SCUOLA di MAGIA

 

 

Era settembre, e un gruppo di amici era in partenza per frequentare una SCUOLA DI MAGIA e STREGONERIA in Piemonte.

Dopo aver vagliato diverse soluzioni i genitori dei ragazzi avevano convenuto che fare questo regalo ai figli sarebbe stata un’esperienza fantastica, consci che gli avrebbero offerto un’avventura unica.

Madri e padri del gruppo avevano propeso per questa scuola perché dava maggiori garanzie d’affidabilità e professionalità ed inoltre l’età d’iscrizione variava dai 7 ai 18 anni.

Una settimana dove quindici ragazzi e ragazze avrebbero conseguito il diploma di Mago, Fata, Strega o Stregone a seconda dell’indirizzo prescelto.

I gruppi erano composti da cinque ragazzi, tre maschi e due femmine.

Il primo dai sette ai dodici anni, il secondo dai tredici ai diciassette e l’ultimo composto da cinque diciottenni.

Scesi dal Pullman, in un fitto bosco intravidero un castello dove vennero accolti dai “coach” in quanto professori della magia e allenatori di queste squadre.

Il castello era davvero spettacolare con grandi sale, aule attrezzatissime con alambicchi, provette e polveri magiche.

L’accoglienza prevedeva di rifornire ogni singolo ragazzo/a di: Tunica, cravatta, bacchetta ed un libro di magia; altri accessori dovevano essere portati dai ragazzi.

Le classi a seconda delle età erano divise e le lezioni si svolgevano il mattino dove si imparavano a lanciare incantesimi, distillare pozioni, prevedere il futuro e molto altro.

Nel pomeriggio si frequentavano i laboratori con Duelli, tornei, bacchette, coltivare piante magiche….

Il gruppo si frequentava poi nelle ore di svago o durante il pranzo, cena o i vari spuntini.

I primi giorni benché i professori si facessero carico delle problematiche dei giovani e delle difficoltà a preparare le pozioni alcuni di loro si dimostrarono un vero disastro.

Marinella e Piero allievi nella stessa classe e rispettivamente di quattordici e sedici anni, non ne imbroccavano una.

Marinella scordava e scambiava sempre le parole magiche prima di un incantesimo con risultati nefasti.

Il rospo ad esempio, invece di diventare un coniglio si tramutava in elefante o un Lombrico diventava Balena o Drago

Piero dal canto suo non era da meno, non sapeva mai dirigere la bacchetta e distruggeva tutto quello che incontrava.

I due ragazzi erano diventati i jolly della scuola, ma a differenza di altre situazioni sgradevoli, benché fossero delle “schiappe”, erano sempre benvoluti dai compagni che cercavano di riparare ai loro misfatti.

La settimana trascorse in un “baleno” e tutti erano consci di aver appreso tantissime tecniche magiche e l’esperienza fu qualcosa di unico ed irripetibile.

Al termine benché a tutti venne fornito un diploma di partecipazione all’ultima classe fu indetta una gara e tre allievi vinsero e Giorgio Vanessa e Mario furono premiati con tre bacchette.

Saliti nel podio fu consegnata a ciascuno una bacchetta d’oro, una d’argento e al terzo di rame.

Il Rettore della scuola prima di congedarsi li decretò rispettivamente, Gran Mago, Fata, e Stregone.

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