MINO il FANTASMINO

Siamo ad ASOLO, nel cuore del Veneto e non molto lontano dalla magnifica città di Venezia.

Questa piccola cittadina di origine paleoveneta, ricca di tradizioni, storia, cultura per percorrerla, devi armarti di “buone gambe” perché è un continuo sali, scendi di strade e viottoli ciottolati che la rendono alquanto accattivante, anche nei giorni dedicati al Mercato dell’antiquariato.

Attraversò nei secoli un fiorente periodo durante la Serenissima e Venezia, favorì, attraverso sgravi fiscali, il popolamento della zona. A ciò si aggiunse Caterina Corner, già regina di Cipro, che abitò nel castello con al seguito una ricca corte di artisti e poeti.

Eleonora Duse è una delle tre Signore di Asolo che si innamorano di questo luogo e ne fecero la loro dimora.

In questa città Romantica, artisti e donne straordinarie per carattere ed esperienze di vita, capace di sedurre poeti come Gabriele D’Annunzio, che in una targa dedicata alla Duse presso la sua abitazione, si svolge la nostra storia.

Tra le finestre che si affacciano alla piazza in una stanza ben arredata e con ogni confort giaceva ormai da diversi giorni, sprofondato da coperte, MINO, un bambino ammalato di polmonite bilaterale.

Il suo viso pallido, le goccioline di sudore che imperlinavano la sua faccia, la mamma che seduta nel letto le teneva la manina, erano lo specchio di una situazione che di lì a poco avrebbe dato un esito alquanto spiacevole.

La mamma non desisteva a bagnare la fronte del suo piccolo, con una pezzuola bagnata con acqua fredda per fagli scendere la febbre, ma dopo un piccolo tremore Mino, chiuse gli occhi cerulei e morì.

Immediatamente, l’anima di Mino, veleggiò e con la levitazione si portò in alto alla stanza.

Mino incosciente di ciò che gli capitava, riusciva a percepire la disperazione dei genitori e del medico che cercava di dare coraggio per la prematura scomparsa di Mino.

Il bambino non era ancora capace di percepire la sua morte e girando vorticosamente intorno alla stanza vide un tunnel di luce e repentinamente venne attratto da esso e si ritrovò a percorre questo viaggio senza sapere la destinazione.

A metà del viaggio venne fermato e deviato in una stanza con un grande candelabro e una figura femminile eterea disse:

“Mino tranquillizzati, sono una tua lontana zia e sono un angelo, tu non mi conosci ma io so tutto di te e mi hanno mando qui per fermarti. Tu sei morto, ma non è tempo per te di andare ancora in Paradiso. Sai c’è stato un piccolo errore e tu dovrai tornare indietro sotto forma di fantasma.”

Mino eccitatissimo si mise a sbraitare con quanta più voce avesse ancora dentro di sé   e gridò:

“Come? Io un fantasma? Cosa Faccio? Sono solo e piccolo come mi devo comportare? Uno sbaglio? Lo pago io lo sbaglio?”

Mino continuava a porre mille domande e non dava segni di tranquillizzarsi così Zia Maddy lo abbracciò forte e replicò:

“Tu hai una missione da compiere ma non sarai solo io ti aiuterò nei momenti più difficili e la tua mamma ti rimarrà vicina e ti sorreggerà nel progetto che ti verrà affidato”.

Ancora incredulo, ma un pizzico più sereno chiese:

“Come farò se sono un fantasma ad interagire con mamma?”

Maddy rispose:

“Ora tornei indietro e grazie ad un sogno di tua madre potrai spiegarle ogni cosa e lei capirà.”

Investito con il suo nuovo look da FANTASMINO, Mino si ritrovò a casa dove la madre affranta dal dolore con occhi tumefatti per la perdita dell’unico figlio si apprestava a coricarsi dopo il funerale, e aver trascorso una giornata estenuante da dimenticare.

MINO, sapendo della sua nuova condizione si posizionò sopra ad un armadio e per gioco, assunse mille forme facendo qualche innocente scherzetto agli altri inquilini del caseggiato.

Ci volle parecchio tempo prima che la mamma di Mino si addormentasse ed iniziasse a sognare.

La nottata fu alquanto agitata per mamma ROSA, solo quasi al risveglio iniziò a sognare e Mino con l’aiuto di Maddy entrò nella fase REM del sogno della mamma.

Rosa quando vide Mino sobbalzò, lui sapientemente, si presentò alla sua vista com’era in precedenza non nelle vesti attuali.

Felpa jeans ed un paio di scarpe da ginnastica era la tenuta scelta per presentarsi a Rosa.

Nel sogno Mino le corse incontro e l’abbracciò talmente forte da toglierle il respiro.

Rosa, tremava come una foglia al vento ed incredula di ciò che le capitava sbiascicò qualche parola:

“Chi sei? Perché assomigli a Mino? Sto sognando? Questa non è la realtà!!”

Mino rispose pacatamente:

“Mamma, mia carissima mamma, sono MINO ed è vero tu stai sognando, ma è altrettanto vero che io ci sono, questa non è finzione!”

Rosa immersa in questo sogno veritiero, si diede un pizzicotto e continuò a porre domande.

“Mino è morto l’ho sepolto perché mi dici che sei reale?”

Mino allora spiegò alla madre l’incontro con Maddy e si fece vedere nelle sue nuove vesti da fantasmino.

La madre a quel punto si risvegliò e seduta nel letto aprì gli occhi, se li stropicciò e con grande emozione s’accorse che il fantasmino di Mino era proprio lì ai suoi piedi.

Mino, si avvicinò, le diede un bacio e disse:

Tu mi potrai vedere e sentire, mentre gli altri umani non potranno vedermi, solo i bambini sarà concesso di vedermi e di giocare con loro.

Io mammina, ho un compito devo intrattenere le anime dei bambini che devono diventare angeli e tu mi aiuterai standomi vicina e organizzando con me giochi e diversivi per questi bambini che diventeranno in seguito dei cherubini e dei serafini (angioletti più vicini a Dio).

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Rispondi