BARBA GIANNI

C’era una volta, in un villaggio ai confini del mondo, una dimora di legno con un piccolo giardino ed un pozzo.

In questa casa, ci viveva BARBA GIANNI, rimasto vedovo da poco con due figlie TROMBA DARIA e SANTA PAZIENZA.

I componenti di questa famiglia avevano cognomi diversi perché la legge di quel tempo permetteva che ognuno potesse decidere quale cognome adottare.

Barba Gianni era un abile fabbro, ma dopo la dipartita della sua amata moglie, era precipitato in una cupa tristezza ed ogni stimolo esterno sembrava non lo stimolasse per nulla.

Il fabbro conscio che ora, rimasto solo, doveva sostenere ed allevare due figlie, in piena notte uscì di casa e si sedette vicino al pozzo.

Con le mani sul viso per scacciare i cattivi pensieri, Barba Gianni, rivolse gli occhi al cielo e lo invocò per trovare una soluzione ai tanti problemi che lo affliggevano.

 

Non ebbe il tempo d’esitare che, la carrucola del pozzo, misteriosamente iniziò a girare e con essa anche la fune, che si avviluppò alla caviglia e lo trascinò all’interno del pozzo.

La cavità fortunatamente, era priva d’acqua e il pover’uomo, dopo un lungo tragitto, sobbalzò ritrovandosi seduto a gambe incrociate.

Sbigottito, si guardò intorno e notò un pertugio che gli permetteva il passaggio del suo corpo e così sciolse dalla caviglia la corda a cui era ancora legato e con un balzo si mise in piedi e s’infilò in quella fenditura.

Inizialmente fu faticoso il passaggio, ma dopo alcuni metri, quel cunicolo s’apriva e difronte a sé apparvero gallerie che conducevano a ruscelli, dirupi, anfratti sino ad arrivare ad un giardino fatato.

Dopo aver camminato a lungo ed essersi arrampicato per ritrovare il sentiero, Barba Gianni non credeva ai suoi occhi.

Si sedette su un ceppo di legno e si lascò beare a quella vista.

Gli vennero incontro diversi animali: Conigli, piccoli panda, uccellini, cervi……che si posizionarono in circolo e il panda prese la parola:

“Salve noi siamo i custodi di questo giardino, e tu sei stato portato qui da Fata TRILLI che aveva bisogno di parlare con te. Ora tu dovrai proseguire questo piccolo sentiero e ti troverai difronte ad un portone. Bussa tre volte e la fata ti farà entrare.”

BARBA GIANNI ringraziò i piccoli amici e si diresse verso la dimora della fata.

Passò poco tempo ed il fabbro incontrò un enorme cane che gli si parò davanti e pronunciò queste parole:

“EHI viandante la mia casa non ha una recinzione e i ladri di galline se ne approfittano mi aiuteresti?”

Il fabbro si fermò e senza controbattere si diresse verso la casa del cane. Munito di ferri per la recinzione, saldatore ed attrezzi vari in quattro e quattr’otto costruì una fantastica recinzione.

Gianni salutò il cane e proseguì nel suo sentiero intento a visitare la fata.

Fece pochi passi che un contadino urlò:

 

“Ragazzo aiuto! Ho rotto la carriola mi aiuti ad aggiustarla, altrimenti non potrò portare il foraggio alla mia mucca”

Ancora una volta Barba Gianni si fermò e diede soccorso al contadino.

Aggiustata la carriola proseguì e si trovò davanti ad una casa di pietra con un grande portone di legno.

Bussò tre volte come gli era stato detto ed il portone si aprì.

 

Apparve TRILLI che lo fece accomodare in un salone per poi portarlo in giardino.

 

Fata Trilli era una fata buona che prese a cuore la vita travagliata di Barba Gianni e dopo aver offerto da bere al nostro fabbro disse:

“Caro Gianni ho voluto metterti alla prova lungo questo viaggio che ti ha portato a me! Hai superato la prova, infatti non hai esitato ad aiutare coloro che avevano bisogno di te. Ora io vorrei prendermi cura di te e delle tue figlie Santa Pazienza e Tromba Daria.

Il mio desiderio è di farvi vivere nel mio castello dove tu potrai svolgere la tua professione ed io mi occuperò dell’istruzione e dell’educazione delle ragazze. So che ultimamente la tua vita ha avuto molti scossoni ma se accetterai ti prometto che insieme saremo felici.”

Barba Gianni trasalì e dalla felicità abbracciò TRILLI ringraziandola per l’opportunità che dava a lui e alle sue figlie.

 

L’indomani anche le sorelle si trasferirono al castello e vissero felici e contenti.

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