Menzione Speciale Concorso Scrivendo

Grazie!!

Racconto Nicoletta Rinaldi

AMORE O POSSESSO?

domenica, ed un gruppo di ragazze, decidono di trascorre un pomeriggio diverso recandosi ad un grande centro del nord-ovest a Torino per divertirsi giocando a bowling.

Il centro infatti, vanta oltre settemila metri quadrati coperti e climatizzati con tantissime piste, oltre venti, bar…  in questo posto infatti c’è spazio per il divertimento e la scelta fu davvero azzeccata.

Le ragazze in questione sono amiche e si frequentano dall’inizio del liceo ora si sono diplomate e durante l’estate si sono frequentate per progettare il futuro e trovare spazio anche al divertimento.

Come tutte le giovani amano raccontarsi e farsi delle confidenze ed anche quella domenica recandosi al bowling si impegnarono ad esternare ciò che ognuna di loro teneva chiuso nel proprio cuore o per trovare delle conferme o per dissipare congetture costruite.

I temi riguardavano quasi sempre nuovi incontri con ragazzi, o di situazioni vissute con il fidanzato.

Queste “chiacchere” o “pettegolezzi” poggiavano su esperienze vissute e l’avere delle amiche per esternare i loro sentimenti o le loro paure le aiutava a crescere ed al contempo a rafforzare il rapporto che si era creato fra loro.

Le amiche erano tre persone diversissime non solo fisicamente ma anche caratterialmente e forse proprio queste differenze e il loro mettersi “in discussione” riusciva a creare o dare le giuste soluzioni per appagare ognuna di loro.

Descrizione:

Jenny – Bionda capelli lunghi lisci, occhi azzurri, carnagione chiara, alta m.1,78

Marilena – Bruna capelli corti taglio sbarazzino, occhi verdi, carnagione caffelatte, alta m.1,80

Lucia – Capelli rosso fuoco lunghi, occhi marroni, carnagione chiara con lentiggini,  alta m.1,75

Tre donne non troppo appariscenti, ma di notevole bellezza e di innegabile buon gusto nell’abbigliarsi.

Quella domenica, allegre per la loro decisione di giocare a bowling erano gasatissime.

Dopo essersi fermate al bar e aver bevuto dei frappè, lasciarono i loro effetti sparsi sulle sedie difronte alla pista numero due.

Iniziarono a giocare e Marilena stava sbaragliando le due amiche, infatti il suo punteggio era sicuramente superiore quando fu intercettata da un ragazzo che le chiese: «Ciao, sono Franco volevo chiedervi se io ed i miei amici possiamo fare una gara con voi che ne dite?»

Marilena dopo aver chiesto il consenso a Jenny e a Lucia approvò la gara con Franco ed altri suoi amici.

Tutto si svolse tranquillamente e durante le partite il clima era cordiale e tutti erano divertiti.

Terminata la gara con la vittoria di Lucia, i tre maschietti, Franco, Valerio e Mario chiesero alle ragazze di andare insieme a mangiare una pizza vicino al bowling.

Marilena forse la più sensibile aveva percepito qualche “forza contraria” aveva la netta sensazione che c’era un qualcosa che non la faceva stare a suo agio, e non diede il suo consenso.

Lucia e Jenny decisero così di riaccompagnare l’amica a casa per poi tornare ed andare con quei nuovi amici in pizzeria.

La “pizzata” fu piacevole ed i ragazzi all’apparenza educati e simpatici.

Mario venticinquenne dai caratteri somatici davvero particolari; occhi chiari e glaciali, viso spigoloso e da tratti marcati era sicuramente un uomo leggermente inquietante ma di un fascino che poteva ammaliare per l’aspetto vagamente conturbante.

Mario dal fisico palestrato era sicuramente leggermente “Narciso” e sicuro di sé stesso.

