FANTASMI & C.

Un gruppo di sei ragazze forse un po’ annoiate dal trascorre serate “senza capo né coda” desideravano grazie al loro interesse per fantasmi, spiritismo ed un pizzico di horror fare delle ricerche in materia ed avvicinarsi anche facendo delle piccole esperienze personali a questi filoni.

Le giovani tutte liceali all’ultimo anno, si conoscevano dall’inizio del percorso scolastico e in occasione delle vacanze estive finita la maturità si erano prefisse d’intraprendere un percorso che voleva verificare la veracità che in alcuni luoghi v’erano delle “presenze” o “fantasmi” ed al contempo entrare in quel mondo mistico e di magia dove si asseriva che attraverso “la medium” era addirittura possibile interloquire con i morti.

Siamo a fine luglio e terminati gli esami con buon esito, le amiche programmano un viaggio all’insegna dell’esoterico, dell’occulto, del mistero e del paranormale.

L’itinerario del viaggio potrà aver delle modifiche se le ragazze riterranno di prolungare la permanenza in un luogo stimolante alle loro ricerche.

La Romania è attualmente la meta prefissata dove le amiche, sono a conoscenza di presenze (entità) di fantasmi espressione di energie vitali.

Tutto è pronto per la partenza.

I bagagli sono stati preparati secondo le normative di volo e presi due taxi si dirigono all’aeroporto di Bergamo Orio al Serio per raggiungere l’aeroporto di Bucarest-Henri Coanda.

Dopo l’attesa per l’imbarco e check in, le ragazze prendono posto in aereo.

L’hostess come nella prassi spiega cosa fare in caso di guasto e norme di sicurezza e dopo il rollio, si annuncia la partenza.

Esattamente due ore più tardi il comandante comunica di allacciarsi le cinture per l’atterraggio.

Dopo aver fatto la coda per riprendere le valige e trascinati i bagagli fuori dall’aeroporto le amiche attendono i taxi che le porteranno in hotel.

Di lì a poco, giungono alcuni taxi e le due ragazze che meglio conoscono la lingua inglese si dividono per supportare e altre salendo in due taxi.

Dopo alcune gincane dovute al traffico i due taxi si fermano davanti all’hotel prescelto; pagati i taxisti il gruppo d’amiche, s’apprestano ad entrare nella hall dell’Hello hotels Bucharest.

Lavinia in un perfetto inglese s’accosta alla Reception e mostra la prenotazione on line fatta precedentemente per alcune stanze.

Verificato il tutto, chiedono i documenti e le sei amiche vengono accompagnate alle stanze.

Come richiesto, Sofia che aveva fatto la prenotazione per il gruppo aveva indicato tre stanze nel medesimo piano.

Entrate nelle stanze oltre che a disporre e riporre gli abiti nell’armadio, ci accertiamo che tutto il materiale per video e fotografico sia in ordine per documentare le presenze descritte in questa località.

Dopo essersi riposate, scese nella hall, le amiche fanno incetta di dépliant e locandine che descrivano la città e i vari luoghi ove si dice prosperino leggende o avvistamenti di fantasmi, presenze… e molto altro.

Inizia ad imbrunire e le sei amiche decidono per quella prima sera di trovare un ristorante che le appaghi pancia e mente.

Le ragazze all’unisono decidono di provare la Trattoria Don Vito.

Questo ristorante di origini italiane è ritenuto da molti e consigliato anche dall’hotel come uno dei più ambiti nella città.

Dopo aver degustato l’antipasto le ragazze si affidarono ad ordinare scaloppine accompagnate da verdure e terminarono con il dessert.

Stanche ma appagate, tornarono in hotel e sprofondate nei propri letti si abbandonarono ad un sonno soporifero.

L’indomani di buon mattino dopo aver fatto un’ottima colazione, munite delle attrezzature fotografiche si diressero con un’auto presa a noleggio, ai confini settentrionali della Romania, in Transilvania nella foresta di Hoia Baciu.

Questa foresta famosa per avvenimenti paranormali e leggende che la indicano anche come la casa del Diavolo non poteva che essere la meta favorita dalle nostre amiche.

Nel Bosco di “HOIA BACIU” nei pressi del famoso castello di Dracula, studiato da sempre da addetti allo studio del paranormale  e studiosi, si sono rilevati campi magnetici molto strani ed inspiegabili. Un luogo così strano e tenebroso viene definito da molti come un “portale dimensionale”.

Molte persone che si sono addentrate hanno avuto cattive esperienze da eruzioni cutanee, a bruciature, capogiri, mal di testa, vomito o hanno avuto la netta sensazione di essere seguiti ed osservati.

Attrezzatissime e consce di quello che andavano incontro, iniziarono ad inoltrarsi all’interno della foresta definita da molti con l’appellativo “Il Triangolo della Bermuda della Transilvania”.

