Una Combriccola Variegata

Siamo ai confini di una grande città, in Campagna in un grande podere.

Si accedeva all’azienda, dopo aver percorso un viottolo ti terra e sassi.

Ai nostri occhi la fattoria era davvero enorme, composta da fienili, stalle, stagno… e da una grandissima casa a più piani costeggiata da alberi secolari.

Quello che caratterizzava quest’improvvida fattoria era l’assenza di persone adulte.

L’azienda agricola era un esperimento dettato dal Comune di quel luogo per raccogliere animali abbandonati dandoli in gestione ai bambini dell’orfanotrofio con la supervisione di Donna Margherita una Medium o fata o maga.

Nessuno conosceva la sua vera identità ma tutti la conoscevano come se la natura si fosse impossessata del suo essere e lei parlasse attraverso essa.

Gli animali di quella fattoria dopo una vita travagliata, una volta inseriti si integravano perfettamente con i ragazzi e spesso avevano atteggiamenti alquanto bizzarri, forse per ripagare i bambini che li accudivano con atteggiamenti, che solleticavano il riso e la spensieratezza.

Minni, una gattona a righe bianche e grigie era la macchietta della casa e i più piccoli dovevano occuparsi di lei, spazzolandola, dandole da mangiare e coccolandola.

Minni terminate le pulizie, si sedeva sulla veranda e lanciando uno strano miagolio chiamava i suoi amici che con una strana acrobazia formano una piramide formata da LEO l’asino sotto, poi sulle spalle ROOL un cane meticcio, Minni la saltatrice sopra ed infine il fiero GALLO BINGO che chiudeva quella strana figura di animali trapezisti davvero magici.

I ragazzi erano veramente organizzati nel gestire tutti gli animali grazie ad alcuni suggerimenti di Donna Margherita.

Il mattino scesi in cortile i ragazzi si dividevano i compiti.

Innanzitutto Marco con un fischietto faceva scendere l’asino Leo dal portico e chiamava Black che d’abitudine saltava dalla finestra del granaio cadendo nello stagno e spargendo schizzi d’acqua ovunque. Questa operazione che si verificava ogni mattina, faceva scappare le oche impaurite.

Una bell’impresa era anche quella di Arabella che doveva far uscire dalla mangiatoia le caprette e dar da mangiare ai cavalli e alle altre capre con il biberon.

Il piccolo Tommy si divertiva a parlare e a saltare in groppa alla vecchia tartaruga ricambiandola rimpinzandola con della fresca insalata.

Altri bambini dopo aver dato da mangiare giocavano con cani e gatti ormai amici per la pelle e si divertivano ad addobbare le criniere di alcuni cavalli con fiori e rose per presentarli alle sfilate.

Questa combriccola così variegata aveva trovato l’armonia e tanto amore che al di fuori di quella fattoria era stato negato ad animali e a quei bimbi rimasti soli.

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