LA SIRENA CALIPSO

C’era una volta, un’isoletta assai insolita perché era abitata unicamente da Sirene.

Quest’isola si trovava vicina alla Sicilia e non era facile raggiungerla per le condizioni metereologiche, che disincentivavano le navi ad avvicinarsi.

Attorno all’isola grosse onde alte sino a quattordici metri s’infrangevano su scogli altissimi ed il mare sicuramente per opera delle sirene era a “Forza 10/11”.

Tutto questo si verificava ai margini dell’isola, perché una volta superata la barriera con la tempesta, l’isola era protetta da un clima ed una vegetazione meravigliosa.

La natura in quel luogo era incontaminata e si alternavano boschi con ruscelli d’acqua, cascate, laghi e prati fioriti.

Le Sirene vivevano molto tempo in acqua, ma la loro condizione gli permetteva di vivere anche sulla terra ferma prendendo le sembianze umane.

CALIPSO nata da CORDELIA e TRITONE BAXTER era fantastica.

Una mini Sirena dai capelli rosso vivo, carnagione chiara e delicata, occhi verdi come il mare e top verde con dei piccoli gioielli che le incorniciavano il volto.

Calipso dalla voce melodiosa, spesso si sdraiava vicino ad una cascata d’acqua e si lasciava spruzzare dagli schizzi che si infrangevano nel torrente e intonava canzoni che si propagavano nell’ere.

Crescendo Calipso divenne una formidabile nuotatrice e spesso si spingeva in mare aperto per mettere prova ai suoi poteri.

La sua conoscenza era paragonabile ad un essere divino ed altrettanto portatrice di “Bene e Male”.

Calipso aveva un carattere docile e spesso grazie al suo canto, metteva in allarme i marinai ed impediva che le navi non si abissassero per essersi infrante negli scogli.

Una notte mentre nuotava con altre Sirene lontane dalla propria isola, un terribile tempesta infuriò ed una nave capitanata da NIKI dopo aver cercato ogni appiglio per non inabissarsi, naufragò.

Le Sirene a quel punto scesero nel fondo dove s’era insabbiata la nave e aperti i boccaporti, cercarono di salvare quanti marinai fu possibile.

Nell’oscurità Calipso vide una mano annaspare nell’acqua e si precipitò a salvare un povero ragazzo.

Caricò nella sua schiena il malcapitato, e con pochi movimenti ad una grandissima velocità raggiunse l’isola.

Calipso dopo aver adagiato con cura, il ragazzo sulla battigia, lo rianimò.

Spalancati gli occhi, fece qualche colpo di tosse due, tre respiri e disse:

“Ciao chi sei? Sono ancora vivo o sono in Paradiso?”

“Salve, rispose Calipso, sono una ragazza che ti ha visto in difficoltà e che ti ha soccorso e non sei in Paradiso ma nella isola in cui abito” Calipso aveva omesso la sua identità e di essere una Sirena, attualmente aveva l’aspetto di una donna, ma proseguì:

“Come ti chiami da dove vieni?”

Il ragazzo rispose:

“Mi chiamo CALUM e mi hanno detto che in questi mari vivono le sirene e la mia spedizione è stata fatta per ricercarle, ma il naufragio ha spiazzato i miei piani.”

Calum era un giovane, con un notevole fisico atletico, capelli lunghetti, ondulati e due grandi occhi marrone.

Calipso era ipnotizzata da quel giovane ragazzo e non riusciva a distoglierli lo sguardo.

Colpo di fulmine? Forse sì. Fra i due ragazzi immediatamente vi fu una grande attrazione.

Calipso accompagnò Calum in un Bungalow e dopo avergli offerto del cibo per ristorarlo lo lasciò dandogli appuntamento per il giorno seguente.

Ignaro di dove fosse e di che abitanti popolassero l’isola, Calum fu svegliato da una melodia soave.

Affacciatosi alla finestra vide un gruppo di Sirene che si tuffavano nel lago vicino.

Il suo stupore raggiunse l’apice e in tutta fretta si vestì.

Era giunto quasi all’uscio, quando Calipso bussò alla porta.

I due ragazzi si ritrovarono l’uno difronte all’all’altro e senza indugiare si baciarono.

Resisi conto di quell’atto istintivo, Calum chiese:

“Sei anche tu una Sirena?”

Calipso, abbassò la testa e disse:

“Si anch’io sono una Sirena e questa è la nostra Isola, ma devi sapere che non è vero quello che si dice di noi. Le Sirene non sono tutte cattive ed io te l’ho dimostrato salvandoti dal naufragio.”

Calum a quelle parole rispose:

“Io ti credo ma perché tu non sei come le altre?”

La sirena quindi prese per mano Calum e si avvicinò al lago.

Lasciò la mano e si tuffò nell’acqua per poi risalire con le fattezze di una sirena.

Sedutasi sul bordo del lago disse:

“Vedi Calum noi abbiamo tanti poteri e possiamo fare anche delle magie. Ora ti porterò dagli amici che ieri notte abbiamo salvato e deciderai il da farsi”.

Ritornata donna, Calipso condusse Calum ad un piccolo villaggio e lì gli amici del naufragio si riabbracciarono.

Dopo diverse effusioni d’affetto alcuni marinai chiesero di tornare a casa dalle loro famiglie.

Calum si rivolse a Calipso e disse:

“Io ed alcuni amici vorremmo rimanere qui se è possibile, mentre altri vorrebbero tornare a casa mi aiuteresti ad esaudire questi desideri?”

Un grande sorriso illuminò il volto di Calipso e formulando una frase magica fece comparire un enorme arcobaleno e disse:

“I tuoi amici potranno tornare a casa attraversando questo arcobaleno, mentre tu e quelli che rimarranno qui, diventerete Tritoni quando scenderete in acqua ma non avrete poteri magici.”

Calum abbracciò Calipso e salutò gli amici che pian piano saliti sull’arcobaleno si diressero verso casa.

Calum e Calipso trascorsero insieme giornate fantastiche e dopo qualche tempo decisero di convolare a nozze.

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