Fiaba: La strana avventura di Ofelia

Ofelia nata ad Atiu, nelle isole Cook del Pacifico, era una ragazzina davvero bizzarra.

Il suo aspetto spesso faceva suscitare ilarità, perché dietro ad un sorriso sempre smagliante, si rilevava un visetto tondo, occhi grandi ed un paio di occhiali gialli buffissimi.

I suoi capelli neri come la pece se li acconciava in diverso modo sciolti, al insù, con le code…

Ofelia aveva un pregio grandissimo, era amata da tutti, perché simpatica, intelligente, buona e disponibile verso le esigenze altrui ma come vedremo possedeva dei poteri che solo pian piano crescendo si sarebbero rivelati.

Una mattina, annoiata Ofelia decise di recarsi in una caverna dalle strane fattezze, ai confini del paese presso un bosco, per approfondire se la leggenda narrata dai paesani fosse veritiera o menzognera.

Si raccontava che coloro si fossero introdotti all’interno avrebbero vissuto un’esperienza davvero strabiliante e immaginifica.

Ofelia elettrizzata per la decisione assunta di visitare la misteriosa caverna; nonostante si vantasse di essere una ragazzina coraggiosa, al pensiero d’addentrarsi sola lì dentro, venne attraversata in quel smilzo corpicino, da un brivido e da un tremore.

A passi lenti e titubanti, entrò quatta quatta, come non si volesse far riconoscere da nessuno. Addentrandosi per darsi coraggio iniziò a parlare o per meglio dire a farfugliare parole a “casaccio” per assicurarsi che non vi fosse la presenza di qualche presenza inaspettata o per verificare che fosse solo l’eco della sua voce.

Presto s’accorse che il terreno sottostante cambiava di consistenza e aveva la netta sensazione che ad ogni passo i suoi piedi affondassero nel caucciù.

Ofelia alzando prima un piede e di seguito anche l’altro, s’accorse che qualcosa simile appunto a dei filamenti di gomma la tenevano ancorata al suolo.

Indispettita da questa situazione inverosimile si mise a gridare:

“Beh cos’è questa storia chi ha intenzione di tenermi qui!”

All’improvviso una nebbiolina azzurra l’avvolse oscurandole la visuale, ma al contempo acutizzandole le papille olfattive.

In pochi secondi Ofelia iniziò a muovere il nasino a destra e sinistra in modo tale che i suoi ricettori olfattivi grazie a delle ciglia le facessero rilevare degli odori, erano dei profumi floreali fruttati inebrianti.

Il profumo era davvero forte che per un attimo si sentì svenire e traballando sulle gambe si accorse che i suoi piedi erano liberi da quel caucciù fastidioso.

Rinfrancata e desiderosa si spingersi oltre; si diresse verso un’intensa scia luminosa apparsa all’improvviso.

Una luce biancastra infatti è come se l’attirasse a sé e senza camminare ma calamitata e sollevata da terra di pochi centimetri veniva trasportata come fosse una marionetta che dondolava in diverse direzioni.

Ovattata da questa luce in questo tunnel Ofelia percepiva una flebile voce le cui parole erano interpretabili poi pian piano, la voce si schiariva e le sussurrava:

“Ofelia non aver paura sono Deanna presto mi conoscerai lasciati andare!”

Ofelia cercò fra sé e sé di pensare a quella frase e a domandarsi chi fosse Deanna ma non ebbe neppure il tempo di ragionare che venne catapultata, come fosse sparata da un cannone al di fuori della caverna in uno spiazzo sabbioso.

Dopo la capriola successiva a quel lancio, Ofelia si ritrovò seduta a gambe aperte sopra una finissima sabbia dorata che luccicava al sole.

Infiniti granelli simili a degli specchietti riflettevano la luce dando la sensazione di essere colpiti da raggi luminosi simili ai fuochi artificiali e la visione nel complesso era stupefacente.

Ofelia si guardò intorno, quello che stava vivendo era frutto della sua immaginazione data forse da qualche sostanza respirata all’interno della caverna o era realtà?

Lo sciabordio delle onde la portò alla realtà ed intuì che lei era proprio in quella spiaggia misteriosa.

