Fiabe: PETER e gli ELFI

Peter, era un ragazzino di sei anni con il naso a patatina, capelli rossi e tante efelidi sotto ad occhi vispi e di colore verde.

Nessuno sa come questo piccoletto sia giunto nel boschetto dove vivevano gli elfi, molto probabilmente ancora neonato era stato abbandonato.

Elanor (fiore delle stelle) una femmina elfo, aveva trovato Peter avvolto da una copertina ma nudo, sotto ad un fungo gigante e l’aveva portato da Eru(l’unico) il marito nella sua dimora.

Amorevolmente, i due genitori adottivi avevano cresciuto Peter, facendolo integrare in quella comunità anche se lui era umano.

Peter quindi crebbe con gli elfi nel bosco senza però usufruire dei poteri e delle magie riservate a quella popolazione.

Al compimento del sesto anno di vita di Peter, il vecchissimo elfo del bosco di nome Eldar volle fare un regalo prezioso al piccolo umano.

Eldar, il cui nome significa “popolo delle stelle” aveva circa 750 anni e si sa che un elfo può vivere anche mille anni almeno che non possa morire per stanchezza di vivere o per morte violenta.

Lui era molto arzillo e manteneva la sua bellezza (come tutti gli elfi) forse perché era vegetariano e il suo cibo preferito era: pane, miele e frutta.

Eldar, detto anche stregone elfo, era alto più di un uomo vestiva abiti molto ricercati ricamati con fili in oro e argento.

 

Manteneva, nonostante l’età, un corpo longilineo e di bel aspetto ed i suoi tratti somatici rispecchiavano quelli classici degli elfi: occhi a mandorla e le classiche orecchie a punta.

Eldar aveva conosciuto Peter sin dai primi giorni del suo ritrovamento ed ora sentiva di dover fare un dono a quel bambino che tante ore l’aveva allietato con le sue canzoncine e con le sue mille domande ed i perché.

Eldar come molti elfi aveva il poter di saper parlare con gli animali e diede a Peter la stessa facoltà.

Chiamò Peter lo fece sedere vicino ad un ruscello e gli disse:

“Caro Peter io sono per te come un nonno umano e oggi che festeggiamo il tuo compleanno ti do personalmente, il mio regalo. Da questo momento tu potrai parlare con qualsiasi animale e al bisogno potrai farti aiutare o decidere di diventare suo amico”

Peter fece un salto dalla felicità e chiese a Eldar posso provare?

Il vecchio elfo fece un cenno d’assenso e Peter gridò:

“Pesci del torrente mi sentite sono Peter”

Trote, carpe ed altri pesci uscirono con la testa dall’acqua e dissero:

“Perché Peter strilli tanto? Guarda che non siamo sordi!”

Peter a quel punto imbarazzato ed allibito ricadde a terra e ridendo a “più non posso” disse:

“Siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii! Caro nonnino è vero io parlo con i pesci ed a quel punto lo raggiunse un topo, un coniglio ed un gatto davvero particolare che gli confermarono che lo capivano benissimo.

Eldar allora gli presentò gli animali:

“Zizì è un gatto un po’ eccentrico che conosce il mondo ecco perché gli piacciono i bei vestiti e fuma la pipa ma ti farà conoscere ogni angolo della terra e sarà un fedele amico, poi c’è il coniglio Nemo capitano della Marina ed infine mouse il topo più simpatico e veloce del pianeta.”

Questi tre saranno la tua ombra, continuò il vecchio elfo e saranno da oggi tuoi inseparabili amici.

Peter ringraziò l’elfo ma non fece tempo ad inchinarsi davanti a Eldar che questi proferì le seguenti parole:

“Mio dolce Peter, oggi per te sarà una giornata davvero unica e ti farò sperimentare il tuo mezzo di trasporto che insieme ai tuoi nuovi amici, potrai avvalerti per viaggiare in qualsiasi parte del mondo.”

Senza esitare l’elfo batté le mani e ai piedi di Peter si materializzò una foglia gigante: Victoria amazonica.

Questa foglia è la ninfea più grande al mondo, le foglie arrivano a 6 metri di diametro e possono sostenere il peso di una persona. I fiori arrivano alle dimensioni di un pallone da calcio.

L’anziano aggiunse:

Questa ninfea sarà come il tappeto volante per Aladino, tu potrai usufruirne a tuo piacimento; facendo salire anche i tuoi amici o chi riterrai idoneo a condividere con te questa esperienza.

Peter emozionato chiamò Zizì, Nemo e Squitti e una volta seduti in quel “mezzo”, Peter si posizionò al centro della foglia batté le mani e come per incanto la foglia si alzò dal suolo e volò ondeggiando di qua e là.

Prese la parola Zizì e chiese:

“Capitan Peter qual è la sua meta?”

Peter allora suggerì all’amico che aveva un grande desiderio: VEDERE gli UMANI!

La foglia come se recepisse ogni desiderio ed ordine del ragazzo, si fermò per poi girare di scatto verso est e volare veloce tra le nuvole.

Trascorsero un’oretta fluttuando tra le soffici nuvole, i quattro amici, quando la foglia iniziò la sua discesa ed atterrò in una casa con il tetto a terrazzo.

Peter sgranò quegli occhietti birichini, ma timoroso intimò agli amici di non far rumore perché voleva ammirare tutta quella gente che correva e chiacchierava nelle strade cittadine.

Peter, non aveva mai visto uomini, donne e bambini come lui; lui era vissuto sempre nel bosco ed incredulo, ma felice decise di tornare da Eldar per porgli mille domande sugli umani.

Per quel ragazzo iniziò un nuovo percorso di vita consapevole che lui si sarebbe integrato ai suoi simili ma non avrebbe mai dimenticato chi l’aveva accolto ed educato ad essere oggi, un ragazzo domani un uomo.

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