IL “CACCIATORFOTOGRAFO”

Un cacciatore di nome MARTINO, si aggirava nei pressi delle foreste di BARENTHAL.

Siamo ad Asiago e questo territorio ha visto nella Prima Guerra Mondiale oltre al nostro fronte con varie trincee anche il fronte Austro-Ungarico.

 

Martino, sebbene l’abbiamo definito “un cacciatore” per l’aspetto e il vestiario che si componeva di una tuta mimetica e di un giubbotto, si differenziava dagli altri perché non portava armi.

Martino non aveva il fucile, ma tra le mani aveva a parer suo un’arma più efficace, una potentissima macchina fotografica con teleobbiettivi potentissimi. Questi, potevano immortalare dall’insetto più piccolo ad un animale di una certa consistenza.

Camminando tra alcune rocce calcaree di un bel colore rosso, in un terreno scosceso era attirato da mille meraviglie che quel luogo si proponeva ai suoi occhi.

La natura in piena estate regalava agli occhi di Martino, mille colori e varietà di verde.

Dopo alcuni scatti recuperata la sua monta bike e dopo aver fatto uno spuntino in una Malga, il nostro amico denominato “CacciatorFotografo” fece un incontro ravvicinato con un Muflone.

Possente con un paio di corna eccezionali il Muflone si mise in posa per essere ripreso da uno scatto fotografico che l’avrebbe reso celebre.

Come stesse giocando, il Muflone cercava di nascondere il suo testone dietro un pino e con un grande soffio dalle narici e un verso gutturale chiamò la famiglia.

A farsi avanti arrivò: madre e due piccoli.

Martino scattò tantissime foto per immortalare quegli istanti così delicati e dolci.

All’improvviso senza che nessuno s’accorgesse due LUPI bianco grigi, si profilarono a pochi passi con aria minacciosa.

Il papà Muflone in un attimo si rese conto dell’imminente pericolo diede forza alle sue corde vocali che riuscirono ad emettere alcune parole:

“FERMI! State fermi ed immobili, un solo spasmo del vostro corpo sarà un invito ai lupi per una scorpacciata faraonica e noi non avremo scampo!” “Ieri ho assistito alla fine del mio più caro amico causata da un lupo nelle vicinanze.”

A quelle parole il Lupo in segno di sottomissione si sdraiò e disse: “Scusatemi se il mio comportamento vi ha terrorizzato, ma nonostante la mia nomea sono qui per chiedere aiuto.

La mia compagna ha messo la zampa in una tagliola e sebbene sono riuscito a sganciare quel sadico meccanismo, ora è sanguinante e bisognosa di cure”.

Solo allora Martino si rese conto della pozza di sangue che si era formata, vicino alla povera lupa con occhi imploranti.

E fu così che il nostro “cacciatorfotografo” disse: “Forse ho quello che serve”.

Mise mano al suo zaino e chiese ai presenti di lasciare uno spiazzo per poter agire e medicare la zampa malconcia.

La lupa ringraziò Martino ma si tolse la bandana che aveva intorno al collo e chiese:

“Legatemela sulla bocca in modo tale che io non possa ferire nessuno”

Martino, con le gambe che gli facevano   ”giacomo – giacomo” prese: alcool, garza , ago e filo e s’inginocchiò ai piedi della lupa.

Chiusa il muso con la bandana, iniziò a disinfettare la ferita.

La lupa dal dolore tremava come una foglia al vento autunnale, ma Martino dopo aver messo dei punti per chiudere i lembi di pelle staccati; fasciò tutta la gamba mettendo anche una piccola stecca per non farla articolare e la coprì con la sua giacca trapuntata.

Tutti si guardarono e il Lupo s’inchinò omaggiando l’opera di Martino.

Lasciarono passare un paio d’ore e poi tutti si ritirarono e andarono verso casa.

L’indomani il cacciatore, aperti i balconi della sua abitazione, s’accorse che vicino al cancello c’erano LUPO e LUPA.

Lei aveva anche una gruccia che il suo compagno le aveva procurato.

Quando videro Martino, felici si avvicinarono e scodinzolando lo ringraziarono offrendogli un cesto di more.

Da quel momento quell’amicizia si rinsaldò sempre più e i paesani si dovettero ricredere sulle maldicenze dette ai loro riguardi e pensare che anche dei lupi possano avere un animo gentile.

1 commento

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Rispondi