Si portò le mani agli occhi e stropicciandoli si accorse che qualcuno si stava avvicinando a lei.

Ofelia repentinamente si alzò in piedi e protese le mani in avanti, con tutto il fiato aveva in corpo gridò:

“Altolà chi sei?”

Una voce leggermente metallica ma pacata rispose:

“Ciao mi sono già presentata sono Deanna”

Ofelia vedendo difronte a lei una bambina si tranquillizzò e le chiese:

“Dove siamo e perché tu indossi una tuta spaziale?”

Deanna si abbassò la visiera ed iniziò a dare delle spiegazioni a quella simpatica ragazzina.

Deanna al cospetto di Ofelia si raccontò:

“Io vengo da un altro pianeta lontano anni luce da questo e sono scappata perché dei volatili dapprima buoni e bellissimi diventarono aggressivi, distruggendo ogni cosa ed affamando la nostra popolazione. I miei genitori che erano dei famosi maghi conoscevano la Terra, sapevano della tua esistenza. Consci che dovevo scappare per non soccombere, mi fornirono di una navicella e mi parlarono di te e delle nuove missioni da compiere. Prima dell’addio, mi diedero le istruzioni necessarie e mi promisero che nella terra io e te saremmo diventate amiche.”

Ofelia la guardò negli occhi e benché quella storia non le era ancora del tutto chiara; si fidò di quella bambina dalle trecce rosse e si abbracciarono.

Quell’abbraccio siglò non solo una grande amicizia tra Ofelia e Deanna ma l’inizio di nuove fantastiche avventure.

Deanna prese per mano Ofelia e conducendola verso la sua navetta confidò all’amica:

“Sai non sono giunta sola qui ma ho portato con me un amico e giunta vicino all’astronave aprì la porta e… una massa di pelo candido con un grande tartufo nero s’affacciò.”

Ofelia fece un salto e chiese alla nuova amica:

“Chi è questo bestione?”

AKI questo è il suo nome rispose Deanna ma al pronunciamento di quelle parole scodinzolando il cagnone uscì dalla navetta e disse:

“Ragazzina ti sembra giusto chiamarmi bestione? Non sai che io sono Super Aki il cane più in gamba dell’universo e so volare?”

Ofelia indietreggiò timorosa di quell’essere ma affascinata dalla sua bellezza non esitò a chiedere all’amica se fosse pericoloso; al suo diniego Ofelia allungò il braccio ed Aki con voce poderosa disse:

“Dai salta su! ti faccio fare un volo e proverai un’ebrezza inebriante!”

Ofelia pronta a qualsiasi nuova emozione si lascò convincere e si avvicinò ad Aki.

Aki s’appiattì al suolo a “mo’ di tappetino” per dar modo alla ragazzina di salirci in groppa e lei aiutata anche da Deanna riuscì a montare.

La sensazione della bambina, era quella di essere in groppa ad una nuvola. Il pelo di Aki morbido come appena uscito da un bagno, dove l’ammorbidente non era stato lesinato, si posizionò mettendogli le braccia al collo.

Aki sapendo che Ofelia era al sicuro, iniziò a correre come un aereo rulla sulla pista e dopo qualche zampata dispiegò le ali e volteggiò sopra il mare.

Ofelia sentì l’aria frizzantina che le attraversava i capelli ma la sensazione di essere avvinghiata a quel favoloso cane peloso la rendeva felice ed appagata per quella nuova avventura.

Dopo qualche volteggio Aki si preparò come un vero pilota e attento dischiuse le ali per atterrare dolcemente dove Deanna li aspettava.

Grazie a queste manovre Aki decelerò e seppur con un piccolo balzo toccò il suolo con le zampe; solo allora sarcasticamente pronunciò:

“Signorina è il suo comandante che le parla confido che il volo sia stato di suo gradimento e presto l’aiuteranno a scendere…”

Ofelia scoppiò in una fragorosa risata, prima di scendere diede un bacio sul testone di Aki e con un balzo riunite le gambe da un lato, saltò a terra.

Deanna prese l’amica sotto braccio e la informò che aveva bisogno del suo aiuto per compiere una missione speciale.

Ofelia dopo tutte quelle emozioni come poteva rifiutare l’aiuto a quella simpatica aliena?

