NICOLO’ e gli ELFI

 

Era piena estate, faceva caldo e NICOLO’ annoiato si stese a pancia sotto in salotto per leggere un libro.

Lui era un ragazzino di otto anni che amava i racconti di fantasia dove la sua immaginazione poteva spaziare e viaggiare in mondi sconosciuti ed affascinanti.

Non era la prima volta che leggendo, tanto si immedesimava nei personaggi che gli pareva di partecipare in prima persona alla storia.

Nicolò quel pomeriggio era rimasto solo in salotto, il fratello più grande era nello studio alle prese con l’algebra.

Irrequieto ed accaldato, il ragazzo, prese il libro e si spostò in taverna.

Accese l’aria condizionata e si accomodò nella sedia a dondolo e ricominciò a leggere.

In un attimo la taverna si riempì di una nebbiolina strana di colore verde che offuscò la vista di Nicolò che si stropicciò gli occhi e si accorse che non era più solo, ma davanti a sé c’era una fanciulla uscita da una lampada e Nicolò chiese:

MARILLA

“CHI SEI?”

” Ciao Nicolò io sono un Genio e mi chiamo Marilla è molto che ti seguo e ti voglio fare un regalo che ti aiuterà a partecipare alla storia del libro e ti fornirà gli strumenti per capire e tornare alla realtà. Tieni sempre con te questa boccetta e nei momenti difficili agita la boccetta lei ti aiuterà!”

Nicolò elettrizzato da quella visione, prese tra le sue mani la boccetta che magicamente s’era rimpicciolita come una piccola fialetta.

Il ragazzino s’accorse che la fialetta emanava una strana luce colorata e senza porsi domande se la infilò nel taschino della camicia.

Si riposizionò a gambe incrociate sulla sedia e ripreso il libro si rimise a leggere.

Infervorato da tutte quelle emozioni non ebbe il tempo di accorgersi che era entrato nella storia e si vide proiettato in un lago avvolto da un mantello e con un grande orologio che ne segnava il tempo.

Un cavallo alato si presentò al suo cospetto che lo trasporto all’interno del bosco.

Pegaso, trasportò Nicolò all’interno di questo bosco dei funghi magici e qui si accorse di essere finito in un villaggio di Elfi.

La prima cosa che notò fu un villaggio di Elfi e tantissimi funghi di tutti i tipi, colorati e no; ma un’altra cosa balzò agli occhi di Nicolò.

Quel bosco aveva anche altre figure che lo popolavano, con gli elfi vi erano anche tantissimi bambini e bambine che alacremente aiutavano quei strani amici.

Nicolò si rivolse allora al capo degli Elfi. Questi era un vecchietto con degli occhialini tondi che se ne stava sdraiato sotto il grande cappello di un enorme fungo. Un po’ impaurito si ricordò della fialetta e prima di rivolgersi all’Elfo la fece roteare tra le mani per proteggersi da qualsiasi sciagura.

“Senta mi scusi gli chiese, che ci faccio qui e perché ci sono con voi tutti questi ragazzi?”

Il vecchio Elfo spostò la lanterna per vedere in faccia Nicolò e rispose con un filo di voce:

“Caro ragazzo qui siamo nel Bosco dei funghi e qui noi abbiamo la nostra attività e la nostra fabbrica che ci impiega per parte dell’anno ecco perché chiediamo ai ragazzi di aiutarci”.

 Continuando il vecchietto si schiarì la voce e proseguì:

“Se non chiedessimo aiuto ai bambini, a separare i funghi da quelli medicinali a quelli commestibili non riusciremmo a chiudere l’attività alla fine di Novembre e trasferirci al Polo Nord alla fabbrica di giocattoli.”

Soddisfatto per le risposte ripromise al “Nonno Elfo” che anche lui avrebbe dato il suo contributo per lasciar liberi gli Elfi a trasferirsi alla fabbrica di giocattoli.

Passarono alcuni mesi e tutti si resero disponibili a confezionare i funghi.

Tutto avvenne nei tempi prestabiliti e come nelle migliori famiglie assolti i compiti, Nicolò fu accompagnato a casa da Pegaso.

Il suo rientro come avrete capito era legato alla magia e nessuno s’era accorto della sua assenza se non gli amici Elfi.

Nicolò stanco ma felice dell’esperienza, si ritrovò nuovamente seduto sul dondolo con l’ultima pagina rinchiusa del libro.

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