolare.

Un mattino Lucia, anticipando l’orario si ritrovò a percorrere i corridoi che la portavano in sala operatoria.

Bella, come sempre con i capelli raccolti da uno chignon e quel camice bianco su quella pelle ambrata avrebbero fatto strabuzzare gli occhi di qualunque maschietto.

Fu lei la prima a fermarsi quando s’accorse, che dalla parte opposta del corridoio, un “Uomo” con un sorriso assassino, occhi penetranti, camicia scura appena sbottonata, dove s’intravedeva una carnagione “caffelatte”,

braccio destro che teneva il camice sopra alla spalla e valigetta sulla sinistra, le stava venendo incontro.

Inizialmente imbarazzata da quella visione, la sua mente le disse che quell’uomo era un “déjà-vu”, e tornando indietro con la memoria e senza accorgersi delle parole che le uscirono involontariamente dalla bocca disse:

“Giorgio?”

Lui sentendo il suo nome si fermò ed indirizzò lo sguardo verso quella giovane.

Tra i due non vi fu un attimo d’esitazione.

Era come se il tempo si fosse fermato a quella sera di nebbia dove s’erano scambiati degli sguardi pieni di seduzione.

“Ciao Lucia, destino vuole che ci incontriamo nuovamente e che io sia per te il “mentore” di questo percorso di specializzazione”.

La mano di lui la sfiorò e lei incredula ed imbarazzata ebbe un fremito.

Trascorsero alcuni giorni, e la passione tra i due cresceva e se non avessero preso dei provvedimenti urgenti sarebbe esplosa in corsia.

Giorgio prese l’iniziativa ed invitò Lucia a trascorrere un weekend al Lago e lei accettò.

Dopo una breve passeggiata nel pomeriggio, lungo la riva, Giorgio le cinge le braccia intorno alla vita e le bacia leggermente, i capelli mossi dalla brezza.

Passione ed amore si mescolano e si fondono, lui a pochi centimetri dal suo viso le fissa le labbra, mentre s’accosta sempre più.

Lei, non si sottrae ed un grande calore, la pervade scaturendo in un profondo bacio.

Le labbra di Giorgio, calde e la sua lingua con movimenti lenti la induce a lasciarsi andare.

Lucia avverte il suo respiro e lo sfioramento delle sue mani sul seno sopra la camicetta denotano senza dubbio un’attrazione fisica che entrambi li sovrasta.

Giorgio staccandosi la guarda con ammirazione; ha bisogno di raffreddare per un attimo quei “bollenti spiriti” che attanagliano entrambi.

La sera dopo cena senza ormai più freni avvinghiati davanti ad una porta finestra che dava sul Lago, appagheranno quell’amore sfociato dall’infatuazione e tramutato nel tempo in quell’amore perfetto fatto di passione, intimità ed impegno.

Il fine settimana trascorse in un “baleno” e al lunedì mattina quando ancora la luna non aveva lasciato posto al sole, Giorgio lasciò Lucia al suo appartamento e si diresse direttamente all’ospedale.

Lucia scaricò il trolley ed in velocità aprì l’acqua della doccia.

Dopo essersi spogliata entrò nella doccia ed azionò il soffione con le funzioni di cromoterapia a nove colori mentre i getti d’acqua a cascata, a pioggia e nebulizzati rigeneravano quel fisico che aveva bisogno di una sferzata d’energia prima d’intraprendere una giornata in ospedale accanto a quell’uomo che per lei rimaneva ancora un enigma.

Quell’uomo racchiudeva ancora segreti o comunque fatti di vita a lei ancora ignoti che la destabilizzavano ed al contempo solleticavano la sua fantasia.

Arrivata in ospedale, in spogliatoio si tolse tacchi e vestito, infilò il camice e zoccoli sanitari, legò i capelli in una crocchia con delle forcine ed abbassò lo sguardo alla ricerca che tutto fosse in ordine senza accorgersi che qualcuno fosse alle sue spalle.

Giorgio, infatti dopo essersi accertato che nessuno fosse presente pizzicò leggermente il lato “B” di Lucia che saltò come fosse stata punta da una tarantola, girandosi e cadendo tra le braccia di lui che non esitò a baciarla.

Repentinamente si ripresero entrambi e tornati in sé si staccarono.

Nessuno sapeva del loro connubio e per il momento nessuno doveva essere a conoscenza della loro relazione.

La mattinata fu frenetica e con diversi impicci da risolvere e Lucia dovette sostituire una collega.

Solo nel tardo pomeriggio, terminarono gli interventi in sala operatoria ed i pazienti nelle varie stanze si erano acquetati.

Giorgio, finito il turno prese l’ascensore e schiacciò l’ultimo piano dove negli spogliatoi doveva recuperare una sua valigetta.

L’ascensore dopo due piani si fermò, si aprirono le porte e Lucia fece il suo ingresso.

Lucia entrò e chiuse le porte Giorgio fu inondato da un leggero profumo di gelsomino che innescarono strane sensazioni e l’alchimia tra i due s’infiammò.

Le scintille presero “fuoco” e nessun pompiere sarebbe stato in grado di spegnerle.

Giorgio, fermò l’ascensore ed il suo corpo s’avvicinò a quello di Lucia le accarezzò i capelli, poi le sue mani si appoggiarono ai seni facendo irrigidire i capezzoli e un lunghissimo e profondo bacio li avvinghiò.

Lucia si destò e rimise in funzione l’ascensore.

Attrazione, chimica non erano sufficienti per Lucia e così si decise a parlare con lui per chiarire che a cosa aspirava e che non avrebbe derogato ai suoi principi.

Giorgio l’ascoltò e le promise che avrebbe assolto alle sue richieste. Io TI AMO le disse e la mia vita futura è solo con te.

Quella sera si lasciarono ma, Lucia terminò la specializzazione e convolò a nozze con il suo Giorgio.

Professionalmente ebbero una carriera costantemente in ascesa e salvarono talvolta lavorando in team tante vite.

Foto PIXABAY- Foto Depositphototos

 

 

 

 

 

 

 

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