ROSY

In un Borgo, millenario dove le case fatte di pietra e vie e vicoli creavano un continuo sali e scendi, arroccato sulle colline Toscane, viveva Rosy con la sua famiglia.

Rosalba questo era il suo vero nome, era una ragazzina di dodici anni dall’aspetto minuto e dalle lunghe chiome inanellate, di colore rosa ed è per questo motivo che tutti la chiamavano Rosy.

La madre di Rosy, così come la nonna avevano ereditato dei poteri magici e quando Rosy era ancora una bimbetta con un intruglio sbagliato, mentre faceva colazione, visto che la mamma, era una maga pasticciona, le colorò i capelli che divennero di color rosa cipria.

Rosalba da canto suo, non volle cambiare più in quanto quelle chiome erano diventate una sua caratteristica identificativa.

All’età di quindici anni, come consuetudine fra le maghe, dopo aver studiato e aver frequentato diverse lezioni di magia; la nonna le trasferì tutti i suoi poteri raccomandandole di farne buon uso e solo a fini benefici.

Rosy ragazza estroversa, creativa e fantasiosa era amata dai suoi amici che facevano a gara per trascorrere del tempo con lei e per osservarla in qualche piccola magia.

Rosy da sempre aveva legato un rapporto d’amicizia ben saldo con Mery e Manuel, due fratelli che frequentavano la stessa scuola e che le loro famiglie si conoscevano sin dai tempi del liceo.

Dopo aver avuto i poteri magici, Rosy mise al corrente i suoi amici informandoli che li avrebbe sperimentati con loro.

 Un mattino, di festa Rosy, convocò gli amici nel suo giardino, raccomandandogli di venire con le proprie biciclette.

Mery e Manuel arrivarono puntuali si sedettero in giardino ed aspettarono l’amica.

Rosy anche lei con la sua bici, arrivò dopo poco e disse:

  • Ciao ragazzi oggi, missione speciale, dobbiamo recarci dal Sindaco CASIO a portare una ghiera per l’orologio della torre ma, con un pizzico di magia riusciremo ad unire l’utile al dilettevole. –

Gli amici di Rosy, desiderosi di conoscere la nuova magia risposero:

  • Noi siamo pronti ed inforcate le bici chiesero per dove si va?

Rosy pronunciò:

SALAGADULA, SALAGADULA portami lì e batté le mani.

All’improvviso si sprigionarono tante scintille che formarono un tracciato e le biciclette iniziarono a volare.

Manuel gridò:

  • Che succede Rosy?
  • Rosy disse:
  • Non ti preoccupare, pedalate!!

I ragazzi felici per quell’insolita magia iniziarono a pedalare a gran velocità, alzandosi, curvando e facendo capriole con la propria bici ma, rimanendo sempre in volo.

Dopo quella sana corsa tra le nuvole, i ragazzi giunsero a destinazione.

Le bici d’un tratto rallentarono la corsa e al di sotto Rosy s’accorse che erano giunti al paese del Sindaco Casio.

Rosalba allora richiamò all’ordine gli amici e disse:

  • Ora iniziate a frenare perché dobbiamo atterrare sulla Piazza.

La piazza di questo paesino era fantastica.

Un enorme orologio era dipinto sulla piazza e nel mezzo si ergeva una grande torre con un orologio che scandendo le ore faceva apparire dei personaggi che raccontavano la storia del paese.

Il Sindaco s’era accorto che un meccanismo della torre s’era guastato ed aveva chiesto a Rosy di procurarlo.

I ragazzi atterrarono tutti e scesi si congratularono tra loro per la riuscita della loro missione.

Consegnato il pacco al Sindaco, il vecchio orologiaio del paese sostituì la ghiera rotta all’orologio della torre e nuovamente i personaggi iniziarono a sfilare.

Il Sindaco volle ringraziare Rosy ed i suoi amici offrendogli un luculliano pranzo prima di congedarsi e lasciare che i tre amici tornassero a casa per affrontare nuove avventure e nuovi viaggi.

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