Fiaba – CAMILLA

 

In Scozia, lontano dalla città, vicino ad un fitto bosco e ad un fiume, vi era un castello eretto da un cavaliere che dopo aver combattuto in aspre battaglie, decise che lì sarebbe sorta la sua dimora.

Dopo alcuni anni, la moglie diede alla luce Camilla una bella bimba di tre kili.

La ragazzina sin dai primi anni di vita si intuì avere un carattere ed una predisposizione verso gli animali e spesso questi riuscivano a parlare o comunque a comunicare con lei.

Capelli biondi, due guancette rosee, un bel sorriso, la bambina era amata da tutti e spesso Camilla una piccola ghiottona, s’intrufolava in cucina per rubacchiare qualche biscotto o dolcetto preparato dalle cuoche di palazzo.

Dopo pochi anni nacque Luigi e Camilla accolse il fratello e si legò a lui dapprima accudendolo poi crescendo, dividendo giochi e segreti.

I primi anni i due fratelli trascorsero un’infanzia serena e senza intoppi ma ben presto le cose cambiarono.

La mamma dei due ragazzini morì per una grave malattia in giovanissima età lasciando Camilla di soli sette anni e

Luigi di quattro.

Il padre affranto dal dolore di aver perso la donna che amava, iniziò a bere diventando ben presto un alcolizzato e non si interessò più dei figli.

I due fratelli spesso erano costretti a nascondersi per non essere malmenati dal padre che sotto l’effetto dell’alcool diventava irascibile e pericoloso.

Una sera verso l’imbrunire, il padre decise di liberarsi dei due bambini e con uno stratagemma, li convinse che li avrebbe portati in un paese vicino dove si svolgeva uno spettacolo di saltimbanchi.

Caricati nel suo destriero, il padre si diresse verso il bosco con i due fratelli ed entrato all’interno del bosco dove vi era una piccola capanna alloggio di qualche boscaiolo, fece scendere i due bambini e li fece sedere su di una panchina e gli disse:

“Sedetevi qui ed attendete che io vado a prendere zia Fedora, poi insieme andiamo a divertirci.”

Camilla e Luigi non capivano perché il padre li avesse portati in quel luogo ma fiduciosi delle parole del padre si sedettero dandosi la mano.

Il padre sparì e i ragazzi attesero invano che il genitore tornasse.

Trascorsero un paio d’ore ed il buio ormai imperversava.

Camilla capiva che era rimasta sola con il fratello che impaurito tremava e piangeva e poiché lei era più grande doveva proteggere quel ragazzino.

Camilla cercò in tutti i modi di forzare la chiusura della porta di quel rifugio e dopo diversi tentativi riuscì ad aprire ed entrare nella capanna.

Mille pensieri attraversavano la mente della piccola Camilla ma abbracciando il fratello lo fece sdraiare in un pagliericcio e trovando un paio di coperte lo coprì e cercò di farlo addormentare.

Seduta in uno sgabello all’interno della capanna, cercò di elaborare un piano per uscire da quella situazione chiedendo aiuto ai suoi amici animali affinché la confortassero in quella situazione.

Uscì dal rifugio ed iniziò a fare alcuni versi di richiamo.

Dapprima arrivò Gaspare un grosso coniglio che la rincuorò rassicurandola che si sarebbe occupato di lei e del fratellino e le disse:

“Per questa notte chiamerò altri animali che vi faranno compagnia e vi proteggeranno”

Dopo pochi attimi arrivarono tante civette che si posizionarono tutte intorno a Luigi che dormiva tranquillamente e una fila di coniglietti chiesero a Camilla di accoccolarsi vicino a lei per farla addormentare.

Un raggio di sole colpì gli occhi di Camilla e lei aprì gli occhi poi distese le braccia e si sedette.

Accanto a lei tanti piccoli coniglietti si misero all’opera diretti da Luce la fata di quel bosco.

Luce infatti era la protettrice dei bambini e dei coniglietti e fu grazie ad una piccola magia che quella schiera di conigli che durante la notte hanno protetto i due fratellini, ora si adoperavano per preparare la colazione.

Camilla svegliò il fratello e dopo averlo lavato e vestito uscirono dalla capanna e videro che i coniglietti erano diretti da un gruppo di piccoli nani che si adoperavano a rendere quella capanna una dimora più accogliente.

 

I nani erano stati chiamati da Luce e grazie a loro quella capanna stava diventando una vera casa.

I cinque nani avevano i seguenti nomi che ciascuno ne descriveva l’indole:

Discolo (nano atleta)

Ninnolo (nano portachiavi)

Nespolo (nano agricoltore)

Zufolo (nano fischiatore)

Scricchiolo (nano rumoroso)

Dopo essersi presentati a Camilla ognuno di essi si assunse un compito da assolvere; chi era muratore o cuoco o addetto alle pulizie e rifare i letti….

Tutti erano ben consci che dovevano proteggere i due fratelli ed educarli.

I nani gran lavoratori ed altrettanto bevitori, possedevano anche qualità magiche che in determinate situazioni, si avvalevano, per proteggersi dai mal intenzionati che volevano recargli danno.

Di notevole longevità i cinque nani avevano tra i duecento e i trecento anni (i nani possono vivere anche 800 anni); tutti portavano una folta barba; lavoravano presso ad una miniera e all’imbrunire tornavano a casa.

Nespolo era colui che doveva occuparsi di coltivare la frutta e gli ortaggi sufficienti a sfamarli e con le derrate rimaste,

si vendevano al mercato rionale del paese confinante.

La scelta di Fata Luce di far crescere i due ragazzi dai nani era ben ponderata perché questi erano molto bravi nella battaglia e sicuramente chi meglio di loro li avrebbe protetti?

I cinque nani poi avevano un carattere scontroso con gli sconosciuti da una parte, ma altrettanto scherzoso burlone dall’altro.

Camilla ed il fratello all’inizio erano un po’ dubbiosi nell’affidarsi a quegli strani individui, ma dopo le rassicurazioni di Luce iniziarono a far amicizia con loro.

In poco tempo la capanna diventò un vero chalet con ogni confort.

Nel piano terra crearono una grande cucina con una sala adiacente a dispensa.

Al primo piano le stanze per i nani e nella mansarda le stanze per Camilla e Luigi.

All’esterno un bel giardino con piante e fiori e un laghetto dove guizzavano vari pesci.

In prossimità dei campi coltivati non mancava la stalla con mucche e capre.

Ora che tutto aveva trovato una sua collocazione, Camilla ringraziò la fata che tanto si era prodigata al benessere suo e del fratellino e le porse come regalo una torta di mele che lei stessa aveva cucinato.

La fata prima di andarsene si raccomandò a Camilla che si fosse trovata in difficoltà di chiamarla parlando con Tom il grande coniglio che conosceva come contattarla.

Camilla e Luigi con i nani trascorsero anni in quella casa con i nani, poi raggiunta la maggiore età, Camilla si trasferì nel paese con il fratello.

 

 

 

 

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