Decisa a sostenere Deanna Ofelia si sedette ed invitò l’amica a descrivere la missione da compiere.

Deanna dapprima da un taschino del suo giubbotto prese un anello raffigurante un leone e disse:

“Ofelia indossa questo anello magico e non lasciare che nessuno te lo possa rubare perché ti aiuterà e potrà salvarti da situazioni pericolose. Ora insieme partiremo per Caramellandola,

 

un Paese fantastico ai confini del mondo dove è giunta la famiglia Gubbas, composta da padre, figlio e moglie. Sono tre malefici mostri dall’aspetto orripilante e ricoperti da una peluria di color viola.

Hanno una bocca enorme e sono voraci di caramelle e dolci di ogni tipo.

A Caramellandola vive il Re Dolce di nome e di fatto. Un uomo saggio e molto buono che distribuisce e confeziona dolci e caramelle per tutto l’universo.

La sua fisionomia è accattivante in quanto è un re dalle vesti coloratissime bordate di pelliccia bianca, ha una folta barba bianca simile a quella di Santa Claus suo carissimo amico e sulla testa porta una corona con tante punte a rappresentanza dei mondi che lui fornisce.

Alcuni mesi fa, inviò a diversi mondi il suo grido d’aiuto per l’intrusione nel suo regno dei Gobbas che in poco tempo hanno divorato interi villaggi lasciando distruzione ovunque.

La mia missione grazie alle virtù magiche che i miei genitori mi hanno trasmesso; mi porta a recarmi a Caramellandola e liberare Re Dolce da questi mostri.”

Infervorata dalle spiegazioni di Deanna, Ofelia si predispose a partire con lei per raggiungere Re Dolce.

Deanna raccolse dalla sua navetta una borsa davvero speciale, simile forse a quella di Mary Poppins, contenente intrugli, pozioni magiche, libri… insomma tutto ciò poteva servigli per scacciare i mostri o chiunque minasse l’integrità delle due amiche.

Aki era pronto a difendere le due ragazze senza indugiare preparò l’itinerario, le soste da sostenersi, i paesi da visitare prima di giungere nel Paese di Re Dolce.

Quell’enorme cagnone, conscio di dover affrontare un “mega” viaggio non privo di novità ma anche di qualche incidente di percorso si presentò al cospetto delle due ragazze con la sua slitta carica di bagagli.

Senza perdere tempo disse con voce poderosa:

“Salite è giunta l’ora di partire!”

Deanna e Ofelia montarono a cavalcioni di Aki e dopo essersi avvinghiate a lui diedero l’ok e contemporaneamente esclamarono:

“Che il vento sia sempre a favore – vai Aki!”

Dopo veloci zampate Aki spiccò il volo e conscio delle sue capacità, improvvisò movimenti come cabrate, virate ed altro per divertire quelle giovanissime “signorine”.

Deanna dopo alcune risate richiamò all’ordine il cagnolone e questi riprese la giusta direzione.

Trascorse qualche ora prima della prima sosta, Deanna ed Ofelia durante il tragitto elettrizzate per la vista di posti incredibili e per la natura del viaggio si addormentarono abbracciate, agevolate da quel morbido contatto con il vello di Aki.

Aki abbassò il muso, dischiuse le ali era pronto all’atterraggio.

Fu proprio in quel momento che le due bambine si destarono e schiarendosi la voce chiesero:

“Aki dove siamo”

Aki in quel momento irrigidì le zampe e potenziò la frenata sul terreno poi con flemma rispose:

“Care ragazze siamo in Perù è un posto davvero affascinante ma la nostra missione ci porterà nei pressi della foresta Amazzonica “il polmone dell’universo” dove troveremo qualcuno che ci potrà dare delle informazioni importanti sullo svolgimento del nostro incarico. Ora scendete dobbiamo camminare!”

La camminata si dimostrò estremamente faticosa ma presto il nostro terzetto incontrò una famiglia indigena che si prestò a guidare i nostri amici sino ad incontrare un albero dai poteri magici.

Di lì a poco, raggiunto “l’albero della vita” le guide salutarono Deanna, Ofelia ed Aki e si dileguarono quasi come fanno i fantasmi.

