MIU’

MIU’, era una piccola micetta meticcia, venuta al mondo in un angolino di un sottoscala di una casa in campagna.

Il suo manto variegato tendeva al rossiccio ma muso e zampette erano bianche.

La vecchia scatola in cui era nata, non era poi tanto male, in quanto nonna Liliana l’aveva posta lì con dentro un grosso cuscino e una copertina rosa.

Nonna Liliana, infatti, donna d’altri tempi, con i capelli bianchi raccolti da uno chignon, camicetta bianca con jabot e gonnellone nero aveva predisposto quel giaciglio sottoscala, per TITTI prossima al parto.

Titti, ormai sentiva che mancava poco alla nascita dei suoi piccoli e così desiderosa di pace e tranquillità s’infilò nella scatola e dopo poco, vide nascere tre minuscoli gattini.

Miù era stata la prima a venire al mondo, mentre Gaspar e Rocco successivamente.

Dopo i primi miagolii i tre micini furono allattati da Titti che successivamente se ne andò per non fare più ritorno.

Nonna Liliana, si disperò a non vedere più Titti ma, coscia che i tre micini dovevano essere svezzati consegnò GASPAR e ROCCO alla famiglia del contadino che coltivava la Cicoria lì vicino e Miù fu cresciuta da Lei.

Trascorsi due mesi, Miù s’era fatta grandicella e con il suo carattere allegro ed estroso aveva rallegrato le giornate a Nonna Liliana che tanto si era dedicata a lei per svezzarla.

Miù, amante dell’avventura ed avendo in corpo “l’argento vivo” era perennemente in movimento tra salti, capriole, arrampicate e solo alla notte si concedeva qualche ora di sonno.

Sempre con la smania di nuove avventure e scoperte; Miù durante il giorno s’intrufolava in ogni pertugio, o saliva gli alberi per scoprire che cosa vi fosse all’orizzonte per poi visitare quei mondi a lei ancora sconosciuti.

Una mattina di piena estate dopo che nonna Liliana aveva dato a Miù, croccantini e latte salutò la gattina dicendo:

“Ciao Miù oggi ho degli impegni in città e ritornerò nel tardo pomeriggio. Mi raccomando fai la brava, non combinare malanni e aspettami che cercherò di rientrare il prima possibile!”

Miù dopo aver dato una strusciata sulle gambe a nonna Liliana si posizionò nella sua cuccia.

Passarono pochi minuti, il tempo necessario che la macchina di nonna Liliana svoltasse la strada e Miù saltò dal suo lettuccio e si fiondò in giardino.

Dopo essersi appostata e aver preso di mira una mini lucertola che beatamente voleva riscaldarsi al sole ci giocò per un po’, facendola saltellare di qua e di là.

Lasciò la preda quando s’accorse che vicino al pozzo c’era un foro avvicinatasi s’accorse che quel foro era una galleria.

Curiosa ma circospetta, a pancia sotto ispezionò quel foro e abbassate le orecchie s’intrufolò all’interno.

Pochi passi e sentì d’un tratto la terra franare e precipitare nel vuoto.

Impaurita con il pelo irsuto e gonfio non seppe far altro che lasciarsi andare ad un destino oscuro ed imprevedibile.

Sospesa ancora nel vuoto con le zampette che si muovevano come delle banderuole, ad un tratto si sentì sorretta da una nuvola che la depose al terreno.

Solo allora Miù aprì gli occhi e si rese conto che quello era un mondo parallelo o fantastico.

Il primo incontro fu con Titti la sua mamma, che la rassicurò sulla sua nuova vita ma che per lei non era più possibile tornare nell’altro mondo.

In quell’occasione Titti disse:

“Ti farò conoscere alcuni aspetti di questo mondo ma tu presto ritornerai da dove sei venuta. Devi ritenerti una privilegiata. Qui viviamo tutti in serenità ed è magnifico. Cara Miù io sono felice di aver avuto la possibilità di rivederti e rimarrai sempre nel mio cuore.”

Titti però non ebbe finito e continuò: “Fra poco tu tornerai e nonna Amelia si occuperà di te ma devi promettermi che farai un po’ di giudizio e non le darai tanti grattacapi. Sii affettuosa con lei e lei ti riservirà amore e coccole. Ti chiedo poi un’altra cosa molto importante. Dovrai recarti dai tuoi fratelli e di raccontargli di questo incontro e che anche loro ho nel mio cuore anche se il nostro destino ci ha divisi troppo presto.”

Sentite le raccomandazioni della madre, Miù promise a Titti che si sarebbe comportata nel migliore dei modi e che si sarebbe recata dai suoi fratelli al casolare del contadino che li aveva adottati.

Rincuorata dai buoni propositi di Miù, Titti la salutò e la fece salire in un cestino e come per magia, Miù si ritrovò nel giardino vicino al pozzo.

Nei giorni seguenti la piccola micina si recò dai fratelli e gli riportò ciò che aveva concordato con Titti; poi si salutarono scambiandosi qualche bacino.

Nonna Liliana non seppe nulla di ciò che era successo, ma Miù le riservò tanto tanto affetto e ne fu ampliamente ripagata.

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