Fiabe-I FRATELLI BEHN E BABBO NATALE

 Fiabe di Natale.

 

Nella foresta Norvegese, ai piedi di una grande montagna, viveva la famiglia Behn.

In un umile dimora, padre, madre e due ragazzini un maschio ed una femmina si contendevano alle volte anche il cibo, che non era mai sufficiente.

Igor ed Alexandra, due bambini di sei ed otto anni, erano dei ragazzi premurosi e servizievoli e sempre pronti ad aiutare i genitori.

Un pomeriggio di pieno inverno, la temperatura si era talmente abbassata che nell’umile casa, sui vetri della finestra si erano formati dei ghiaccioli e nonostante una piccola stufa emanasse un po’ di calore; non era sufficiente a riscaldare i due fratellini, che infreddoliti si abbracciarono mettendosi a pancia sotto su di un pagliericcio con una coperta sopra la testa.

 

 

 

Alexandra la più grande dei due, rimuginava, qualche soluzione per non soffrire così e per dare al fratellino una vita migliore.

Igor si era addormentato e lei di soppiatto, uscì dalla coperta e arrampicatasi su di una sedia, riuscì a prendere il rosario che la mamma teneva dentro ad una piccola scatola di legno sopra la credenza.

Scesa, estrasse il rosario ed istintivamente s’inginocchiò davanti ad un’immaginetta della Madonna.

La sua mamma le aveva insegnato alcune preghiere ed Alexandra, con voce flebile iniziò:

“Ave Maria…”

 Ne disse una decina poi, alzò gli occhi al cielo e disse:

“Madonnina aiutaci tu”

Si alzò guardò il fratello che serenamente dormiva ancora e decise di scrivere una lettera a Babbo Natale.

 

 

Prese un sacchetto del pane lo ritagliò ci disegnò una bella slitta, poi costruì anche la busta ed iniziò a scrivere:
“Caro Babbo Natale, sono una bambina di circa otto anni e mezzo; forse tu mi conosci abito in quella piccola casa nella foresta norvegese e credo che alcuni anni fa mi portasti una bambola e a mio fratello un cavallo a dondolo. L’anno scorso forse per la Pandemia credo che tu non sia venuto. Quest’anno mi sono permessa di scriverti perché i miei genitori non hanno un lavoro stabile, abbiamo finito tutte le riserve e mamma e papà sono disperati. Ti chiedo un aiuto e sottolineo non desideriamo giocattoli ma cibo da mettere in dispensa ed un lavoro serio per mamma Maria e papà Giorgio. Grazie. Alexandra”

Infilata la lettera nella busta scrisse il mittente ed il destinatario:

BABBO NATALE

Circolo Polare Artico

FIN – 96930 NAPAPIIRI

FINLANDIA

Chiusa anche la busta con un po’ di colla fatta con acqua e farina, nascose la lettera.

Il tramonto s’avvicinava ed Alexandra svegliato il fratello, iniziò a preparare la polenta perché di lì a poco sarebbero giunti a casa anche i genitori.

Sulla stufa mise il paiolo di rame con l’acqua e sale e si diresse verso la stalla dove Lola la sua mucca pezzata rossa, le avrebbe dato del buon latte.

Rientrata in casa, iniziò a far scendere la farina fin tanto che la farina si rapprese. Cucinò la polenta mescolandola con una frusta per circa quaranta minuti, poi la versò nel tagliere.

Preparò la tavola con l’aiuto del fratello e mise alcune fette di polenta sopra la stufa ad arrostirsi.

Arrivati i genitori, si abbracciarono; cenarono con polenta e latte e più tardi si coricarono.

La mattina seguente era da poco spuntata l’alba che Alexandra, s’alzò si vestì e prima d’uscire sopra al tavolo lasciò un biglietto:

“Mamma sono uscita presto perché devo aiutare una mia amica con i compiti prima di andare a scuola. Baci. Alexandra”

Vestita di tutto punto con un grosso cappello di lana, prese la slitta e si diresse al centro del paese dove c’era l’ufficio postale.

Una piccola bugia detta alla mamma per avere il tempo di spedire quella lettera a Santa Claus.

Legò la slitta ad un palo e si diresse alla cassetta delle lettere.

Con grande fatica, in punta di piedi e saltellando cercava d’introdurre la sua lettera nella fessura, ma nonostante i tentativi sembrava non riuscirci.

Smarrita, con gli occhioni lucidi sentì battersi sulla spalla e girandosi di scatto, fece la conoscenza del postino, un ragazzone alto e paffuto con un paio di occhialetti rossi poggiati su di un grande naso che le disse:

“Ehi ragazzina hai bisogno d’aiuto?”

“Sì, devo spedire questa lettera a Babbo Natale”

 

Il postino allora prese in braccio Alexandra e le fece introdurre quell’importante lettera nella fessura.

Felice la ragazzina salutò e ringraziò il postino e si diresse a scuola.

Trascorse le ore scolastiche, suonò la campanella e caricato lo zaino nella slitta, si diresse a recuperare il fratello nell’ala opposta dell’edificio dove c’erano le classi prime.

Alexandra chiamò:

“Igor! Igor!” e lui felice nel vedere la sorella si lisciò i capelli e fischiettando le andò incontro.

“Monta” le intimò la sorella e lei presa la corda della slitta la fece scivolare sino ad una discesa per montarvi anch’essa.