Deanna si avvicinò al grande albero chiamato Ceiba.

Si dice sia l’albero più maestoso e grande dell’Amazzonia e che la sua altezza possa raggiungere anche i 70 metri.

Presa per mano Ofelia, l’amica la condusse vicino al tronco e le disse:

“Sfrega l’anello nella sua corteccia”

Ofelia obbediente al comando dettatole, allungò la mano per far aderire l’anello al robusto tronco e repentinamente la ritrasse per dei movimenti inconsulti dell’albero.

Le sue copiose chiome iniziarono ad ondeggiare e la vasta gamma di specie animali, tra cui insetti, uccelli e piccoli mammiferi che solitamente trovano riparo tra le sue fronde fuggirono.

In breve tempo l’albero assunse fattezze umane ed un viso ammiccante, scolpito nella corteccia apparve.

tre amici fecero un passo indietro ma una voce possente e calda iniziò a parlare:

“Non abbiate paura io rappresento la vita qui sono considerato il collegamento tra la terra e il cielo e possiedo proprietà curative sia fisiche che spirituali; non sarei in grado di far del male a degli esseri viventi. Io conosco il vostro incarico e vi aiuterò.”

Ceiba calò i suoi maestosi rami sino a raggiungere il suolo ed invitò le ragazze ed il cane a salirvi.

Seduti tra le fronde l’albero consegnò un’ampolla ad Ofelia raccomandandole di farne buon uso.

Ceiba descrisse la pozione come un misto tra gas e goccioline di una sostanza che se spruzzate nell’aria avrebbero avuto l’effetto soporifero.

In seguito regalò ai tre dei frutti ricchi di vitamine e corroboranti affinché potessero proseguire il viaggio senza patire la fame.

Scesi dall’albero i nostri viaggiatori ringraziarono Ceiba e si allontanarono.

Erano quasi giunti ai confini della foresta quando davanti a loro un giaguaro dalle dimensioni extra-large e ricoperto da una pelliccia nera come la pece gli si parò davanti.

Un ruggito echeggiò davanti ai volti delle due ragazze ed Aki, a loro difesa gli si parò davanti.

Il giaguaro era ormai pronto a pranzare con il terzetto e prima che gli balzasse sopra, Ofelia percepì il da farsi.

Si ricordò della mistura fornitele dall’albero della vita, e spruzzò l’intruglio verso il muso del giaguaro.

L’animale dapprima iniziò a girare la testa a destra e sinistra e dopo qualche secondo stramazzò al suolo addormentato.

Tremanti e sbiancate in volto, assumendo il colore della pelliccia di Aki, Deanna ed Ofelia repentinamente incitarono il cagnone a fuggire il prima possibile da quel luogo.

In groppa ad Aki, ripresero il viaggio sino a raggiungere i confini del mondo.

La visione che si presentò ai tre amici fu agghiacciante.

Interi paesi apparivano bui, spopolati privi di vita e lunghe file di bambini sporchi affamati con i loro genitori si trascinavano lungo la strada principale nella speranza di riuscire a raggiungere il Paese di Caramellandola.

Dinanzi a tutte queste persone, in pole position, vi erano gli artefici di questo immenso disastro, la Famiglia Gubbas, intenti a divorare tutto ciò che trovavano e a voler detronizzare Re Dolce.

Aki vedendo la “mal parata”, estrasse dalla borsa di Deanna una rete magica e la lanciò verso la nefasta famiglia.

Ofelia fece indossare agli amici delle maschere protettrici e spruzzò una grande quantità della pozione magica regalata da Ceiba.

Ofelia grazie all’anello magico diede ordine di legare i Gubbas che resi inoffensivi e addormentati furono portati nelle patrie galere del palazzo del re.

L’ingresso del trio fu trionfale in un paese coloratissimo creato con caramelle e dolci d’ogni tipo.

Re Dolce sedeva sul suo trono e ringraziò Ofelia e Deanna per la loro impresa ma non si scordò di Aki al quale fece un dono davvero speciale presentandogli una nuova compagna Lucy.

I quattro amici trascorsero giorni felici nel regno per poi far ritorno nella famosa isoletta del Pacifico.

 

Immagini IA

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