FIABE: 1Teo un ermellino speciale al PNGP

Questa è la fiaba di Teo un ermellino bianco.

In occasione del centesimo compleanno del PNGP (Parco Nazionale Gran Paradiso) ha deciso di

dedicargli la sua storia.

Tutto ha inizio, quando TEO viene al mondo.

Teo nasce dopo una lunga gestazione di quasi 12 mesi insieme a tre fratelli ed una sorella in una cavità del terreno dove la madre aveva partorito.

Questo piccolo scriccioletto, un po’ buffo nell’aspetto, aveva un busto leggermente allungato con una pelliccia bruno-rossastra morbidissima, ma la prerogativa di quest’animaletto è quella che poteva usufruire di due cappotti l’anno. Uno per la stagione estiva ed una invernale.

Nato ad aprile Teo, dopo qualche mese, aveva raggiunto il peso di circa 450 grammi ed era impaziente di diventare autonomo.

Lui, piccolo predatore, a differenza dei suoi simili aveva un carattere docile e remissivo e questo era sicuramente un handicap per l’approvvigionamento del cibo.

Nonostante, fosse una “saetta” nella velocità e dotato di un’agilità “fuori del comune” che lo facevano schizzare nella neve come una “cannonata”; al momento di uccidere la preda Teo indietreggiava e lasciava che la sua preda prendesse la fuga.

Nel primo periodo i fratelli vedendo come si comportava Teo, forse incapaci di lasciarlo senza cibo si fecero carico di cacciare al posto suo.

Passarono i mesi e l’inverno fu alle porte, in questo periodo i fratelli ormai si allontanavano dalla zona in cui erano nati e Teo spesso non mangiava ed iniziava a perdere peso.

Era bellissimo perché in questa stagione la sua pelliccia diventata candida come la neve e quel “puffetto” di pelo nero in cima alla coda lo rendeva irresistibile a non volergli fare delle “coccole”.

Passò una settimana e il povero Teo, mangiando solo un po’ di neve era ormai sfinito e senza forze e rassegnato ormai per la sua sorte si era rifugiato in un cavo d’albero del bosco.

I guardiaparco, sono circa una cinquantina al Gran Paradiso, con una profonda conoscenza del territorio, degli animali e dell’ambiente del parco, con una sorveglianza attiva dall’alba al tramonto, erano riusciti a localizzare l’area dove il piccolo Teo si era rifugiato, grazie anche ad apparecchi che ne indicavano le problematiche o le difficoltà.

Nel frattempo, come se il destino di questo ermellino, avesse voluto “metterci lo zampino”, diede alcuni segnali inequivocabili, il cielo si rannuvolò ed iniziò a nevicare copiosamente.

Cristalli di ghiaccio scendevano dal cielo e la nevicata si trasformò in una tormenta di neve.

Teo sporse la testa dal tronco e davanti a sé vide tra la neve, che aveva già steso un soffice manto nel bosco, Gaspare un leprotto bianco conosciuto quando ancora cucciolo non l’aveva cacciato per il suo noto problema.

Gaspare vedendo quella mini testina sbucare dal tronco si fermò di “botto” e disse:

“Ehi amico che ci fai lì nascosto? Io mi ricordo di te tu dovevi mangiarmi e non l’hai fatto, posso aiutarti?”

Con un filo di voce, facendo ricorso ormai alle ultime forze in suo possesso rispose:

“Ciao Gaspare anch’io mi ricordo di te, ora io non ho più forze perché non riesco ad approvvigionarmi il cibo e sto morendo”

Gaspare piazzatosi davanti al tronco, s’alzò eretto su due zampe, s’allungò verso Teo e se lo caricò sulla schiena e disse:

“Non scherziamo tu non morirai, e senza indugio con tutto il fiato che aveva in corpo invocò la Fata dei ghiacci: MARINELLA! MARINELLA!”

Dopo pochi istanti, apparve una ragazza dai dolci lineamenti che iniziò a danzare sulla neve e ad un tratto allungò il braccio verso Gaspare e prese in braccio il piccolo Teo; lo posizionò sulla sua spalla e disse:

“Ciao Teo, sono Marinella, la fata dei Ghiacci del Gran Paradiso e non permetterò che tu ti lasci andare e muoia.”

La fata però non ebbe finito il suo discorso e continuò:

“Ora ti affiderò a Gianni la guardia che abita qui e tu dovrai sorvegliare con lui tutti gli ermellini presenti nel parco e farli ripopolare visto lo scempio che vi è stato nel passato, per sottrarvi la vostra pelliccia. Gianni è un giovane che lavora qui insieme a ad una cinquantina di guardie per proteggere gli animali del parco e lui si prenderà cura di te”.

 

La fata continuò a parlare e spiegò: le guardie hanno costruito una quarantina di casotti e foresterie, per soccorrere ed aiutare gli animali del parco e tu insieme a lui avrete anche il compito di indirizzare anche le scolaresche ed i turisti nei loro tour al parco.

 

Giunti vicino ad un casotto, la fata dei ghiacci chiamò Gianni e gli affidò TEO e disse:

“Gianni ti consegno Teo, dovrai fornirgli una sana alimentazione e lui in cambio ti aiuterà nel lavoro e sarà sempre un tuo fedele alleato.”

Teo a quel punto facendo uno sforzo enorme viste le sue condizioni, saltò sulla spalla di Gianni e con il musetto fece una coccola al suo nuovo amico.

Fata Marinella si congedò così come pure l’amico Gaspare e da allora in poi i due, Gianni e Teo consolidarono la loro amicizia, il rispetto l’uno verso l’altro ed un sano compromesso quello di aiutarsi sempre “senza se e senza ma”.

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