Su e giù per i pendii innevati arrivarono vicino casa quando in lontananza, in un piccolo lago ghiacciato, videro una figura.

Attoniti, i due fratelli si guardarono e scesi dalla slitta, si diressero verso quella magnifica donna.

Altissima, con i capelli tirati ed uno chignon, vestiva uno stupendo abito bianco ed in mano aveva la corona.

 

Alexandra avvicinatasi, oramai la distanziavano pochi passi, le chiese:

“Chi sei? Io non ti ho mai visto qui?”

Lei molto pacatamente, appoggiando la sua corona sulla testa rispose:

“Sono la Regina delle Nevi e mi manda da voi Babbo Natale, che ha ricevuto una tua lettera.

Io avrò il compito, come intermediario, di mettervi in contatto tra voi e lui; per prepararvi a fare un lungo viaggio che porterà voi ed i vostri genitori in Finlandia.

Domani mattina alle ore sei dovrete essere tutti presenti e vi chiarirò ogni cosa”

Alexandra ed Igor increduli ma felici, si abbracciarono salutarono la regina delle Nevi e scapparono a raccontare tutto a mamma e papà.

La notte fu concitata e l’intera famiglia, troppo elettrizzata non riuscì a dormire e dopo aver preparato tre borsoni, erano pronti ad incontrare la Regina delle Nevi.

Arrivarono le fatidiche ore sei e tutta la famiglia Behn con quelle poche cose, si posizionò ai piedi del laghetto in attesa della Regina.

Passarono una ventina di minuti, che in lontananza si videro un folto gruppo di renne che trascinavano due slitte avvicinarsi.

Dopo una frenata con gli zoccoli, la diligenza si fermò e da una nuvola si materializzò la Regina.

 

 

La Regina fece salire nella prima slitta i genitori e nella seconda i due fratelli poi disse:

“Miei cari io con la mia magia vi condurrò sino al villaggio di Babbo Natale, questo è il mio compito poi Santa Claus e la sua famiglia vi accoglierà e vi spiegherà cosa saranno i vostri compiti. Buon viaggio e Buona Fortuna!!”

Dopo i primi passi le renne presero il volo e sparirono nel cielo.

Dopo un paio d’ore, le renne iniziarono la discesa ed atterrarono in mezzo ad un villaggio fantastico pieno di luci e di magia.

 

Tutto parlava di Natale, i negozi, le case le vie erano tutte addobbate con festoni luci e palle colorate.

Ogni via era un tripudio di festoni, alberi di natale e piccoli gruppi di cantori popolavano la via principale.

Ogni cosa, esprimeva gioia, gli abitanti vestivano con colori sgargianti e si respirava un’aria di pace, serenità ed allegria.

Gli zampognari suonavano le cornamuse e un magnifico Presepe vivente era stato allestito nella Piazza principale.

Babbo Natale e Moglie, elegantissimi, accolsero calorosamente la famiglia e diedero loro un alloggio.

Successivamente spiegarono al padre dei ragazzi che avrebbe lavorato nel laboratorio di giocattoli, mentre la madre si sarebbe occupata di lavori domestici ed i ragazzi dopo la scuola si sarebbero occupati del settore dolciumi.

 

 

Mancava poco a Natale e nel villaggio vi era un gran fermento per riuscire a terminare tutti i doni da consegnare ai bambini.

Giorgio, s’era ben integrato nella fabbrica di giocattoli e la mamma si occupava delle pulizie domestiche e di lavare i tanti vestiti di Babbo Natale.

Nel pomeriggio dopo il “pisolino” pomeridiano Maria che conosceva le abitudini di Babbo Natale, gli preparava un tazzone con vin brûlé, mele e chiodi di garofano per riscaldarlo prima di affrontare le gelide temperature del Circolo Polare Artico.

Terminata la merenda Maria l’aiutava a vestirsi e ad infilare i lunghi stivali; poi lui usciva e controllava la produzione di giocattoli.

Gli elfi aiutarono Alexandra ed Igor nella confezione di dolciumi e di alcuni giocattoli, che trasportati in un nastro trasportatore, venivano impacchettati e riposti in grandi scatoloni.

Babbo Natale fece chiamare il padre dei ragazzi, per assicurarsi di avere con sé un aiutante per la consegna dei doni.

Eravamo agli sgoccioli, era la Vigilia e quest’anno Babbo Natale non voleva dimenticarsi di nessun bambino così aveva prodotto molti giocattoli che nella sua slitta non avevano trovato posto.

Santa Claus chiese così a Giorgio di condurre un camion magico.

Il camion in questione, poteva correre su strada ma altrettanto volare o fare qualsiasi peripezia.

Santa Claus, infilò i suoi guanti bianchi fece montare due elfi nella sua slitta e ordinò a Giorgio di mettersi alla guida del TIR.

Dipinto di rosso, con l’effige di Babbo Natale, si sarebbe posizionato dietro le slitte e avrebbe supportato Babbo Natale alla consegna dei regali.

La Signora Natale diede un bacio sulle gote del marito e questi diede il via alla partenza, spronando le sue renne che dopo una piccola corsa spiccarono il volo avvolte da una luce magica.

Dopo due anni di Pandemia, guerre in vari Paesi, Babbo non si sarebbe dimenticato di nessuno e grazie ai fratelli Behn il Natale sarebbe stato unico!

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