Santafè il Paese che non c’è – fiabe nuove

FIABE  –  A Santafè il Paese che non c’è, ma dove risiede la Fantasia mi alzai dalla mia postazione di Sindaco di questo Paese, dove i cittadini mi avevano procurato un trono o forse per meglio dire una poltrona rivestita di velluto rosso dove al disopra avevano posizionato un grande ombrello a rigoni che mi riparava durante gli spostamenti nelle contrade di Santafè.

La poltrona era stata alloggiata in un vecchio teatro abbandonato ed ora proprio in quella sede risiede il mio ufficio.

Ai piedi della poltrona campeggiava un lampione dove venivano attaccate con un magnete, le insegne delle nuove vie, piazze…che sarebbero state collocate al momento dell’approvazione comunale.

Mirto, il Sindaco, era un personaggio strano e forse un tantino anacronistico e bizzarro!

In questo Paese ogni avvenimento poteva considerarsi strano o curioso.

Chi conosceva Mirto, forse lo reputava inadatto a quel ruolo, ma sicuramente era benvoluto dalla cittadinanza in quanto si prodigava a più non posso per loro.

Indossava un cappello a cilindro e degli occhialini tondi; portava dei baffetti brizzolati ed aveva una statura simile a quella di “un soldo di cacio”.

A Santafè viveva una streghetta alquanto birichina, che di passaggio in questo paese, volle fermarsi e vi risedette per un periodo fino a quando una domenica mattina, spuntato il giorno, s’imbatté in un mago chiamato Serafino, che la indispettì e la canzonò per il suo aspetto.

Di Rosso vestita e con chiome fluenti rosse come il fuoco, il mago Serafino la chiamò Peperoncino e lei tanto si arrabbiò che tutti i paesani trasformò in animali.

Solo ad uno lasciò il privilegio di mantenere le sembianze umane e questi fu Andrea il Veterinario del Paese.

Andrea infatti, quel giorno non era presente, ma si trovava in un’altra cittadina per un convegno su alcune malattie derivanti dall’uso di alcuni pesticidi usati in alcuni campi.

Solo al ritorno Andrea, colto alla sprovvista, venne informato dal suo cane di ciò che era successo e del sortilegio inflitto dalla strega.

Il Cane un Basset hound dalle lunghe e setose orecchie marroni, gli raccontò che la maledizione comprendeva solo l’aspetto esteriore, da uomo ad animale ma tutte le facoltà umane erano mantenute.

Il veterinario allibito dal racconto del suo cane, gli disse voglio metterti alla prova:

“Sai dirmi come si chiama la Capitale dell’Italia?”

Il cane di nome Pilù s’atteggiò a riflettere mettendosi una zampa a nascondere gli occhi e poi con disinvoltura rispose:

“Roma! La capitale è Roma”

Andrea non ancora soddisfatto disse:

“fammi questo calcolo e poi trascrivilo su questo quaderno 10+15-3+8/2 voglio proprio vedere se ci riuscirai”

Pilù che già da cane aveva un carattere bizzarro si immedesimò nella parte come fosse un attore di teatro e prima si sedette, in seguito fece scendere quelle due mega orecchie davanti al muso; chiamò con un fischio Bibù il verme, Blù il drago sputa acqua, Mia la gatta e Felix marito di Mia.

Tutti arrivarono puntualmente al cospetto di Pilù che invitò gli amici a mettersi comodi e fare i giudici alla scommessa lanciata da Andrea.

Pilù fece finta di essere affranto, si mise le zampe in testa picchiandosela come se dovesse far uscire da quel cranio quella risposta nefanda e al termine di questa sceneggiata, si fece portare da Mia, che sfoggiava una camicetta con jabot e gonnellina azzurra, carta e penna e infilata la penna tra le dita scrisse:

“Quindici”.

Con nonchalance (indifferenza) allungò il foglio a Andrea e disse:

“Che dici ho vinto o perso?”

Andrea strabuzzò gli occhi e pronunciò:

“Si ora ti credo”.

Un fragoroso applauso giunse dalla piccola platea di amici giunta per far da giudici alla sfida e Pilù si vantò della vincita.

Vi fu una grande festa dove si cantò e ballò.

Sindaco e Veterinario gli unici umani decisero che avrebbero colto l’occasione per mettere a frutto quella scellerata opportunità dettata dalla strega.

Mirto decise che avrebbe cambiato il nome al Paese ed il veterinario fece conoscere grazie ai Social la grande opportunità di visitare un Paese così strambo e affascinante.

Da quel giorno dopo un Consiglio Comunale si decise che il Paese si chiamasse “The Strange Country” (lo strano Paese) e da quel momento divenne un Paese visitatissimo da turisti che ne volevano conoscere la storia ed avvicinarsi a quegli animali unici al mondo.

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Rispondi