Inizialmente attratto semplicemente esteticamente da Lucia non era intenzionato a demordere ed ora che aveva adocchiato il suo bottino, come un felino attendeva il momento per aggredire e fare un buon “banchetto” dell’ignara preda.

Terminata la serata si salutarono e ognuno tornò a casa.

L’indomani, Lucia sentì suonare il campanello ed un fiorista le consegnò un bouquet di fiori.

Lesse il biglietto in mezzo ai fiori che diceva:

“Grazie per la piacevole serata. Mario”

La ragazza, incredula perché non aveva lasciato alcun indirizzo cercò di non pensarci più di tanto e si recò al lavoro.

Lucia aveva trovato per un periodo delimitato, un lavoro in un bar vicino a casa.

La padrona del locale era una signora simpatica e dolcissima che essendo in attesa di un bimbo, aveva cercato un aiuto.

Al lavoro, Lucia aveva lasciato il cellulare nell’armadietto e terminate e ore di lavoro si recò in spogliatoio e recuperò i suoi effetti.

Furtivamente diede un’occhiata allo smartphone e vide una quantità indefinita di messaggi.

La cosa ebbe uno strano effetto e si chiese da chi venissero tutti quegli sms.

Aperta l’app dei messaggi fu svelato l’arcano, erano tutti di Mario.

La ragazza iniziava a porsi delle domande ma non riusciva ancora a comprendere il perché di certi atteggiamenti.

Mario era davvero così interessato a lei?

Perché senza quasi conoscerla le mandava tutti quei messaggi?

Come era riuscito in così breve tempo a sapere il suo indirizzo e cellulare?

Tutte queste domande si agitavano nella testa di Lucia senza trovare una giusta collocazione e forse incuriosita, essendo una ragazza limpida e trasparente come un cristallo, da quell’interessamento, invece di troncare cercò un avvicinamento escludendo dagli ultimi fatti le amiche.

Lucia chiamò Mario.

«Ciao sai mi devi scusare ma ho visto i tuoi sms ma io non uso il cellulare quando lavoro. Mi dicevi che volevi uscire con me?»

Mario con aria sorniona rispose: «Pensavo ti fossi persa! Scherzo dove è finita quella bella ragazza mi sono chiesto! Bando alle ciance, questa sera sei libera? Vorrei portarti a cena che ne dici?»

Lucia acconsentì, ma non era tranquilla, piccole e subdole intimidazioni; quel vago senso di intimidazione da una persona che aveva appena conosciuta, la rendeva guardinga.

Mario allora disse: «Ok ti vengo a prendere alle otto a presto!»

Lucia tranquillizzata da quel finto buonismo di Mario, terminato il lavoro si preparò in tutta fretta e attese l’arrivo dell’amico.

Puntuale, Mario si presentò e con “fare elegante” le aprì la portiera dell’auto e fece salire Lucia.

Lucia portava una camicetta attillata con dei jeans e delle scarpe con il tacco.

Mario quasi da subito iniziò a disquisire sulla moda, senza filtri, disse di non apprezzare l’abbigliamento di Lucia, ma che sicuramente un abbigliamento meno appariscente le avrebbe conferito un aspetto migliore.

La cena fu ottima, anche se Mario mentre chiacchieravano del più e del meno sottolineò che una ragazza accompagnata dovrebbe tenere gli occhi bassi per non farsi notare.

Questa affermazione mise in allarme Lucia ma essendo una persona positiva e solare, ancora non riusciva a collegare i vari indizi.

La violenza psicologica che si può insidiare in un rapporto è subdola e talvolta non si riesce a percepirla immediatamente, perché sottile con piccole illusioni con dico e non dico, all’inizio si può incuneare anche con piccole offese o limitazioni alla libertà personale.

Le sue manifestazioni possono essere molteplici e disparate ecco perché è buona cosa parlare e confidarsi con amici, parenti insomma con qualcuno di fidato, quando si recepisce che qualcosa sia anomalo e ci spiazzi.

