UNA GITA AL MARE
Grazia, di nome e di fatto, era una ragazza laureata da poco che insegnava in una scuola elementare a MESTRE.
Di aspetto asciutto con capelli lunghi era forse una giovane come molte altre, ma quello che differenziava Grazia da altre ragazze, era il suo modo di porsi.
Gentile ed al contempo decisa nelle sue scelte era una ragazza vivace e piena di interessi.
Amante dei bambini, da quelli più piccoli a quelli più grandicelli, Grazia non solo si dedicava solo all’insegnamento, ma tre giorni alla settimana faceva volontariato in una nota Casa Famiglia dove un copioso numero di piccolini erano stati affidati.
Grazia, di carattere come avrete capito socievole ed aperto, si faceva volere bene da colleghi ed amici.
Frequentando con assiduità i bambini affidati aveva capito come quei piccoli esserini fossero traumatizzati da mille eventi a loro capitati e nonostante trascorresse con loro diverse ore giocando o inventandosi giochi per svagarli era sempre alla ricerca di espedienti per rallegrare quei visini innocenti.
Non dandosi per vinta, Grazia pensò di regalare a quei ragazzini una giornata davvero speciale.
Per prima cosa coinvolse amici e colleghi che con lei avrebbero partecipato alla sua iniziativa.
Una giornata al Mare, che pazzia!
Grazia decisa, avrebbe portato quei ragazzini al mare in compagnia anche di qualche amico pelosetto che soggiornava in Casa Famiglia.
Assolti i compiti burocratici, comprendenti carte bollate e varie richieste, assicurati tutti per ogni evenienza arrivò il fatidico giorno.
Era una splendida giornata di luglio, il cielo terso, caldo ma non troppo afoso la TROUPE al completo, era pronta per questa strabiliante gita.
Caricate alcune vettovaglie, giochi e ben quattro cani nello Scuolabus fu il momento di far salire i bambini e gli insegnanti.
I bambini gasatissimi, ma increduli su casa stava capitando, si zittirono di colpo per paura di essere lasciati a casa.
Grazia, accertatasi che tutto fosse a posto, prese il microfono in mano e disse:
“BENVENUTI a tutti! Siamo in partenza per trascorrere una giornata al Mare e precisamente a CAORLE, questa sera faremo rientro entro le UNDICI!”
Dopo uno squillar di tromba lo Scuolabus partì.
Canzoni, storie, filastrocche caratterizzarono il viaggio per far trascorrere festosamente quel tragitto di strada ai ragazzi.
Arrivati nella Piazza i bambini felici batterono tutti le mani.
Caorle scelta per il suo mare calmo con i fondali bassi adatti particolarmente ai bambini era la giusta meta per quella gita.
Scaricati giochi e sacche, i bambini furono condotti dagli insegnanti nella Spiaggia.
Lo stupore galleggiava tra le testoline dei bimbi. Alcuni di loro non avevano mai visto quella grande distesa d’acqua.
Piedi affondati nella sabbia li facevano gridare di felicità, era una nuova sensazione e dopo averli fatti sedere sotto alcuni ombrelloni Grazia e i suoi amici messi a ciascuno un costumino, iniziarono mille giochi con la sabbia.
Passarono un paio d’ore e viste le fughe dei quattro cani che scorrazzavano giocando nel bagnasciuga, facendo a gara tra i flutti e le onde del mare,
Corrado un ragazzino di dieci anni chiese a gran voce:
“Maestra io ed i mei amici desideriamo fare il bagno possiamo?”
Grazia diede il suo parere favorevole indicando che i più piccoli sarebbero rimasti nel bagnasciuga dove si erano formati dei piccoli avvallamenti coperti d’acqua.
Vi fu un “fuggi, fuggi generale” e il ter sott’occhio quelle giovani canaglie non fu cosa da poco!
Dopo il bagno per tutti vi fu un bel panino, una bibita ed un frutto.
Sazi e felici i ragazzi continuarono a giocare e scherzare tra loro.
Le ore passarono forse per tutti troppo velocemente ma venne il momento del rientro.
Grazia tornata alla Casa Famiglia si rese disponibile per mettere a nanna quei piccoli e magnifici monelli e soddisfatta per la riuscita della giornata e per aver dato a quei bambini attimi di felicità si congedò e ritornò a casa.
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