FIABA CELESTE
Era una notte d’estate, un’aria estremamente calda e umida campeggiava, nonostante fosse già passata la mezzanotte.
La strada ed i palazzi nonostante l’orario, emanavano calore e tutto pareva immobile, come se qualcuno avesse volontariamente fermato le lancette del tempo.
Nonostante fosse piena estate, le vie e le piazze di questa piccola cittadina erano deserte e spettrali; come se gli abitanti fossero stati prelevati da una navicella aliena, senza lasciare traccia della vita preesistente.
Il cielo privo di luna perché nascosta da nembi carichi di pioggia, incuteva presagi poco edificanti; le insegne colorate delle varie attività illuminavano quella notte buia e minacciosa.
Le porte di alcuni negozi inspiegabilmente erano aperte e ad un tratto una figura diabolica si materializzò.
Alto possente con una figura mista tra l’umano e l’animale campeggiava sferzante con un sorriso sornione in mezzo alla via principale del paese.
Solo allora anime fluttuanti, forse impalpabili con abiti dai toni tenui e altre con abiti neri, apparvero in due gruppi distinti.
Senza mischiarsi, si fermarono davanti al sagrato di una piccola chiesa posizionandosi ai lati.
Che stava succedendo?
Era forse arrivato il giorno del “Giudizio”?
Dopo che l’uomo s’era macchiato di mille scelleratezze, d’aver dato “scacco matto” alla Natura, d’essersi macchiato di omicidi ed aver intrapreso guerre contro i propri simili sterminando popolazioni intere un Ente superiore aveva forse detto “basta”!
Le anime impaurite di quel sperduto paese, solo allora vennero alla luce e si avvicinarono le une alle altre accalcandosi all’interno della chiesa ed invocando una figura a loro protezione.
In quel momento dal cielo plumbeo, s’aprì un pertugio ed una scia luminosa apparve creando una via.
Al disopra di essa, sei angeli muniti di spada si calarono sopra il tetto della chiesa.
Gli angeli anch’essi di notevoli dimensioni con ali enormi, si distinguevano perché al pari delle figure ai lati della chiesa, erano angeli bianchi ed angeli neri.
Il diavolo o chiunque fosse, in quel preciso momento batté con tenacia lo scettro nel terreno provocando un terribile terremoto che squarciò la via, lasciando una terrificante voragine.
Dalla fenditura del terreno usciva materiale vulcanico con fiamme altissime.
Il cielo si oscurò completamente diventando completamente nero.
Il terrore e la paura si riflettevano nei volti stravolti delle anime che all’interno della chiesa ora si tenevano per mano come se quel gesto bastasse a tenerle unite.
Mentre in quel momento tutto ormai era destinato a soccombere e a bruciare s’aprì un varco nel tetto di quella chiesa ed un vortice di luce bianca illuminò l’ambiente.
Il vortice pian piano allentò la sua veemenza ed apparve una donna dai capelli bruni con un ragazzino che le teneva la mano.
I due fecero pochi passi e si sedettero sui gradini vicino all’altare.
Il bambino in pochi istanti cambiò aspetto e divenne un giovane uomo dagli occhi penetranti ed intensi.
Il giovane s’alzò e con un cenno sciolse quelle anime dividendole e a gran voce chiamò gli angeli bianchi e quelli neri che coadiuvati dalle anime fluttuanti, le indirizzarono chi verso le fiamme, chi verso la luce.
La Figura diabolica senza proferire parola aprì il suo manto e portò con sé all’interno delle fiamme le anime prescelte; facendo richiudere la fenditura aperta nel terreno.
La vita in quell’istante riprese e la luce illuminò nuovamente il paese rischiarando per l’eternità le anime salvate da quel giovane che predisse il suo ritorno.
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