ENEA

DARIO, era il capo famiglia che lavorava un vasto podere nelle campagne del padovano.

In quest’azienda agricola, oltre alle coltivazioni di viti, grano ed altri cereali, vi era un grosso allevamento di cavalli con diverse razze.

La famiglia di Dario, composta dai nonni VITO e MARIA ottimi cuochi, dalla moglie Veronica e dalla nutrita ciurma di cinque rampolli, tre ragazze e due gemelli maschi era unita e sempre pronta ad aiutarsi e confrontarsi tra loro.

Le stalle dove risiedevano i cavalli erano attrezzatissime e super moderne.

Grandi portoni dividevano la stalla da enormi recinti dove i cavalli potevano trascorrere gran parte della loro giornata.

Quando i cavalli venivano liberati, potevano trovare l’ombra di grandi alberi, mangiatoie, acqua e prati immensi.

L’allevamento era composto di diverse razze, quelle più docili per i principianti, i pony per i bambini e poi quelle super per i cavalli da corsa.

Le fattrici infine erano quelle cavalle destinate alla riproduzione.

Una sera che volgeva all’imbrunire, nella stalla si sente nitrire ed una cavalla pronta al parto, con un po’ d’anticipo si ritrovò sola.

BRUNILDE, figlia di Dario e affermata fantino, sentì quel richiamo e si diresse verso la stalla chiamando anche i suoi fratelli.

Tutti allertati attesero il momento della nascita che avvenne di lì a poco grazie al loro aiuto.

Un mini puledrino disteso sulla paglia salutò il mondo.

Bagnato e traballante dopo pochi minuti si eresse su quelle fragili zampe.

La madre immediatamente lo chiamò a sé, furono attimi indimenticabili, ed iniziò a leccarlo per poi allattarlo.

ENEA, così venne chiamato il puledro, era bellissimo e benché non facesse parte delle razze più pregiate per la corsa, si scorgeva in lui qualcosa di diverso che lo distingueva da tutti gli altri.

Giocherellone, recalcitrante, estroso, bizzarro e chi più ne ha ne metta, era un cavallo con una voglia di vivere e di correre inspiegabile.

Dopo lo svezzamento, Brunilde, consapevole dell’estrosità di Enea chiese al padre:

“Papà dovrei chiederti un grosso favore e tu devi concedermelo. Desidero allevare Enea e prepararlo alle corse. Sono cosciente che potrà darci delle soddisfazioni immense.”

Il padre riluttante e pensieroso si rivolse alla figlia:
“ Sai quanti denari abbiamo speso ultimamente e non ci possiamo permettere un – Flop – puntare su quel cavallo mi sembra un azzardo e se tu non riuscissi ci metterebbe a “gambe all’aria”!

Brunilde, benché di figura esile e di statura bassina, ma ben armoniosa piantò le gambe e con le braccia ai fianchi rispose al padre:

“Ti sfido! Se entro sei mesi non sarò in grado di far gareggiare ENEA alle competizioni Italiane ed Europee e non vincerà, ti permetterò di vendere due cavalli della mia scuderia.”

Dario a quelle parole, si toccò il viso e dopo essersi grattato la barba del mento rispose:

 “OK ragazza! Ti concedo sei mesi poi Enea non avrà più nessuna possibilità di gareggiare.”

Brunilde fece un salto ed abbracciò il padre, pur sapendo a quanti sacrifici doveva andare in contro per rispettare quel patto.

Brunilde temeraria e ferma nelle sue decisioni fece fare ad Enea un allenamento assai variegato dalle corse in spiaggia con Enea che spruzzava acqua creando rivoli di schiuma, a quello lungo i pendii dei monti o all’inerpicarsi tra le rocce o nei boschi.

Le passeggiate o corse frenetiche avvenivano in pianura per poi cimentarsi anche a percorsi e corse con ostacoli attenta sempre, ai tempi cronometrati.

Fu un allenamento severo ma Enea caratterialmente era un cavallo che si prestava allo sforzo e alla resistenza e non rinunciava se poi il suo fantino lo premiava con piccole leccornie.

Enea dimostrò di superare diverse gare ad ostacoli entrando sempre nei primi tre posti e partecipò anche ad una gara di cross-country, uno sport oggi olimpico, che prevede l’attraversamento di laghetti, trochi, siepi ed i percorsi sono assai lunghi.

Enea, il cavallo dal manto cioccolato e dalle prestanze eccezionali, anche in questa occasione fece il “botto” ed arrivò secondo.

Passarono i sei mesi e alla data prestabilita da Dario, Brunilde vestita di “tutto punto” con stivali, calzoni chiari attillati, giacca nera e caschetto, di buon mattino si fece trovare con Enea nell’aia pronta a ricevere il responso.

Dario di lì a poco si presentò con dei biscotti e caramelle per Enea che soddisfatto lanciò un bel nitrito.

Brunilde, presa alla sprovvista dal padre e da altri collaboratori venne gettata in alto per essere ripresa tra le loro braccia.

Quel gesto racchiudeva il responso del padre che disse:

“Brava! Sei unica ed Enea è un cavallo strepitoso”

Le parole del padre ebbero un effetto dirompente e Brunilde pianse di felicità.

Lunghi anni di collaborazione tra Enea e Brunilde segnarono tanti successi e trionfi.

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