Comportamenti come: offese, accuse, atti denigratori, minacce, insulti, umiliazioni, svalutazioni, isolamento sociale con l’allontanamento da parenti ed amici, controllo e possesso, esclusione dalle decisioni importanti che riguardano la famiglia o la coppia, sono segnali che ci devono mettere in allarme.

Lucia avvertendo che Mario la limitasse o non le concedesse una piena libertà nelle sue azioni voleva ancora capire se era solo un suo atteggiamento per una specie di “gelosia”.

Mario abile, manipolatore, presentava alla sua “vittima” Lucia, false informazioni con il chiaro intento di farla dubitare di sé stessa, di renderla insicura, disorientata, inadeguata.

Una persona fragile ed intimidita è la preda più ambita dal maschio.

Uso questo termine perché nella mia vita ho fatto una netta distinzione tra maschi e uomini.

Il maschio è un perenne “Peter Pan” e soprattutto è un narcisista patologico che manifesta un bisogno quasi esibizionistico di attenzione e di ammirazione da parte degli altri.

L’uomo è tutt’altra cosa.

Lucia al termine della cena percepiva una certa frustrazione che non riusciva a definire e chiese a Mario dei ragguagli in merito ad alcune sue sensazioni e percezioni.

Mario negò ogni cosa, come questi “omuncoli” fanno, per disorientare maggiormente la loro vittima.

In pochi giorni, si erano accumulati diversi episodi e Lucia quella sera dopo essere tornata a casa prese una decisione.

L’indomani non dovendo andare al lavoro chiamò telefonicamente le amiche.

«Ragazze ho bisogno di voi ci possiamo vedere a casa da me? Ho bisogno di un vostro consiglio.»

Marilena e Jenny capirono che l’amica era in difficoltà ed accettarono l’incontro con Lucia.

Quella sera ricevute le amiche, chiuse tutte le tapparelle per far recepire dall’esterno che in casa non vi era nessuno.

Le amiche, imbarazzate da quegli strani atteggiamenti, non sapevano come comportarsi ma solleticate da ciò che l’amica voleva comunicare, si accomodarono nel divano.

Lucia, depositò il cellulare sul tavolino del salotto in modalità silenziosa, ma quando arrivava un messaggio o telefonata il cellulare s’illuminava.

Lucia si sedette e come un “fiume in piena” si aprì alle amiche intervallando il racconto con qualche lacrima che scendeva dalle sue gote.

Nel frattempo mentre la ragazza si liberava dai mille dubbi che l’affliggevano, il cellulare s’illuminò innumerevoli volte, erano migliaia di sms di Mario.

Spiazzate dalla storia, Jenny e Marilena abbracciarono dapprima Lucia e poi consigliarono l’amica di prendere seri provvedimenti prima che le cose evolvessero ulteriormente per poi aggravarsi inesorabilmente.

Mai e poi mai si possono avvallare atteggiamenti che limitino la propria libertà o si possa condividere di essere considerati degli oggetti e non delle persone.

Lucia rincuorata dalle amiche disse: «Grazie per i consigli che mi avete dato e domani mi recherò a fare una denuncia al numero Antiviolenza e Stalking: 1522.eu. Fortunatamente anche se in ritardo mi sono accorta che Mario aveva con me uno schema ben determinato.

La sua “VIOLENZA PSICOLOGICA” sottile, mi stava distruggendo anche se in un periodo assai breve e voleva minare la mia salute fisica e mentale.

Questo come donna, non glielo posso permettere e non posso permettermi una depressione che mi distruggerebbe la vita.»

Lucia abbracciò le amiche e le salutò rincuorandole che il giorno seguente avrebbe chiamato quel numero e se ci fosse stata la possibilità di allontanare quell’uomo da lei si sarebbe rivolta anche dai Carabinieri.

Per Lucia si aprirono nuovi orizzonti che riguardavano la sua attività lavorativa e riuscì a trasferirsi.

A Mario fu vietato d’avvicinarsi a Lucia.

 

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