LA RAGAZZA IN ALTALENA

 A SAN FIOR, paesino del trevigiano, in un giardino di una casa dismessa da tempo accadevano degli eventi ritenuti dai paesani alquanto strani ed anomali.

Un grande cancello in ferro battuto faceva intravedere quelle lunghe siepi di bosso che disegnavano percorsi di forma geometrica.

All’interno rose antiche di colori tenui davano un tocco del tempo passato.

Ai lati della casa le facevano da cornice altissimi alberi dal tronco possente che facevano da supporto ad un’ALTALENA sostenuta da una grossa corda.

La casa, stranamente era sempre avvolta da una leggera nebbiolina che aveva l’effetto “vedo non vedo” e che rendeva tutto evanescente.

Piero e Damiano erano stati assunti come giardinieri dal vecchio proprietario per estirpare le erbacce e per dare vita a quel giardino dismesso.

Ai giardinieri erano state consegnate due grosse chiavi che dovevano aprire quel poderoso cancello.

Infilate le chiavi e dopo averle fatte girare in quella grande serratura, Piero spinse con tutta la forza che aveva in corpo e ad un fragoroso cigolio il cancello s’aprì ma in un batter d’occhio si rinchiuse.

Ci vollero diversi interventi per aprirlo e per non farlo richiudere, ma grazie ad un’astuzia di Damiano che mise un ceppo di albero nel mezzo riuscirono finalmente ad entrare e a portare all’interno le attrezzature per il giardinaggio.

Scesi dal camioncino un grande fragore si avvertì e come se il ceppo fosse stato di polistirolo, si sbriciolò in un istante.

I due giardinieri avvertiti dal proprietario, di quella casa un po’ strana alzarono le spalle e non curanti di quello che era successo si diressero verso la rimessa dietro la casa.

Il magazzino era fatto di mattoni con un grande portone di legno e sopra un grande fienile fatto ad archi.

Il portone s’aprì senza alcun intervento esterno ed uscì un gruppetto di oche starnazzanti che svolazzando uscirono in cerca di cibo.

I giardinieri dato da mangiare alle oche si diressero verso la casa. L’abitazione si presentava con il mobilio coperto da lenzuola ma la cosa strana è all’interno si udiva una musica in “sordina”.

Dal piano superiore infatti, si avvertiva la musica derivante da un pianoforte e Damiano chiese:

“C’è qualcuno in casa? Chi sta suonando?”

Dopo attimi di silenzio una figura eterea avvolta da una luce evanescente, scese le scale e si materializzò ai loro occhi.

Vestiva un abito bianco, con piccole roselline della stesa tinta, i capelli lunghissimi castani uscivano da un cappello di paglia a larghe tese ornato da un nastro dello stesso tessuto dell’abito.

La ragazza presumibilmente, di circa quindi anni, scendeva le scale e piccoli fiori uscivano dall’abito per posarsi sotto i piedi scalzi.

Damiano e Piero a quella visione, impietriti si destarono solo quando MARINELLA giunta a metà scala si appoggiò al corrimano e si rivolse a loro dicendo:

“Salve! Sono Marinella e vivo in questa casa da secoli. Sono morta cadendo dall’altalena ma io mi trovo bene qui e non voglio andarmene.”

Riprese il discorso e continuò:

“Spesso faccio qualche scherzetto agli intrusi o a coloro che vorrebbero scacciarmi, ma il vecchio padrone mi conosce e non ostacola la mia permanenza; in cambio io gli faccio qualche piccolo favore”.

I due uomini guardandosi negli occhi e balbettanti risposero a Marinella:

“Cara ragazza, noi siamo venuti qui per ordine del vecchio proprietario perché dovremmo risistemare il giardino e dare una rinfrescatina anche alla casa per poterla vendere.”

La ragazza scoppiò in pianto e dimostrò il disappunto nella scelta di vendere quella dimora.

A quel pianto i due giardinieri s’impietosirono e decisero di parlare con il vecchio.

ANTONIO zoppicante e con un bastone d’argento si presentò nella sua abitazione e chiamò Marinella:

“Marinella, Marinella con voce ferma ma fievole il vecchio si diresse vicino alla scala interpellandola”

“Salve Maestro è veramente tanto tempo che non ci vediamo ho avuto cattive notizie perché lei ha intenzione di vendere questa casa ma come le ho spiegato – IO NON ME NE VADO DA QUI!!”

Antonio un po’ traballante sulle gambe si sedette su una vecchia poltrona si accese la pipa e rivolgendosi a Marinella disse:

“Cara ragazza, lo vedi io ormai sono molto vecchio e non so cosa mi riservi il destino e neppure se diventerò un fantasmino come te. Io ti ho conosciuta molto bene e so che sei una brava ragazza e un bravo fantasma. Ho deciso perciò di farti conoscere i nuovi proprietari di questa casa che hanno tre figli, due maschi ed una femmina all’incirca della tua età che potranno diventare tuoi amici e tu potrai rimanere ad abitare nella serra che sarà messa a nuovo. Inoltre ho deciso con i nuovi proprietari, che il pianoforte sarà portato nella serra e che tu ti occuperai del giardino e dell’altalena che dovrà essere rinnovata.”

A quelle parole Marinella scese le scale, fece una capriola, si accovacciò vicino alle gambe del vecchio e gli fece scendere sopra alla testa petali profumati di rosa.

Poi disse:

“GRAZIE MAESTRO, io farò di questo giardino qualcosa di unico e la mia altalena sarà fatta di tralci e fiori ed io ritornerò a giocarci. Ma sappi che l’altalena si muoverà anche quando io non ci sarò e dal cielo cadranno sempre petali profumati”.

Il vecchio fece conoscere i nuovi proprietari a Marinella che ne furono entusiasti e lei di buon grado, come aveva promesso rese quel giardino fantastico, ricco di fiori introvabili e tutti coloro che visitavano quel posto, potevano ammirare quell’altalena dove Marinella investita da mille petali si spingeva sino a toccare i rami più alti degli alberi.

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