SEBASTIANO e gli ELFI

Sebastiano possedeva due galline, un Gallo domesticus e una manciata di semi racchiusi in un fazzoletto a pois eredità del padre morto da un mese per colpo apoplettico.

La sua eredità era veramente poca cosa e tutti lo “canzonavano” per la sua disgraziata situazione.

Il ragazzo benché i suoi sedici anni non gli permettessero ancora una piena autonomia, era di aspetto “ben piantato” con i capelli rossi e le guance disegnate da tante efelidi.

Sebastiano era un giovane buono ma ben determinato che non si lasciava intimidire dai falsi amici che lo deridevano per la sua povertà.

Lui era abituato a vedere il bicchiere “mezzo pieno” e desiderava prendersi la rivincita su tante maldicenze e aiutare la madre che non godeva di una salute ottimale.

Madre e figlio vivevano in una piccolissima dimora un po’ diroccata contornata da tre campi vicino ad un bosco.

Sebastiano dopo la morte del padre, si sentì responsabile del futuro della madre e suo e prese delle decisioni.

Abbandonò la scuola perché non poteva certo occuparsi dello studio in un frangente della vita così complicato dove, madre e figlio non avevano nulla per sfamarsi.

Decise così all’albeggiar del mattino di mettere a frutto l’eredità del padre.

Uscito nell’aia, si diresse nei campi con in mano il fazzoletto contenenti i semi.

Si sedette nella terra umida e con gli occhi rivolti al cielo si chiese:

“Papà questa è la tua eredità ed io non sono in grado di far fruttare ciò che mi hai dato. Pensaci tu.”

Incredulo fu distratto da un fragoroso rumore e vide atterrare un velivolo assai strano composto da un trattore con degli alettoni ed un’elica che trainava un piccolo carro.

Il marchingegno era davvero bizzarro ma lo sconcerto fu il vedere scendere dal mezzo tre ELFI.

Bor” Uomo Fidato”, Dorlas” Figlio della Terra”, Galdor” Signore della Luce”.

I tre Elfi magri, ma slanciati erano forti con grandi occhi penetranti.

Bor, Dorlas e Galdor erano dei piccoli genietti con poteri magici, che si prestavano a persone buone e provenivano dal Bosco.

Sebastiano si avvicinò a quegli stani esseri e disse:

“Chi siete cosa volete da me?”

Gli Elfi per prima cosa cercarono di rassicurare il ragazzo. La loro venuta e le loro intenzioni erano sicuramente positive nei suoi riguardi e dissero:

” Siamo qui perché tu ci hai chiamati e desideriamo aiutarti”.

Continuarono:

“Getta tre semi in ogni campo, poi metti le due galline in un cesto ed il gallo posizionalo sopra quell’arbusto con le foglie rosse ed attendi due giorni”.

Il giovane benché stranito dagli ultimi avvenimenti diede ascolto ai tre Elfi si diresse verso casa e lì attese il trascorrere delle ore e dei due giorni.

Trascorso il tempo Sebastiano corse nei campi e mai e poi mai voleva credere ai suoi occhi.

Davanti a sé ogni campo aveva un raccolto ricchissimo ed il trattore degli Elfi raccoglieva “ogni ben di Dio” stoccandolo in diversi furgoni pronti per il mercato. Le Galline fecero grandi quantità di uova e diedero alla luce tanti e tanti pulcini.

Gli Elfi aiutarono Sebastiano per un lungo periodo finché non fu in grado di comperare altri campi e attrezzature e per costruirsi una bella famiglia a dispetto di quegli amici che tanto l’avevano deriso.

Comportarsi bene è una scelta di vita, ma il bene può tornare al legittimo proprietario quando noi non ce lo aspettiamo.

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