LA BALLERINA

In mezzo alla campagna della Bassa Padovana s’ergeva una piccola vecchia casa.

Silvano, conscio che tra poco la sua famiglia si sarebbe allargata con la nascita di Margot decise di acquistare quella casa anche se molti dovevano essere i suoi sforzi per ristrutturarla e renderla abitabile per la sua famiglia.

Senza indugiare, acquistò del legname per gli infissi, le tegole per il tetto, della pittura per dipingerla ed altri attrezzi vari per rendere quella dimora vivibile.

Silvano che faceva il fornaio al paese vicino, rubava ogni istante per recarsi alla nuova casa per rimetterla in sesto.

Gli amici del fornaio, essendo a conoscenza delle sue limitate finanze, si accordarono per dargli tutto l’appoggio possibile perché la casa fosse pronta prima dell’avvento.

 

I propositi degli amici si avverarono e la casa fu pronta alla data della nascita.

Silvano, venne chiamato al forno, una mattina, di tutta fretta da delle vicine che gridarono:

“Silvano chiama la levatrice e corri a casa”

Miriana, la moglie, una giovane ventenne, era ormai pronta al parto e con l’aiuto della levatrice in brevissimo tempo diede alla luce MARGOT.

Margot, era una dolcissima bambina molto aggraziata che dopo pochi anni s’innamorò del ballo.

Con un piccolo tablet guardava in continuazione dei video di danza e benché avesse pochi anni, cercava di ripetere alcune mosse guardandosi allo specchio.

Una vecchia zia, che amava quella bambina e spesso l’accudiva quando i genitori lavoravano, trascorreva con lei diverse ore al giorno diversificandole tra gioco ed istruzione.

La zia, s’era accorta di come Margot desiderasse danzare e sapendo che le finanze di casa non le avrebbero permesso di frequentare una Scuola si rivolse ad una amica che aveva la figlia ormai grande che aveva frequentato una scuola di danza.

La zia e l’amica, un pomeriggio rovistarono in un vecchio baule e di lì uscì un vecchio tutù ed un paio di scarpette logore.

L’amica diede in dono il tutto alla zia di Margot che felice fece indossare alla bambina quell’ambito costumino.

Margot sprizzava gioia in quelle vesti e si sentiva già una ballerina anche se non portava le scarpe perché troppo piccole.

Margot con quel vestitino forse una taglia più grande scappò nel bosco e si appoggiò ad una staccionata a sognare.

Una mini fatina si materializzò e Margot poté parlare con lei

“Sai fatina io vorrei essere una ballerina ma questo non è possibile!”

La Fatina dalle piccole ali le girò intorno e disse:
“Cara Margot io ti aiuterò ma dovrò parlare con i tuoi genitori per accordarmi con loro. Questa sera busserò tre volte e tu mi aprirai”.

Giunta la sera, Margot impaziente aspettava l’arrivo della fata che non si fece attendere a lungo e bussò. La Fatina fu fatta accomodare e dopo aver sorseggiato un intruglio a base di frutta parlò:
“Dovete sapere che dal giorno che Margot è venuta al mondo, io le sono accanto e percepisco come vostra figlia abbia un grande sogno quello di diventare una ballerina.

Conosco le vostre problematiche familiari, ma vorrei sottoporvi alcune alternative. Il Bisnonno Guglielmo mi ha consegnato le sue volontà ed una cassetta prima di morire. Anche se malato aveva con sé sempre una foto di Margot vestita da ballerina e decise che il suo patrimonio sarebbe servito all’educazione e allo studio per Margot. L’intento del Bisnonno è quello di far frequentare un collegio molto prestigioso alla nipote con la possibilità di frequentare contemporaneamente un’importante scuola di danza. Se la ragazza si applicherà seriamente agli studi, io le fornirò alcuni strumenti per diventare famosa.”

I Genitori di Margot si guardarono increduli e la mamma della ragazzina chiese:

“Margot è ancora molto piccola ha solo cinque anni ed io non sono disposta a separarmi da lei, anche se capisco che tutto questo è un’opportunità unica per la mia bambina.”

La Fata volò sulla spalla della madre e rassicurandola le disse:

“Ogni settimana verso l’imbrunire un unicorno alato ti porterà da Margot e potrete passare insieme un’intera giornata. Se vi sarà un problema di salute, potrai presenziare sino alla guarigione.”

La mamma rassicurata dalle parole della Fata diede il suo consenso.

Pochi giorni più tardi la fata si presentò nuovamente al cospetto dei genitori di Margot e raccolte poche cose trasferì Margot in un noto collegio Parigino dove si praticavano anche, varie discipline sportive e la danza.

Margot fu seguita da validi insegnanti sia per quanto riguarda gli studi che la danza.

Frequentò con costanza ed impegno école de Dance de l’Opera National de Paris sino ad essere un étoiles del Balletto dell’Opera di Parigi.

Margot girò il mondo e fu acclamata in famosissimi teatri.

Dedizione, sacrificio, dolore furono sicuramente per Margot alcuni aspetti che l’accompagnarono nel suo percorso di ballerina; ma con lei a spronarla e a consolarla ebbe sempre due figure: la mamma e la sua fata.

Qualunque cosa tu possa fare, qualunque sogno tu possa sognare, comincia. L’audacia reca in sé genialità, magia e forza (Goethe)

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