Conoscendo la fama di questa foresta, dove si dice che alcune persone non vi abbiano fatto più ritorno, Valentina a capo della spedizione notò come addentrandosi gli alberi assumevano un aspetto del tutto estraneo alle altre foreste; essi si presentavano sottili e curvati nonostante fossero alberi molto vecchi.

Imperterrite le ragazze piene d’entusiasmo per quest’avventura misteriosa, si inoltrarono ulteriormente arrivando ad un prato perfettamente circolare dove non nasce un filo d’erba.

Questa foresta che si estende per oltre 250 ettari e le ragazze, benché, fossero state avvisate di non addentrarsi oltre modo per vari avvistamenti anche di ufo e di persone scomparse; erano intenzionate a proseguire.

L’esempio più lampante raccontato da contadini del luogo fu quello della piccolina di cinque anni data per dispersa e nonostante di notte si sentissero le sue urla; al momento del ritrovamento ben cinque anni dopo, la bimba era tale ed uguale al momento della sparizione, come se il tempo per lei si fosse fermato.

Le sei giovani motivate dal loro spirito leggermente macabro, s’addentrarono e poiché iniziava ad imbrunire; decisero di piantare una tenda e fermarsi la notte per osservare le manifestazioni misteriose.

Montate due spaziose tende, Marika e Paola si dedicarono a raccogliere del legno e successivamente accesero un bel fuoco dove arrostirono alcune salsicce.

Sedute attorno al fuoco, Valentina s’accende una sigaretta e Sofia si distende sul materassino a guardar le stelle.

D’un tratto nel pieno silenzio e nell’oscurità della sera, Sofia sensitiva da sempre o forse con alcuni poteri, trasmessi dalla madre, era in grado di mettersi in contatto con i morti ed impose le mani in una tavoletta.

Il gruppo di ragazze aveva già appurato questa sua peculiarità in alcune sue sedute spiritiche.

Quella sera, Sofia, dopo essersi coricata sopra al materassino, si destò e trasfigurò.

Con un balzo s’alzò e come fosse trascinata da una forza oscura il suo viso cambiò aspetto.

Una luce con riflessi bianchi e blé che le incorniciava le chiome la inondò ed iniziò a parlare con una voce bassa e profonda:

“Questo luogo è mio ma vi darò prova di quello che cercate e non mi accanirò su di voi”.

Terminata la frase la medium iniziò a produrre una sostanza biancastra chiamata “ectoplasma”, che uscì dal suo corpo e si configurò con una silhouette di donna dapprima sotto forma di vapore e successivamente prese forma, delineandosi in una figura lattiginosa, biancastra.

Le amiche impietrite ed ammutolite, si presero per mano per farsi forza alla vista di quell’ectoplasma che per voce della medium disse:

“Sono Sibilla e sarò la vostra guida; poi aggiunse ora vi descriverò chi ero e successivamente dovrete seguirmi senza fiatare”.

Sibilla iniziò la sua descrizione.

Nel 1820 ero una giovane ragazza dai capelli biondi, che accompagnata dai genitori in montagna in un’escursione precipitai da un dirupo in una gola ed il mio corpo non fu più ritrovato. Morii di ferite ma soprattutto di stenti ed il mio spirito non trova pace ed è per questo motivo che mi trovo qui.

In questa foresta vi sono molti fantasmi o spiriti che non riescono ad attraversare il tunnel di luce e la loro rabbia o incapacità fa sì che terrorizzino chiunque si addentri nella foresta.

Io ho il compito da farvi da “Cicerone” in modo tale che possiate raccontare al mondo chi siamo e che solo persone dotate di poteri paranormali saranno accettate qui da noi; perché solo loro potrebbero aiutarci e passare aldilà.

Uomini o donne che cercheranno di venire in questo bosco, per “burlarci” o “schernirci” saranno punite e noi ci vendicheremo con crudeltà.

Ricordate che questa è la foresta delle anime perdute e prive di pace, qui non sempre ma a volte risiede anche il “DIAVOLO” ecco perché siamo in grado di infliggere qualsiasi castigo o pena solo le anime pure, potranno avere scampo.

Sibilla fluttuò aprì le braccia e da dietro cercò di indirizzare le ragazze a proseguire il camino.

La sensazione fu come se un vento forte le spingesse e le gambe sospinte da queste raffiche si muovevano senza essere comandate.

Valentina inciampò in un ramo e fu allora che una nebbia scese su di lei facendole apparire la trasfigurazione di alcuni visi femminili.

Sibilla, si fermò e rincuorò la giovane che tremava come una foglia al vento di “marzo”.

“Coraggio” le disse:

“Non temere sono le gemelle sono anime ancora instabili che non accettano la morte e girovagano per la foresta chiedendo a tutti dove siamo?”

Rimessa in piedi e stropicciati gli occhi per lo shock, si pulì e spazzolò i vestiti forse per darsi un po’ di contegno e si affiancò alle amiche.

Mossero ancora pochi passi e Sibilla indicò alle amiche di sedersi in un masso e di cercare con lo sguardo aldilà di un gruppo d’alberi.

