ALEF e il Miele

Questa è la storia di ALEF un grande Orso bruno stanziante in Friuli Venezia Giulia.

Alef era un orso di otto anni, con un peso che raggiungeva quasi i trecento chili. Il suo aspetto era mastodontico con una pelliccia folta di color marrone chiaro.

Con un ‘andatura dondolante si aggirava nel bosco alla ricerca di frutta. Eravamo circa alla fine di novembre ed Alef accusava ormai una grande stanchezza e cercava un giusto giaciglio per andare in letargo.

Ormai mancava poco all’inverno e lui sapeva bene che in quel periodo dell’anno non poteva trovare cibo e tutto ciò che aveva immagazzinato nel suo pancione gli avrebbe permesso di superare quei mesi fino all’arrivo della primavera a marzo.

Alef aveva conosciuto ZIZI un’orsa che gli aveva fatto battere il cuore e dopo giorni di giochi e rincorse avevano deciso di mettere su famiglia.

Felice per aver trovato una giusta caverna si diresse verso l’apertura e preparato un giusto giaciglio per lui e la sua compagna, si accovacciò con ZIZI vicino.

Alef per circa 180 giorni avrebbe dormito e tutte le sue funzioni si sarebbero ibernate consumando solo il surplus del suo grasso fino al suo risveglio.

Zizi benché in letargo partorì quattro cuccioli.

Bellissimo un po’ dimagrito ALEF si svegliò a fine marzo ed uscì dalla caverna con la sua prole.

Fame, si tanta fame era quello che provava. Il suo pancione si era molto ridimensionato e lui voleva tornare alla vita prima del letargo.

Dopo essersi raddrizzato su due zampe decise che doveva mettere qualcosa sotto i denti.

Alef pur essendo un animale solitario capì che doveva occuparsi anche dei cuccioli e che doveva trovare una soluzione agli attacchi di fame.

Appoggiatosi la schiena su un grande albero si diede una grattatina e salutata la famiglia si diresse verso un paese aldilà del bosco.

Era ancora sulla collina, quando scorse che ai piedi della stessa, un apicultore aveva costruito tante casette per le api.

Senza indugiare si diresse verso quel miele che già sentiva nella sua pancia.

Giunto quasi alla prima casetta si bloccò di colpo.

Davanti a sé si trovò una bimbetta dai codini rossi.

Mara alla vista dell’orso si sedette a terra perché le gambe per lo spavento avevano fatto “giacomo giacomo” ed alzò le mani.

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ALEF a quella vista non ebbe il coraggio di assalire la ragazzina ma come gesto d’amicizia si distese a pancia sotto ed allungò una zampa verso Mara.

Mara capì le intenzioni di Alef e vedendolo così accattivante e non aggressivo gli allungò un piccolo secchio con del Miele.

L’orso senza battere ciglio affondò il muso nel Miele e ne fece una bella scorpacciata.

Terminata l’abbuffata, allungo nuovamente la zampa verso Mara per ringraziarla e girandosi a grandi passi raggiunse nuovamente il bosco.

I giorni seguenti, Alef portò con sé l’intera famiglia e fece conoscere Mara anche ai suoi cuccioli e alla sua compagna.

L’apicoltore, papà di Mara, conosciuta la famiglia di Alef, e su suggerimento della Guardia forestale mise dei radio bracciali a tutti i componenti a salvaguardia degli orsi e dei loro spostamenti.

Tutta la famiglia ad un ora prestabilita faceva una capatina da Mara per poi ritornare nel loro ambiente naturale.

I giovani orsetti giocavano con Mara e lei per riconoscenza li premiava facendoli sedere in cerchio e dandogli grandi quantità di quel miele tanto apprezzato dagli ursidi.

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