La Storia di BAMBI

C’era una volta, un luogo dove la fantasia condita con un po’ di magia s’impadroniva di coloro che abitavano questo bosco.

Fantasia e razionalità spesso erano messe alla prova, perché in un mondo magico non è sempre facile far coesistere queste due realtà anche se a volte l’una può interagire con l’altra formando un connubio perfetto che ci permette di essere uomini e donne più completi e fornirci il giusto equilibrio che ci rende più felici.

La nostra narrazione inizia dove ai confini della terra, esisteva un Bosco magico.

Clotilde e Francesco due fratelli, sempre alla ricerca di avventura erano andati con i loro genitori, una domenica mattina a fare un pic-nic in una piccola valle a ridosso di un bosco.

Fratello e Sorella dopo aver trascorso del tempo alla lettura, e con mille altri giochi non ancora soddisfatta la voglia di novità; chiesero il permesso a mamma e papà di allontanarsi per ispezionare il boschetto lì vicino.

I genitori dopo aver raccomandato ai ragazzi di ritornare prima dell’imbrunire, diedero il permesso di andare nel bosco.

Soddisfatti i due fratelli messo nello zaino qualche dolcetto e qualche arnese, s’incamminarono.

Giunti al ridosso del boschetto, con stupore s’accorsero che nascosto da alcuni alberi con minuscole foglioline, v’era un libro che nascondeva uno stargate (porta) che attraversata chissà dove li avrebbe portati.

Increduli sul da farsi, si sedettero e si consultarono quale posizione prendere.

Decisero di giocare per sfidare la sorte.

Fu così che si sfidarono a “morra” per verificare il vincitore che avrebbe scelto se attraversare o no lo stargate.

Sebbene questo fosse un gioco antichissimo oggi da noi è vietato perché si può giocare anche con il denaro.

Tra i due fratelli vinse Clotilde e preso il fratello per mano con un salto attraversò la porta.

La visione fu sconvolgente! I due fratelli si affacciarono in un mondo del tutto nuovo per i loro occhi.

La città di BAMBI. Quel bosco era la dimora di cervi e cuccioli che erano lì per volere di FATA CELESTE.

Fata Celeste amante degli animali, molti anni prima s’accorse che alcuni cuccioli di cervo erano maltrattati dagli uomini, così decise che li avrebbe tutelati e li portò in un luogo sicuro dove avrebbero vissuto in piena libertà e si sarebbero riprodotti senza paura di essere uccisi.

Clotilde tirò il fratello per la giacchetta e lo fece sedere all’interno di una cavità d’un albero; aprì lo zaino e prese il cellulare.

In procinto di girare un video, senti una voce:

“Ragazzina che fai? Mi vedi? Sono dietro di te. Sono BAMBI e ti racconto la mia storia”.

Clotilde presa alla sprovvista si girò di scatto e vide un tenerissimo e piccolo cucciolo di cervo e disse:

“Io mi chiamo Clotilde e quello laggiù è mio fratello ma noi abbiamo poco tempo per rimanere qui. I nostri genitori ci aspettano!!”

BAMBI alzatosi dal suo giaciglio, rispose:

“Sai questo è un mondo fatato e il mio desiderio è che tu possa raccontare la mia storia ad altri ragazzi facendo anche delle foto e dei video. Non devi preoccuparti per i tuoi genitori; loro saranno avvisati ed intrattenuti da Fata CELESTE.”

Rassicurata dalle parole di Bambi, chiamò il fratello ed insieme raggiunsero una casa in mezzo al bosco.

Una giovane fata, figlia di Celeste accolse e fece entrare Francesco e Clotilde.

Il soggiorno era molto accogliente. Un grande camino campeggiava in mezzo alla stanza e tutt’attorno un divano in pietra con grandi cuscini, rendevano la stanza calda e di buon gusto.

Nel pranzo un lungo tavolo di legno era imbandito con tante leccornie e Francesco, come sempre affamato chiese di poter sbocconcellare qualche prelibatezza.

Dopo aver cenato, la fatina li accompagnò in una comoda e grande stanza con due lettoni con dei super piumoni.

I ragazzi si congedarono e dopo essersi sdraiati si abbandonarono in un sonno riparatore.

Il mattino seguente, fatta la colazione Francesco e Clotilde furono chiamate da BAMBI che li aspettava in giardino e disse:

“Cara Clotilde tu sarai la mia giornalista, la mia scrittrice e nonostante la tua giovane di appena sedici anni, la narrazione della mia vita ti porterà successo.”

Bambi successivamente riprese:

“Ti ho procurato del materiale per video ed un super macchina fotografica per immortalare questo luogo incantevole.”

 Attraversato un sentiero iniziarono gli incontri e Bambi lasciò libera Clodilde ad immortalare la sua famiglia.

La Mamma di Bambi era fantastica con grandi occhi dolci e pieni d’amore.

Alla vista di Bambi si avvicinò e lo allattò con altri fratelli.

 

Terminato l’allattamento la mamma di Bambi le chiese di salirle in groppa e dopo qualche istante, una volta accucciatasi, la ragazza saltò e prese le redini.

Clotilde s’inoltrò nel bosco, scattò diverse foto e fece dei video magnifici per immortalare Bambi e i suoi amici.

I cervi ed i loro piccoli, quella mattina erano bellissimi con un manto a macchiette bianche che ispirava tenerezza e desiderio di accoccolarsi vicino a loro.

Bambi richiamò l’attenzione della ragazzina e disse:

“Ora ti spiego il perché ho voluto fermamente che tu raccontassi la vita di noi cervi. L’uomo spesso forse a volte inconsapevolmente, non protegge noi animali che così siamo condannati all’estinzione. Il pubblicare e divulgare come siamo riusciti ad organizzarci per non soccombere aiuterà diverse specie a prendere provvedimenti e sensibilizzerà i giovani a promuovere campagne in nostra difesa. La tua scelta come persona per la nostra storia, non è causale, ma essendo tu una ragazza intelligente e sincera eri la nostra candidata ideale.”

Ricordatevi di questo posto disse BAMBI ora potete tornare a casa.

Noi a protezione di questo bosco c’è una fata e il Cervo dalle corna infuocate che non permetterà mai a nessuno di profanare questo luogo.

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