Di fatti di fronte a loro, una fitta vegetazione composta da alberi con il tronco sottilissimo si prospettava ai loro occhi increduli un’enorme figura di un uomo.

Marika allibita ebbe una scossa e con una voce leggermente tremolante chiese:

“Chi è quell’uomo?”

Il viso leggermente barbuto imperscrutabile, occhi di ghiaccio, un cipiglio funereo erano alcune cose che trapelavano da quell’enorme viso dietro gli alberi.

La guida allora spiegò:

“Albert è un’anima davvero infuriata e spesso se io non la tenessi a bada creerebbe molti problemi.

 Lui era un pilota di rally, per colpa, disattenzione ed incuria del suo co-pilota ebbero un gravissimo incidente ed Albert morì mentre il navigatore si salvò.

Spiegato l’arcano si può capire che lui ritenga di avere un sospeso con colui che ha stroncato la sua vita e questo lo destabilizza e lo rende furioso con tutti.”

Sibilla invitò le ragazze a mettersi un foulard sulla testa e a camminare molto lentamente affinché il pilota si allontanasse volontariamente.

Fortunatamente lo spirito di Albert sparì e le ragazze poterono proseguire sino a raggiungere un laghetto dove ergeva una casa fatiscente.

Ormai s’era fatto buio e le giovani amiche tremanti forse anche per gli avvenimenti ai quali avevano assistito decisero di entrare in quella casa spaventosa e orripilante.

Sforzarono il portone d’ingresso, Lavinia fu la prima ad entrare e successivamente le altre con estrema cautela a piccoli passi si posizionarono vicino alla scalinata che portava ai piani superiori.

Una musica celestiale e soffusa, le avvolse e pian piano si materializzò, una figura lattiginosa scese le scale di legno incespicando sui gradini e trattenendosi al corrimano.

Con voce ferma, la donna, una vecchia “tata” di una delle ragazze disse:

“Ragazze! ho l’esigenza di farvi conoscere una giovane anima che è qui con me ma è riluttante a farsi vedere, lei è una ragazzina uccisa il giorno delle nozze. Porta ancora il suo vestito bianco anche se è stata pugnalata dal marito crudele ed ubriaco. Credo che Sibilla, pur essendo una giovane guida e non ha sviluppato ancora molti poteri, potrebbe veramente farla passare dalla grande Porta e farla unire ai suoi familiari. Penso che il vostro viaggio avrebbe un senso logico se si potesse concludere con una buona azione. Ora vi presento Lucia.”

Le giovani amiche si spostarono in un’altra sala della casa e lì videro questa ragazzina di appena sedici anni con il suo abito da sposa, i lunghi capelli castani le incorniciavano il volto bianco latte, dove risplendevano due grandi occhi fosforescenti.

La sua apparizione aveva scosso le ragazze che senza indugio si rivolsero a Sibilla dicendo:

“Sibilla aiutala! Tu la devi aiutare”

Sibilla ormai senza via di scampo prese la decisione di far passare la giovane sposa anche se era conscia che “iter” non sarebbe stato facile.

Sibilla invitò le amiche ad uscire, era ormai notte e ordinò alle amiche di sedersi in circolo senza intrecciare mani o gambe.

Davanti ad ogni ragazza accese una candela, poi prese un paiolo e vi mise dell’incenso e lo posizionò al centro.

Davanti ad esso, appoggiò una croce ed un rosario, a questo punto Sibilla chiamò lo spirito di Lucia e la invitò a rimanere in piedi davanti al paiolo.

Sibilla versò dell’acqua santa sopra la testa delle ragazze ed invocò:

“Spiriti Saggi! Spiriti Buoni! Aprite la porta e fate passare Lucia anima candida!”

Trascorse qualche minuto e il cielo si squarciò ed una visione impressionante catturò i presenti.

INFERNO, PURGATORIO E PARADISO chiari e nitidi apparvero ed una Voce profonda e forte chiese:

“Sibilla dove vuoi mandare Lucia?”

Sibilla anch’essa sconcertata disse con un filo di voce:

“Lucia ha molto sofferto è un’anima pura e lei dovrebbe stare con persone che l’amano in Paradiso”

Terminate queste poche parole, apparve un grande lago con una barca e la voce ora meno impetuosa chiamò Lucia:

“Sali ed entrerai nella luce e nel Paradiso questa è la tua destinazione!”

L’anima di Lucia salì e di lì a poco scomparve.

Sibilla ora poteva aiutare altre anime e decise di rimanere in quel luogo ma prima di lasciare le studentesse disse:

“Ora è giunto il tempo di tornare siamo stati pazienti con voi ma dovete rientrare nel mondo reale qui non vi vogliamo più. Dovete vivere la vostra vita”

Terminate queste poche parole, misteriosamente le ragazze furono avvolte da un vortice che le riportò al parcheggio dell’aeroporto di Bergamo dove avevano lasciato la macchina.

Così come era iniziata terminò un’esperienza davvero ai limiti del fantascientifico.

 

 

 

 

 

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