CIRILLO

C’era una volta, CIRILLO, un piccolo scoiattolo rosso che, per un’improvvida manovra di un suo fratello, cadde dalla tana ricavata in un albero, in cui era nato otto settimane prima.

Il volo fu notevole, ma la buona sorte, non lo aveva abbandonato e nonostante le varie capriole si adagiò sopra a dei gusci di noci rinsecchite.

Dolorante ma attutito dal suo nuovo pelo, il minuscolo Cirillo che lungo, meno di mezza “spanna”, poteva essere visibile agli umani, per gli occhietti vispi e per una gigantesca coda; si destò, si scrollò e fregandosi gli occhi con le zampette anteriori si mise a piangere.

Invocando la madre, Cirillo emetteva strilli acuti e successivamente provò altre forme di vocalizzi e di urla acute come: “Kuk” e “Quaa” ma all’orizzonte non si vedeva nessuno.

Impietrito ed impaurito conscio di trovare una soluzione alla sua nuova condizione si guardò intorno cercando il ben che minimo rimedio non avendo ancora concluso il suo ciclo di svezzamento.

Con le zampe ancora tremanti scese da guscio e s’accorse che poco distante nel sentiero del bosco s’intravedeva una figura femminile.

Cirillo cercò di avvicinarsi a quella fanciulla che sebbene fosse umana poteva aiutarlo.

In velocità raccolse un paio di ghiande e le accartocciò intorno ad un fazzolettino se lo mise sulle spalle e prima che la ragazza sparisse dalla sua vista iniziò ad urlare con tutto il fiato che aveva nel petto:

“Ciao ragazza mi senti? Aiuto!! Ho bisogno di te fermati! Aspetta!!”

Luisella a quelle urla non poté che fermarsi ma non si rendeva conto quale fosse la fonte e da dove provenivano quei gemiti e quelle parole.

Cirillo allora conscio dello sgomento della giovane disse:

“Ciao sono qui in basso, sono piccolo aiutami!”

Luisella solo allora s’accorse del piccolo scoiattolo e si chinò per prenderlo tra le mani.

Ciao disse: “Come ti chiami e come posso aiutarti?”

Cirillo allora alzò gli occhietti neri e narrò a Luisella il nefasto incidente capitatogli.

Spiegò alla ragazza che non essendo ancora adulto aveva bisogno di essere svezzato per poche settimane, poi se la sarebbe cavata da solo.

La ragazza lo accarezzò, gli diede un puffetto e disse:

“Caro Cirillo io abito qui vicino e potrò aiutarti. Ti metterò nel mio melo e lì potrai rifugiarti in una casetta che io ho costruito per gli uccellini. Ti offrirò ghiande e nocciole sino al tuo completo svezzamento”.

Cirillo fece un salto dalla gioia e baciò Luisella.

Trascorsero diversi giorni e Cirillo s’irrobustì e divenne un bellissimo scoiattolo.

Era tempo che Cirillo ritornasse nel suo bosco, così deciso salutò e ringraziò Luisella per essersi occupata di lui e s’incamminò.

Entrò nella Foresta e lì con somma gioia fece la conoscenza di diversi animali, l’alce, il coniglio, il procione, la volpe e tutti con spirito d’amicizia gli fecero festa.

Per festeggiare il ritorno di Cirillo, gli amici accesero un falò e in quella notte stellata cantarono e ballarono sino alle prime luci dell’alba.

Il mattino seguente, Cirillo uscito dalla sua nuova tana mimetizzata con muschio e foglie per renderla accogliente, ai piedi di un grande albero fece un incontro inatteso.

Spuntate forse dal nulla tre bellissime scoiattoline s’aggiravano nei pressi della tana di Cirillo.

Il nostro roditore per nulla intimorito da tanta bellezza si sedette si stiracchiò e chiese:

“Bellezze posso invitarvi ad un nocciolina party?”

Due delle tre, scapparono e lasciarono MAGICA da sola.

Cirillo si fece avanti e dopo le presentazioni invitò Magica nella sua tana.

Dopo quaranta giorni la famiglia si allargò e nacquero due scoiattolini.

Magica e Cirillo con i loro cuccioli vissero felici e contenti.

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