Un bambino di nome Natale

Guglielmo un ragazzino di dodici anni, viveva un’infanzia felice, circondato da due bravi genitori, una sorella di nome Camilla ed un fratello di nome Natale.

Camilla e Natale rispettivamente di otto e sei anni erano molto affezionati al fratello più grande e facevano affidamento su di lui sia per la parte ludica sia per esternargli dubbi e perplessità, perché oltre ad essere fratelli si consideravano amici.

Per qualche anno tutto sembrava “filar liscio”, la famiglia era unita, i genitori avevano un piccolo negozio d’alimentari che gli permetteva un discreto reddito, i ragazzi pur essendo vivaci, frequentavano la scuola con profitto e l’orologio del tempo scandiva con regolarità l’inizio ed il termine della giornata facendo trascorrere le giornate, i mesi, gli anni.

Il giorno del suo diciottesimo anno, Guglielmo, che frequentava l’ultimo anno del liceo, fu avvisato dai carabinieri che i due genitori ebbero un incidente nella scogliera e l’auto nella quale erano a bordo precipitò giù nella scarpata, dove entrambi morirono.

Guglielmo, ormai maggiorenne, dovette farsi carico dei fratelli e delle incombenze burocratiche riguardanti il decesso dei genitori.

Camilla e Natale terminato il funerale, non si capacitavano ad una perdita così importante ed avevano perso ogni tipo d’interesse per la vita.

Guglielmo fece diversi tentativi perché il fratello si destasse da quel torpore che lo aveva avvolto come l’umidità si incunea nei pertugi più reconditi, ma con esiti assai scarsi.

Un pomeriggio, Guglielmo vedendo il fratello triste senza alcun stimolo seduto in un angolino della cucina, prese una decisione si sarebbe rivolto a Santa Claus per aiutare il fratello che ogni giorno si spegneva sempre più e che non riusciva a mangiare.

L’aiuto chiesto mentalmente da Guglielmo a Babbo Natale ebbe il suo esito e lui inspiegabilmente fece cadere ai piedi del ragazzo una grossa chiave, uscita misteriosamente da una tazza raffigurante la casa di santa Claus.

Guglielmo la raccolse e la tenne tra le mani; poi in uno scatto si destò e rammentò una raccomandazione della madre che gli disse:
“ Guglielmo ricorda che tu sei il fratello più grande e se dovesse verificarsi che io ed il babbo non fossimo più qui con voi, tu dovrai occuparti di loro, ma ricorda che la soluzione ai tanti problemi l’avrai, aprendo il cassetto dell’armadio con questa chiave e capirai perché tuo fratello si chiama Natale.”

In tutta fretta, Guglielmo si diresse in camera dei genitori, aprì l’armadio e s’accorse che esisteva un grande cassetto. Infilò nella toppa la chiave ed aprì.

Mille scintille si sprigionarono all’apertura del cassetto ed alcune lettere si librarono nell’aria per poi cadere come delle foglie al vento al suolo.

Guglielmo le raccolse ed un’altra magia si verificò.

Una luce abbracciò i due fratelli e li avvolse immettendoli in due strade dove una grande vettura li attendeva per portarli chissà dove?

Natale era sbigottito ed allibito ma si sentiva protetto dal fratello.

In un “batter d’occhio” si trovarono proiettati in un paese con mille luci e dopo qualche istante la macchina si fermò davanti alla casa di Babbo Natale.

I due fratelli vennero accolti da elfi, che li accompagnarono all’interno dell’abitazione.

Babbo Natale era seduto in una sedia intento a costruire un trenino.

Quando i ragazzi entrarono, Santa Claus si rivolse immediatamente a Natale e disse:

“Ciao Natale, lo sai che tu hai il mio stesso nome?

Natale, tremante e timido si avvicinò a Babbo Natale e sedendosi ai suoi piedi disse:

“Ciao! Io non so ancora capacitarmi di ciò che mi sta succedendo e perché sono qui? Io ho solo dodici anni e non so chi sei. Ho sentito parlare di te ma io non credevo tu fossi vero. Sei proprio Santa Claus?”

Santa Claus allora avvicinò il ragazzo a sé e disse:

“Caro Natale so che sei molto triste per la perdita dei tuoi genitori, ma forse oggi inizierai una nuova vita. Tu sei figlio di una cugina di Mamma Natale, mia moglie, che molti anni fa se ne era andata dal nostro villaggio per sposare un ragazzo che abitava in Italia. Dopo tanti anni io ti ho fatto tornare qui, tu sei un mio discendente ed il mio desiderio è che tu possa rimanere qui con noi perché un giorno io possa passarti i miei poteri e diventare Babbo Natale al mio posto. I tuoi fratelli cresceranno lontani ma potranno tornare qui ogni Natale per aiutarti a dispensare i regali a tutti i bambini del mondo. Qui riceverai e darai tanto Amore.”

Guglielmo basito da quelle parole non riuscì a trattenere le lacrime ma Babbo Natale fece avvicinare Guglielmo a sé e dopo avergli dato un gran botta sulla spalla gli disse:

“Sei un gran bravo ragazzo e tu ti dovrai occupare anche di tua sorella. Devi vivere la tua vita. Io non ti abbandonerò, ma a necessità tu userai la chiave ed io interverrò.”

I due fratelli si salutarono e salito su una slitta trainata da magnifici Dalmata, Guglielmo salutò tutti e dopo una piccola corsa, la slitta sparì nel cielo.

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