Nuova Fiaba – ARES il Cavallo Alato

In una fattoria del Veronese, Lora una giovane puledra, adottata dalla famiglia, quando acquistarono la tenuta, era pronta a partorire.

Lora, era una puledra con particolari caratteristiche e in questo allevamento specializzato alla selezione, riproduzione del cavallo sportivo, esemplari come Lora, con elevato valore genetico ed economico, diventavano riproduttori.

In questo modo  le fattrici e gli stalloni generavano  entrate per l’allevatore e potevano vivere la loro vita trattati in modo adeguato, avendo accesso ad ampi spazi all’esterno e ad una corretta alimentazione.

Dopo undici mesi di gestazione l’allevatore aveva predisposto ogni cosa per permettere a Lora di partorire tranquillamente e senza stress.

Il box, che l’ ospitava, era spazioso e igienizzato, adatto ad accogliere l’arrivo del puledro.

Nel paese di appartenenza della fattoria, i paesani vociferavano che in quella scuderia fosse vissuta una maga (Strega) buona ma giocherellona, che amava scherzare e spesso le sue magie, non erano intenzionalmente  malvagie; anzi, erano quasi sempre positive.

Nonostante queste “chiacchere” o leggende, si continuava narrare che il fantasma della maga aleggiasse ancora sulla fattoria e che di tanto in tanto, ella si divertisse a creare dello scompiglio o fosse l’artefice di scherzi canzonatori verso coloro che ci abitavano o lavoravano in quella scuderia.

Lora, diede alla luce il suo puledro abbastanza velocemente e dopo alcuni tentennamenti, il giovane cavallino, si alzò in piedi e si avvicinò alla madre.

Nella concitazione dell’evento dapprima sia Lora che la veterinaria che assisteva al parto non s’accorsero che il puledro presentava delle stranezze (o anomalie) e contemporaneamente gridarono all’unisono; Lora con un forte nitrito e la veterinaria con un:

Wow!!”

In quell’istante anche gli stallieri si avvicinarono e quando osservarono il piccolo, prima si misero le mani nei capelli e poi in coro si misero a ridere a crepapelle.

Nonostante le risa echeggiassero nella scuderia, il puledrino in piedi sulle lunghe e barcollanti gambe, tremava come una foglia autunnale che si libra nell’aria. Lora fece cenno al suo puledro, di avvicinarsi e dopo averlo leccato lo spinse verso la mammella per fagli prendere il colostro (primo latte dolciastro necessario per il trasferimento passivo di anticorpi al puledro, ricco di proteine e di sostanze antibatteriche e stimolanti per il sistema immunitario.)

Veterinario e stallieri ripresesi dalle sonore risate osservarono meglio il puledro.

Ares, così venne chiamato il cavallino, era davvero particolare; presentava delle orecchie forse leggermente più grandi del normale ma la stranezza era presente ai lati o fianchi; qualcosa di ancora indefinibile aveva suscitato ilarità.

La veterinaria, solo allora si avvicinò ad Ares per osservarlo meglio, fece scorrere la sua mano sui fianchi del puledro; solo allora Ares, aprì due meravigliose ali.

I presenti stupefatti, fecero un passo all’indietro ed applaudirono.

Quel puledro era come Pegaso, il cavallo alato tanto descritto dalla mitologia greca ed era di buon auspicio per la famiglia, sicuramente era portatore come il suo antenato di pace e rappresentava forza, libertà e bellezza.

L’evento di quella nascita era da festeggiare e così si decise che appena svezzato si sarebbe fatta una grande festa.

Molti preparativi vennero fatti per organizzare un rinfresco con musica e balli per tutti gli invitati del vicinato.

Quale destino sarebbe toccato a questo mini cavallo alato?

Ares, aveva pochi giorni quando il principe Rodolfo volle far conoscere Isabella, sua figlia, al piccolo puledro.

Isabella, muta dalla nascita era una ragazzina bellissima di dieci anni e quando incontrò Ares, immediatamente fra di loro nacque un’intesa molto particolare.

Da quel momento in poi, Isabella si recò nelle stalle a far visita al nuovo amico che a mano a mano che cresceva si legava sempre di più alla ragazzina, strusciando la testa a lei per farsi coccolare.

Erano passati sei mesi dalla nascita di Ares e proprio all’inizio dell’estate tutto era pronto per la festa e per festeggiare Ares.

Ares fu lavato ed intrecciato la sua candida criniera con del nastro azzurro.

Una coperta di raso azzurro come il nastro le venne poggiata sul dorso.

Nessuno ancora conosceva le virtù di questo giovane cavallo, che di lì a poco avrebbe lasciato a bocca aperta tutti gli ospiti.

Isabella vestita con un abito verde acqua accompagnò Ares nei giardini dell’abitazione dove sarebbe stato presentato ai convenuti.

Saliti su di una pedana, Isabella salutò tutti con un inchino e tolse il telo di raso dal dorso.

In quell’istante la ragazza ebbe un colpo di tosse; una pioggia di stelline luminescenti le caddero sulla testa, Ares aprì le sue ali, e senza accorgersi gridò:

“Grazie amico Ares!!”

La gente sbigottita per la doppia magia scoppiò in un applauso fragoroso e gettò petali di rosa alla ragazza che piangeva di gioia.

Sì Ares aveva compiuto la sua prima magia ridando la parola alla sua fedele amica.

Isabella aveva ripreso a parlare e il principe Rodolfo per l’emozione e la felicità diede un bacio sul muso di Ares e mise la ragazzina sul suo dorso.

Senza esitare Ares fece qualche passo e poi spiccò il volo, volteggiando per l’intera tenuta per poi planare nuovamente sulla pedana.

Da quel momento in poi tante furono le magie che Ares fece a fine di bene e sempre con la supervisione di Isabella che volle cambiare il nome alla fattoria in nome di quella maga che continuava ad aleggiare sulla tenuta e che sicuramente ci aveva messo lo “Zampino”!

Spesso Isabella ed Ares venivano chiamati in varie parti del mondo per situazioni davvero critiche da parte di bambini e bambine che non trovavano soluzioni a problemi di salute che neanche la medicina sapeva risolvere.

Isabella ed Ares grazie alla Maga Lalabel avevano assunto poteri magici per mezzo dei quali potevano guarire piccoli pazienti dando amore e felicità.

 

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