Figaro il NobilGatto

 C’era una volta un nobile, vezzeggiato ed al contempo temuto da tutti, ed è proprio di lui che desidero raccontarvi la sua storia.

Molti e molti anni or sono, nel Castello di Bevilacqua, dimora storica del trecento, sospesa tra passato e presente nel cuore della pianura veronese fra Verona, Vicenza, Padova e Rovigo, luogo magico e pieno di fascino che vi narrerò una storia davvero singolare.

Proprio in questo castello, si svolsero le vicissitudini di uno strano personaggio, amato ed odiato da molti. Alla sua nascita, Figaro, questo era il suo nome, era un bambino carinissimo, nato dopo molti anni di matrimonio, da una nobildonna che benché priva di un particolare titolo nobiliare; faceva parte di una grande famiglia aristocratica.

La mattina che precedette l’avvento, al castello furono invitati amici e conoscenti della coppia, a benedire quella nascita vennero invitati Maghi, Fate per fargli dono al nascituro, di privilegi che avrebbe potuto usufruire durante la sua vita.

Tutto era stato preparato diligentemente e un’aria di gran festa si respirava tra le stanze ed i saloni del castello.

Le maestranze e i servitori, tutti impegnati alla riuscita dell’evento erano trepidanti ed emozionati all’arrivo del nuovo bambino.

Il paggio all’esterno della camera dove avvenne il parto, fu il primo battendo lo scettro tre volte al suolo ad annunciare la nascita di Figaro.

Fu proprio in quell’istante al primo vagito del neonato, che nella camera calò magicamente un fumo denso che si posò sulla culla di Figaro, oscurando completamente il bambino che trasfigurò.

Dal fumo che si disperse, si materializzò Magù una infida e perfida maga che si accollò l’incantesimo e di aver tramutato il viso di quell’amabile bimbo nel musetto di un gatto.

I genitori scioccati e senza proferire parola iniziarono a piangere sommessamente.

La Maga senza curarsi di loro pronunciò le seguenti frasi:

“Figaro vivrà come uomo-gatto finché non riuscirà a farsi amare ed apprezzare, nonostante il suo aspetto ed avrà l’ardire di mostrarsi a capo scoperto come condottiero per salvare la regina Margherita incarcerata nella Torre a pochi passi dal castello. Io se questo accadrà annullerò il maleficio”.

Dalle ombre e dal fumo s’era materializzata e così repentinamente scomparve lasciando i presenti attoniti e sconsolati.

Passarono gli anni e Figaro crebbe come uomo-gatto tra mille difficoltà.

Inizialmente vergognandosi del suo aspetto cercò di mimetizzarsi con indumenti, cappucci….più tardi compreso che egli non aveva contribuito ad avere quell’aspetto iniziò ad aiutare le persone bisognose d’aiuto o in difficoltà e a combattere i soprusi di una società retrograda.

Nonostante venisse preso in giro, egli affrontò tutte le sue battaglie a viso(muso) scoperto con grande dignità e rispettoso degli altri.

Il suo abbigliamento era sempre impeccabile ed elegantissimo ed il suo comportamento sempre impeccabile secondo i canoni del galateo e della nobiltà.

Il popolo che aveva cominciato a conoscerlo per le sue virtù ed atti di generosità verso il prossimo non si curava più del suo aspetto ma era amato e benvoluto da tutti.

Un giorno, la sua grande amica Mariù, una gatta pittrice ed astrologa, venne a conoscenza che la principessa Margherita era stata rapita ed imprigionata da un cavaliere despota e senza scrupoli, sulla torre vicino al suo castello.

Figaro senza esitare raccolse un manipolo di uomini fidati e si diresse verso la torre per liberare la povera principessa, conosciuta e non più rivista quand’era una bimbetta.

Molte furono le difficoltà incontrate dovette affrontare una foresta di rovi, una palude  con sabbie mobili e finalmente raggiunse la torre che era stata cosparsa di un viscido grasso per renderla inaccessibile e di spuntoni di ferro.

Figaro fissò un grosso cavo nella collina adiacente la torre e gettò il cavo d’acciaio con un rampino alla finestra della principessa.

Come un grande equilibrista, percorse a piedi scalzi la fune sino a raggiungere la finestra di Margherita che ruppe con un pugno sino ad entrarvi.

La principessa urlò alla vista dell’uomo-gatto ed indietreggiò.

Figaro con calma la rassicurò e le raccontò chi era e il perché aveva quell’aspetto.

Visto che Margherita s’era calmata ed aveva ascoltato il suo interlocutore, Figaro le chiese:

“Margherita ora che hai ascoltato la storia della mia vita, avresti il coraggio di baciarmi?”

Margherita, affascinata dai modi di Figaro disse:

“SI”

Solo allora Figaro come promesso  dalla maga, poté baciare la sua bella principessa e riprese le fattezze di un bellissimo uomo.

Dopo un breve fidanzamento Margherita divenne la sua sposa.

 

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